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  • Venerdì 27 aprile 2018

Il grosso scandalo sull’immigrazione nel Regno Unito

I giornali britannici hanno scoperto che alcune politiche – promosse da Theresa May da segretaria agli Interni – hanno colpito persone che erano arrivate regolarmente

(Douglas Miller/Keystone/Getty Images)
(Douglas Miller/Keystone/Getty Images)

Quando era segretaria agli Interni, fra il 2012 e il 2013, l’attuale prima ministra britannica Theresa May applicò un approccio molto duro contro l’immigrazione illegale: spiegò in pubblico che il governo conservatore, guidato allora da David Cameron, avrebbe costruito un “ambiente ostile” contro i migranti. Furono approvate leggi che obbligavano a esibire documenti in regola per affittare una casa, aprire un conto in banca e accedere al sistema sanitario, e per Londra giravano camioncini con annunci del governo che invitavano gli stranieri irregolari ad andarsene “a casa” oppure rischiare l’arresto.

Ora le conseguenze di queste leggi hanno costretto May e la sua segretaria agli Interni, Amber Rudd, a scusarsi per la loro durezza durante un recente dibattito parlamentare, soprattutto perché hanno finito per colpire anche una particolare categoria di residenti nel Regno Unito: i membri della cosiddetta generazione Windrush.

22 giugno 1948: la nave “Empire Windrush” sbarca al porto di Tilbury, vicino Londra, con a bordo 482 giamaicani (Keystone/Getty Images)

Il 22 giugno 1948 una ex nave militare della marina inglese, la “Empire Windrush”, sbarcò nel porto di Londra con a bordo 482 migranti giamaicani venuti nel Regno Unito per lavorare. Fu il primo di molti sbarchi del genere: nell’immediato Dopoguerra il governo inglese aveva invitato i cittadini del Commonwealth, cioè il discendente moderno dell’Impero britannico, ad emigrare nel Regno Unito per aiutare il paese nel lungo processo di ricostruzione post-bellica. In cambio della loro manodopera, ai nuovi arrivati fu garantito che sarebbero potuti rimanere per sempre. Nessuno di loro aveva messo in dubbio questa promessa, fino a qualche anno fa.

Il governo Cameron fu eletto, fra le altre cose, con la promessa che sarebbe intervenuto drasticamente sull’immigrazione illegale, che nel Regno Unito riguarda soprattutto giovani stranieri di paesi extra-UE in cerca di lavoro. I nuovi controlli introdotti dal dipartimento di May, però, hanno colpito anche i cittadini del Commonwealth arrivati a bordo della Windrush o navi simili: molti di loro non hanno mai ottenuto la cittadinanza britannica, oppure hanno un passaporto che li identifica come CUKC (“cittadini del Regno Unito e delle sue colonie”).

Non essendo cittadini del Regno Unito nel vero senso della parola, da qualche anno devono dimostrare di essere emigrati prima del 1973 – anno in cui fu introdotta una stretta sui migranti dal Commonwealth – e di aver risieduto continuativamente nel Regno Unito da allora. Non tutti hanno le carte e i documenti necessari per farlo; per di più, nel 2010, il governo ha distrutto gli archivi degli arrivi dei migranti nel Dopoguerra, rendendo impossibile accertare la verità sulla loro condizione. Nessuno sa nemmeno quanti siano esattamente i membri della generazione Windrush: le stime vanno da 50mila a 500mila persone.

Trevor Johnson arrivò dalla Giamaica nel 1971, quando aveva dieci anni. I suoi genitori lavoravano nel Regno Unito già da diverso tempo. Nel suo nuovo paese si è poi sposato e ha avuto due figlie. Nel 2014, un impiegato di Capita – una delle aziende assunte dal governo britannico per occuparsi di immigrazione illegale – gli disse al telefono che si trovava nel paese illegalmente, e che presto sarebbe stato deportato. Johnson perse la possibilità di lavorare o di ricevere sussidi, scrive il Guardian, e si ridusse a elemosinare per strada. Due anni fa la sua situazione si è sbloccata grazie a un’anziana cittadina britannica che sentì parlare del suo caso e garantì sul fatto che era arrivato prima del 1973 (la signora lavorava alla scuola elementare che Johnson aveva frequentato). Il dipartimento degli Interni le ha creduto e ha garantito a Johnson un permesso di soggiorno fino al 2024, rinnovabile.

Non sempre il governo si è dimostrato così flessibile. Il New York Times ha raccontato la storia di Renford McIntyre, un uomo di 64 anni che ha perso il lavoro e la casa dopo essere stato erroneamente considerato un immigrato irregolare. McIntyre ha provato a fornire al dipartimento degli Interni i documenti scolastici e la dichiarazione dei redditi, he dimostrano che ha studiato nel paese e ci lavora da circa cinquant’anni. «Mi hanno detto che non sono britannico. Sono rimasto stupito», ha raccontato.

Theresa May, ai tempi segretaria degli Interni, spiega la politica dell'”ambiente ostile”

Le inchieste dei giornali sulla generazione Windrush, soprattutto del Guardian, hanno costretto i politici britannici a prendere una posizione o a offrire chiarimenti. «In quegli anni abbiamo sviluppato e continuiamo ad avere un’ossessione poco salutare per i numeri. Eravamo legati a degli obiettivi irrealistici, obiettivi che non sono stati realizzati a dieci anni di distanza, eppure continuiamo a porceli», ha detto di recente Sayeeda Warsi, che fra il 2012 e il 2014 è stata segretario per il Commonwealth del governo Cameron.

Warsi si riferisce al fatto che il governo Cameron si era impegnato a diminuire i numeri dell’immigrazione annuale dalle centinaia di migliaia alle “decine di migliaia”, e per questo aveva ideato la politica dell’ambiente ostile e tenuto un atteggiamento così severo sul tema. Un’inchiesta di BBC ha scoperto inoltre che il governo Cameron si era dato come obiettivo quello di deportare 12.000 migranti illegali fra 2015 e 2016. «Alla fine stiamo subendo le conseguenze indesiderate delle politiche che stiamo applicando», ha concluso Warsi parlando della generazione Windrush. I critici del governo hanno invece accusato i conservatori di aver voluto applicare politiche di estrema destra per compiacere il proprio elettorato, a discapito dei diritti delle persone coinvolte.

Il governo May non ha gestito al meglio le polemiche. Dopo aver dato la colpa all’opposizione e ad alcuni funzionari governativi, durante un dibattito parlamentare tenuto dieci giorni fa sul tema della generazione Windrush, l’attuale segretaria Amber Rudd ha chiesto scusa per l’approccio del governo, spiegando che «il dipartimento degli Interni si è concentrato troppo sulla politica e la strategia, e a volte ha perso di vista le persone». Il leader dei Laburisti, Jeremy Corbyn, ha chiesto a Rudd di dimettersi per aver applicato le stesse politiche della sua predecessora, cioè Theresa May.

Nel frattempo il governo ha messo in piedi un numero di assistenza telefonica per le persone della generazione Windrush che hanno avuto problemi per il permesso di soggiorno. «Il Regno Unito farà tutto quello che è necessario, incluso risarcire chi è stato danneggiato, per risolvere le ansie e i problemi che alcuni membri della generazione Windrush hanno sofferto», ha detto qualche giorno fa Theresa May.