• Mondo
  • Martedì 10 aprile 2018

La politica polacca ha una certezza in meno

Jarosław Kaczyński, leader del partito di maggioranza, non guiderà più le marce mensili per ricordare la morte di suo fratello Lech, protagonista di diverse teorie complottiste

(AFP PHOTO / JANEK SKARZYNSKI)
(AFP PHOTO / JANEK SKARZYNSKI)

Martedì pomeriggio si conclude uno dei riti più puntuali e controversi della politica polacca: Jarosław Kaczyński, leader del partito di maggioranza Diritto e Giustizia, ha annunciato che guiderà l’ultima marcia mensile a Varsavia per commemorare i morti dell’incidente aereo che il 10 aprile 2010 causò la morte di Lech Kaczyński, fratello gemello di Jarosław e presidente polacco in carica, e altre 95 persone.

Le marce guidate da Jarosław Kaczyński erano considerate dai sostenitori di Diritto e Giustizia un’occasione per ricordare il più traumatico incidente aereo nella storia della Polonia. Per gli avversari di Kaczyński, erano manifestazioni politiche interessate a sostenere le molte teorie complottiste circolate intorno all’incidente aereo, mai dimostrate. Le indagini successive parlarono di un errore umano, ma Kaczyński e i suoi sostenitori non hanno mai creduto alla versione ufficiale e hanno parlato di esplosioni a bordo, errori intenzionali dei controllori di volo o trame dell’allora presidente del Consiglio polacco, Donald Tusk. Nessuna di queste teorie è mai stata dimostrata, ma le marce di Kaczyński sono servite a mantenere alto l’interesse dell’opinione pubblica sia sull’incidente sia sulle teorie complottiste promosse dai suoi organizzatori.

A sette anni dalla prima marcia, però, sono cambiate molte cose: Diritto e Giustizia ha vinto le elezioni polacche, e da due anni guida un governo così radicale e autoritario che l’Unione Europea ha minacciato più volte di attivare l’articolo 7 del Trattato di Lisbona, cioè quello che potrebbe far perdere alla Polonia il diritto di voto nelle istituzioni europee. Gli avversari politici dei Kaczyński sono finiti all’opposizione, e non possono più essere accusati di insabbiamenti e depistaggi. Ma la ragione più importante, scrive il Financial Times, è che i polacchi non si sono convinti che l’incidente aereo sia stato causato da un complotto. Un recente sondaggio realizzato dall’agenzia internazionale Kantar Millward Brown mostra che solo il 26 per cento dei polacchi crede alle teorie complottiste dietro alla morte di Lech Kaczyński.

Suo fratello Jarosław ha spiegato che concluderà l’esperienza delle marce perché aveva promesso che avrebbe tenuto una manifestazione per ciascun morto nell’incidente – e in effetti quella di oggi sarà la 96esima manifestazione – e perché proprio oggi è stato inaugurato un monumento celebrativo dell’incidente. Non tutti gli credono: Jacek Kucharczyk, sociologo e presidente di un noto think tank polacco, ha spiegato al Financial Times: «ora che [Diritto e Giustizia] è al governo, non può più accusare Piattaforma Civica [il partito di Tusk] di non voler risolvere questo presunto mistero. Adesso Kaczyński ha a disposizione altri mezzi per mantenere il suo ruolo nel dibattito politico».