I cappelli di Napoleone

Ne possedeva, pare, 120, ora ne sono rimasti 19: sono conservati quasi tutti nei musei ma ogni tanto qualcuno va all'asta, com'è successo lunedì

Il cappello di Napoleone raccolto sul campo di Waterloo, in Belgio, e venduto all'asta a Lione, in Francia, 14 giugno 2018
(JEAN-PHILIPPE KSIAZEK/AFP/Getty Images)
Il cappello di Napoleone raccolto sul campo di Waterloo, in Belgio, e venduto all'asta a Lione, in Francia, 14 giugno 2018 (JEAN-PHILIPPE KSIAZEK/AFP/Getty Images)

Un cappello quasi certamente appartenuto a Napoleone Bonaparte e recuperato dal campo della battaglia di Waterloo – che fu combattuta il 18 giugno 1815, 203 anni fa, e ne sancì la sconfitta definitiva – è stato venduto all’asta lunedì a Lione, in Francia, per 350 mila euro. Il nuovo proprietario è rimasto anonimo, si sa solo che è un collezionista privato europeo.

Il cappello bicorno, detto anche feluca, è uno dei segni distintivi dell’abbigliamento di Napoleone ma era abitualmente indossato nelle uniformi militari in Europa e poi in America dalla fine del XVIII secolo al 1914; oggi fa parte soprattutto delle divise dei diplomatici e dell’uniforme dei membri dell’Académie française. Napoleone lo portava parallelamente alle spalle anziché perpendicolarmente come i suoi generali, così da essere sempre riconoscibile in battaglia. Si dice che, per il tempo in cui rimase al potere (1799-1815), ne avesse posseduti 120: ne aveva in uso 12 alla volta, ognuno durava circa tre anni e ogni anno ne comprava quattro nuovi, che venivano inizialmente portati dai valletti, i suoi camerieri personali, per ammorbidirli.

Non è facile stabilire con certezza quali oggetti appartennero realmente a Napoleone, ma nel caso di questo cappello ci sono molte prove a favore. Nicolas Dugoujon, l’esperto di cimeli storici e militari che lo ha presentato all’asta, ha spiegato che la sua storia è ben documentata. Sarebbe stato raccolto come trofeo di guerra da un capitano olandese, uno dei paesi della coalizione uscita vittoriosa a Waterloo. I documenti mostrano che passò di mano in mano e che fu anche messo in mostra all’esposizione internazionale di Bruxelles nel 1897. In più è della taglia giusta e ha alcune modifiche solitamente richieste da Napoleone, come la rimozione della guarnizione in pelle di pecora, che detestava, e alcuni rinforzi che lo rendevano più facile da afferrare.

Secondo gli storici, i cappelli di Napoleone rimasti di cui siamo a conoscenza sono 19, conservati soprattutto nei musei. Nel 2014 un suo bicorno che apparteneva alla famiglia reale di Monaco fu venduto all’asta per 1,5 milioni di euro, circa cinque volte il prezzo di partenza, al proprietario dell’azienda alimentare sudcoreana Harim. Quel cappello era in uno stato migliore di questo, che in alcuni punti è sbiadito, strappato e piegato, ma che ha comunque attirato i numerosi appassionati e collezionisti di cimeli appartenuti a Napoleone, uno dei pochi personaggi storici conosciuti in tutto il mondo. Per esempio a novembre una singola foglia d’oro proveniente dalla corona d’alloro che Napoleone indossò il giorno dell’incoronazione è stata venduta all’asta a Parigi per 620mila euro. Il mantello rosso che indossò a Waterloo è invece di proprietà della famiglia reale inglese.

L’asta di un bicorno di Napoleone, venduto per 1,5 milioni di euro, Fontainebleau, Francia, 16 novembre 2014
(AP Photo/Remy de la Mauviniere)

Cosa ha sbagliato Napoleone a Waterloo