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  • Sabato 25 maggio 2019

Chi sono i candidati alla presidenza della Commissione Europea

Cioè quelli che vorrebbero prendere il posto di Jean-Claude Juncker: i favoriti sono soprattutto due

Jean-Claude Juncker. (Jack Taylor/Getty Images)
Jean-Claude Juncker. (Jack Taylor/Getty Images)

Alle elezioni europee in corso in questi giorni non si rinnoveranno solo i seggi del Parlamento Europeo, ma anche gli incarichi più importanti della Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione. Dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009, infatti, le elezioni europee e la nomina della Commissione sono legate da un meccanismo informale chiamato Spitzenkandidat (il plurale è Spitzenkandidaten), che in tedesco significa “capolista” o “candidato di punta”.

In sintesi, prima delle elezioni ciascun partito politico europeo che siede nel Parlamento Europeo comunica il suo candidato alla carica di presidente della Commissione, l’incarico che attualmente ricopre Jean-Claude Juncker: il partito europeo che dopo le elezioni ha più parlamentari ottiene il diritto di proporre il suo candidato all’intero Parlamento, a cui spetta la decisione se confermarlo o meno. Proprio perché è un processo informale, non sappiamo se verrà confermato anche quest’anno: ma sicuramente i candidati di ciascun partito avranno un ruolo nel convulso periodo post elezioni.

Di seguito trovate gli Spitzenkandidaten scelti da ciascun partito europeo.

Manfred Weber – PPE

Manfred Weber è un politico tedesco, ha 46 anni ed è nato in Baviera. Da giovane ha studiato ingegneria, ma si è dedicato alla politica quasi subito. È considerato da tempo fra i politici tedeschi più promettenti e precoci: appartiene all’Unione Cristiano Sociale (CSU), lo storico alleato conservatore della CDU della cancelliera tedesca Angela Merkel, e nel 2003, quando aveva 29 anni, diventò il più giovane parlamentare mai eletto al parlamento regionale della Baviera. È considerato un moderato ma è vicino a tutti i principali leader europei del centrodestra, compresi quelli più conservatori.

È stato scelto come candidato alla presidenza della Commissione Europea per il Partito Popolare Europeo (PPE) durante la conferenza del gruppo ad Helsinki lo scorso novembre, ottenendo il 79 per cento dei voti, contro il 21 per cento del suo sfidante, l’ex primo ministro finlandese Alexander Stubb. Weber è considerato uno dei favoriti a succedere a Jean-Claude Juncker, soprattutto perché il PPE molto probabilmente sarà il gruppo più numeroso anche nel prossimo Parlamento.

Per la prossima commissione il suo obiettivo è quello di formare un’alleanza europeista con i socialisti, i liberali e i verdi in opposizione ai nazionalisti e ai sovranisti (che secondo le ultime proiezioni otterranno più di 80 seggi): al centro della sua campagna elettorale ci sono soprattutto i valori tradizionali e l’identità europei, oltre che un piano per stimolare la crescita economica e aumentare i posti di lavoro in tutto il continente.

In pochi sanno che prima di essere il capogruppo del PPE al Parlamento e il più giovane eletto nel parlamento bavarese, Weber era il cantante e chitarrista in un gruppo rock in Baviera (qui trovate le prove).

Manfred Weber. (Alexander Koerner/Getty Images)

Frans Timmermans – S&D

L’S&D ha nominato Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Europea (ce ne sono più di uno). Timmermans ha 57 anni, parla sette lingue (tra cui l’italiano) ed è un gran tifoso della Roma). Alle spalle ha una lunga carriera politica e diplomatica, iniziata nell’esercito olandese e proseguita per molti anni nel parlamento olandese. È una persona molto stimata negli ambienti europei: fino a tre anni fa veniva descritto come un «astro nascente» del centrosinistra europeo, ma negli ultimi anni qualcosa è andato storto: Juncker gli ha spesso assegnato compiti difficili e poco popolari, come negoziare il controverso accordo sui migranti con la Turchia, e lui non è mai riuscito a usarli per costruirsi una propria notorietà e dei propri successi. La sua campagna elettorale è stata comunque un successo: Timmermans è un oratore formidabile, e nelle scorse settimane ha girato mezza Europa raccogliendo parecchi consensi parlando di equità, femminismo e lotta ai cambiamenti climatici.

Frans Timmermans. (Rolf Vennenbernd/picture-alliance/dpa/AP Images)

Margrethe Vestager – ALDE

L’ALDE ha deciso di non schierare un unico Spitzenkandidat ma un “team Europa”, come l’ha definito Politico. In tutto i candidati liberali sono sette e tra i nomi più in vista ci sono quello della commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager, quello dell’ex primo ministro belga e presidente del gruppo politico, Guy Verhofstadt, e quello della presidente di +Europa, Emma Bonino.

Vestager è il nome più quotato tra i sette e secondo le indiscrezioni è la presidente della Commissione che vorrebbe il presidente francese Emmanuel Macron (che fra l’altro è contrario alla procedura dello Spitzenkandidaten). Durante la Commissione di Juncker, Vestager è stata tra i commissari che più si sono fatti notare: negli ultimi anni ha iniziato una specie di guerra contro le grandi multinazionali – tra cui anche Apple, Facebook, Google e Amazon, cioè le quattro aziende di tecnologia più ricche e potenti al mondo – multandole per svariati milioni di euro quando non rispettavano le regole sulla concorrenza europea e sul mercato unico. Vestager è danese, ha 50 anni e appartiene al Partito Social-Liberale Danese, un partito liberale di centrosinistra, europeista e a favore dell’integrazione dei migranti. Nonostante il suo partito non abbia mai superato il 10 per cento alle elezioni politiche, Vestager ha spesso ricoperto importanti cariche negli ultimi governi di centrosinistra, e fra il 1998 e il 2014 è stata ministro dell’Istruzione, poi dell’Economia, e quindi vice-primo ministro.

Secondo i sondaggi, almeno il 67 per cento dei danesi vorrebbe Vestager come commissaria alla concorrenza anche nella prossima legislatura europea. Non è ancora chiaro se ci riuscirà: nel 2015, un anno dopo la sua nomina a Bruxelles, il governo della Danimarca è passato dal centrosinistra al centrodestra. E l’anno scorso il primo ministro Lars Løkke Rasmussen aveva ricordato che secondo la prassi politica locale il commissario europeo della Danimarca – a ciascun paese dell’Unione ne spetta uno solo – viene espresso dalla maggioranza parlamentare, lasciando poche speranze su un possibile endorsement del governo danese alla sua candidatura alla presidenza della Commissione.

 

Jan Zahradil – ECR

I conservatori euroscettici (ECR) hanno proposto come Spitzenkandidat il proprio presidente, Jan Zahradil, un chimico e ricercatore universitario della Repubblica Ceca che si è dato alla politica dopo la cosiddetta “rivoluzione di velluto”, nonostante formalmente si dica contrario al meccanismo. «Non ho nulla di personale contro Weber e Timmermans» ha detto Zahradil in occasione del lancio della sua candidatura, «Vedo due gentiluomini provenienti dai Paesi fondatori, dalla Vecchia Europa, che sono troppo invischiati in una sola idea di integrazione: quella federalista». L’idea di Zahradil è quella di dare una “rinfrescata” alle istituzioni europee, snellendo gli organismi comunitari per ridare più sovranità agli stati nazionali.

Jan Zahradil. (AP Photo/Petr David Josek)

Ska Keller, Bas Eickhout – Verdi

Verdi hanno nominato due Spitzenkandidaten per la presidenza della Commissione Europea: la tedesca Ska (diminutivo di Franziska) Keller e l’olandese Bas Eickhout. Keller è nata nel 1981 e ha studiato presso la Freie Universität di Berlino scienze islamiche, turche ed ebraiche e presso la Sabancı Üniversitesi a Istanbul, in Turchia. È stata eletta per la prima volta al Parlamento Europeo nel 2009, quando aveva solo 27 anni, e di nuovo nel 2014, dove venne scelta come Spitzenkandidat per i Verdi assieme a José Bové.

Eickhout, invece, è nato a Groesbeek in Olanda, nel 1976: anche lui parlamentare europeo nella scorsa legislatura, è stato membro della commissione parlamentare sull’ambiente. Ha studiato chimica e scienze ambientali e lavorato come ricercatore per l’Agenzia dell’ambiente olandese. È tra gli autori dei rapporti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu (IPCC), creato nel 1988 per studiare il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.

Ska Keller e Bas Eickhout. (Carsten Koall/dpa)

Nico Cue, Violeta Tomic – GUE/NGL

Il Partito della sinistra radicale europea, invece, ha nominato Violeta Tomič, deputata slovena, e Nico Cué, sindacalista della Vallonia. Tomic è nata a Sarajevo nel 1963, ma è di nazionalità slovena: prima di entrare in politica faceva l’attrice di teatro ed era molto famosa come conduttrice televisiva. Dal 2014 è deputata dell’Assemblea nazionale slovena (la camera bassa del Parlamento sloveno) per il Partito della sinistra radicale Levica. Nico Cué, nato nel 1956, invece ha ricoperto per oltre dieci anni la carica di Segretario Generale dei lavoratori siderurgici nel sindacato FGBT (Fédération Générale du Travail de Belgique) in Belgio: Cué vive a Liegi, dove è concentrata l’industria siderurgica nel paese. «Con questi due candidati vogliamo fare un’offerta chiara al popolo europeo, mostrando che siamo al fianco di tutti coloro che non accettano la crescente contraddizione tra ricchezza e povertà», ha spiegato il presidente della Sinistra Europea, Gregor Gysi. «La questione sociale è il tema chiave dei nostri tempi», ha aggiunto.

Violeta Tomic, a sinistra, accolta dalla sindaca di Maastricht Annemarie Pennte Strake. (EPA/MARCEL VAN HOORN)