Le foto del miglior museo britannico del 2018

È la Tate St Ives, una galleria d'arte in Cornovaglia aperta nel 1993 in un edificio a picco sull'Oceano e ampliata nell'ottobre 2017

La Tate St Ives dopo i lavori di ampliamento e ristrutturazione, con la mostra inaugurale All That Heaven Allows di Rebecca Warren, Cornovaglia, 10 ottobre 2017
(Matt Cardy/Getty Images)
La Tate St Ives dopo i lavori di ampliamento e ristrutturazione, con la mostra inaugurale All That Heaven Allows di Rebecca Warren, Cornovaglia, 10 ottobre 2017 (Matt Cardy/Getty Images)

La Tate St Ives – una galleria d’arte a St Ives, in Cornovaglia – è stata scelta come Museo dell’anno dall’Art Fund, il più importante premio museale del Regno Unito, che prevede 100mila sterline, più di 110mila euro. Il premio è stato consegnato la scorsa settimana in una cerimonia al Victoria and Albert Museum di Londra dall’artista Isaac Julien, vincitore del 2016, e da Andria Zafirakou, Migliore insegnante al mondo nel 2017. L’Art Fund Museum of the Year sceglie tra tutti i musei britannici quelli più innovativi ed esemplari, e tra i finalisti di quest’anno c’erano anche la Ferens Art Gallery a Hull, il Brooklands Museum a Weybridge; la Glasgow Women’s Library, l’unica del Regno Unito dedicata alla storia delle donne, e il Postal Museum di Londra.

La Tate St Ives venne inaugurata nel 1993; l’edificio a picco sulla costa atlantica venne progettato dallo studio Evans & Shalev sul sito di una vecchia centrale del gas. Erano previsti 50 mila visitatori l’anno ma nei primi sei mesi ne arrivarono 120 mila, con una media di 240 mila all’anno: gli spazi espositivi erano sempre affollati, c’erano code per il ristorante sul tetto e nel negozio di souvenir. L’ex direttore esecutivo Mark Osterfield decise allora di ampliarlo e a fine 2015 il museo chiuse per i lavori che raddoppiarono al costo di 20 milioni di sterline, 22 milioni di euro. Il progetto è stato disegnato dallo studio di architettura Jamie Fobert insieme allo studio di ingegneria Max Fordham, e oltre alla ristrutturazione delle gallerie originarie ha previsto l’apertura di un nuovo spazio espositivo scavato nella collina retrostante. I giudici dell’Art Fund hanno apprezzato il rinnovamento perché si è integrato nel museo rinnovandolo.

St. Ives era un paesino di pescatori quando a inizio Novecento divenne un interessante centro artistico britannico, dove vivevano per esempio Barbara Hepworth, Ben Nicholson, Alfred Wallis; divenne ancora più importante negli anni Trenta con la fioritura del Modernismo e poi con l’arrivo di Piet Mondrian e Naum Gabo.