È il giorno di Mark Zuckerberg al Congresso

Oggi testimonierà davanti al Senato in un'attesa audizione sul caso Cambridge Analytica e le interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali statunitensi

Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, in visita al Congresso degli Stati Uniti - Washington, DC (AP Photo/J. Scott Applewhite)
Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, in visita al Congresso degli Stati Uniti - Washington, DC (AP Photo/J. Scott Applewhite)

Martedì il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, testimonierà davanti al Congresso degli Stati Uniti per spiegare il modo in cui il suo social network gestisce i dati degli utenti, alla luce del recente caso Cambridge Analytica e delle indagini sulle interferenze della Russia nella campagna elettorale per le presidenziali statunitensi del 2016 e in altre elezioni in giro per il mondo. Zuckerberg parlerà davanti a due Commissioni del Senato riunite insieme, giudiziaria e del commercio, a partire dalle 14:15 di Washington (le 20:15 in Italia), mentre mercoledì testimonierà davanti alla Commissione dell’energia e del commercio della Camera, a partire dalle 10 (le 16 in Italia). Entrambe le audizioni sono molto attese, anche perché finora Zuckerberg aveva preferito non comparire davanti al Congresso, inviando altri manager. L’approccio è cambiato nelle ultime settimane dopo le numerose critiche sulla gestione dei dati degli iscritti a Facebook, con Zuckerberg che si è assunto buona parte delle responsabilità.

Zuckerberg a Washington
In vista delle audizioni, lunedì Zuckerberg ha incontrato alcuni importanti politici a Washington e membri delle Commissioni davanti alle quali dovrà testimoniare. Tra la curiosità di chi lavora negli uffici e la calca di giornalisti e fotografi al loro esterno, Zuckerberg ha fatto visita al senatore democratico della Florida Bill Nelson, presidente della Commissione per il commercio. Zuckerberg non ha fatto dichiarazioni alla stampa, mentre Nelson ha detto di essere convinto che il CEO di Facebook abbia assunto “seriamente” il controllo della situazione, sostenendo che sia consapevole del fatto che potrebbero arrivare nuove leggi per normare in modo più severo la gestione dei dati degli utenti iscritti ai servizi online.

Nelson ha detto di essere scettico sul fatto che Facebook possa sistemare da solo le cose: «Se non ce ne occuperemo, nessuno di noi avrà mai più un po’ di privacy». Zuckerberg ha incontrato altri membri della Commissione per il commercio, che hanno preferito non fare dichiarazioni.

Testimonianza scritta
Lunedì, intanto, la Commissione per l’energia e il commercio della Camera ha reso pubblica la dichiarazione scritta che Zuckerberg leggerà all’inizio della sua audizione. Non contiene nulla di inatteso, con un riepilogo del caso Cambridge Analytica e delle decisioni assunte per evitare che si possa verificare qualcosa di analogo in futuro. La dichiarazione affronta il caso delle interferenze della Russia nella campagna elettorale del 2016. C’è un’ammissione di responsabilità già formulata in passato, ma ora con meno ambiguità: «Non abbiamo avuto una visione sufficientemente ampia delle nostre responsabilità ed è stato un errore. È stato un mio errore e me ne scuso. Ho ideato Facebook, ora lo gestisco e sono responsabile per ciò che accade al suo interno. Quindi ora è necessario affrontare ogni aspetto della nostra relazione con gli utenti e assicurarci di avere una visione sufficientemente ampia delle nostre responsabilità».

La testimonianza scritta contiene numerose indicazioni su cosa sta facendo e farà Facebook nei prossimi mesi, sia sul piano della protezione dei dati sia su quello del contrasto all’utilizzo del social network da parte di organizzazioni per diffondere notizie false o condizionare le elezioni. Molte di queste soluzioni erano già state anticipate nei giorni scorsi da Facebook e non ci sono grandi novità.

Privacy e app
Per quanto riguarda la privacy e la tutela degli utenti, le applicazioni esterne potranno usare molti meno dati degli iscritti a Facebook e l’accesso alle loro informazioni sarà sospeso se le app non sono utilizzate da tre mesi. Ogni applicazione potrà accedere – in modo predefinito quando la si attiva – solamente a nome, foto profilo e indirizzo email: Facebook sostiene sia la quantità di dati più bassa che viene messa a disposizione degli sviluppatori rispetto a cosa fa la concorrenza. Chi produce le app dovrà sottoscrivere un contratto con regole più severe, nel quale si impegnano a non diffondere i dati raccolti tramite Facebook. Ogni utente avrà a disposizione sistemi di controllo più chiari e semplici per decidere quali app mantenere e a quali negare l’accesso.

Interferenze
Sul tema delle interferenze nelle elezioni, la testimonianza scritta elenca la recente adozione di “nuove tecnologie per prevenire abusi”, che comprendono l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale per identificare e rimuovere più rapidamente gli account fasulli. Facebook sostiene che questa e altre soluzioni si siano già rivelate efficaci, per esempio nelle recenti elezioni in Francia e Germania. Oltre ai sistemi automatici, Facebook avrà entro fine anno 20mila impiegati a tempo pieno nella gestione della sicurezza del social network, una decisione che «comporterà un impatto sui nostri utili nel futuro».

Zuckerberg ha inoltre confermato regole più severe per chi vuole fare campagna elettorale tramite le pubblicità su Facebook. Ogni inserzionista dovrà essere verificato e ogni pubblicità dovrà mostrare chiaramente da chi è stata finanziata. Le Pagine con molti iscritti dovranno essere per forza certificate, altra soluzione che dovrebbe ridurre i casi di Pagine gestite da account fasulli e troll.

Domande e risposte
Al termine della lettura della dichiarazione scritta, i membri delle Commissioni potranno fare le loro domande a Zuckerberg per chiedere chiarimenti e soprattutto accertare le responsabilità della sua azienda nella mancata tutela della privacy degli iscritti e nella diffusione di notizie false e della propaganda per condizionare le elezioni. Stando alle dichiarazioni fornite nei giorni scorsi, molti membri del Congresso sembrano essere piuttosto agguerriti e intenzionati a mettere in difficoltà Zuckerberg, per dimostrare agli elettori di avere comunque capacità di controllo su un’azienda enorme, giudicata per alcuni una sorta di “stato parallelo” globale con oltre 2 miliardi di iscritti nel mondo.

Secondo i giornali statunitensi, nei giorni scorsi Zuckerberg si è preparato all’audizione con un gruppo di legali di Facebook. Un po’ come avviene nella preparazione dei dibattiti presidenziali, Zuckerberg avrebbe partecipato ad alcune simulazioni dove i legali fingevano di essere i membri della Commissioni, in modo da rendere più realistica la preparazione alla sessione di domande e risposte.

Ricerca
Poco prima che fosse diffusa la dichiarazione scritta, lunedì Zuckerberg ha pubblicato un post su Facebook dove ha annunciato la costituzione di una «commissione di ricerca indipendente sulle elezioni», che avrà il compito di compiere ricerche sugli effetti dei social network «sulle elezioni e sulla democrazia». Per la prima volta gruppi di ricercatori avranno libero accesso alle informazioni raccolte da Facebook, una possibilità che veniva richiesta da tempo dalle università e da altri centri di ricerca per capire l’influsso del più grande social network al mondo sulla società. Facebook si era sempre rifiutato di farlo, per lo meno estesamente, con grande frustrazione dei ricercatori. Secondo molti analisti, parte dei problemi legati alle interferenze della Russia sarebbero stati probabilmente evitabili se Facebook avesse dato più accesso a chi fa ricerca. Il nuovo annuncio potrebbe portare a qualche beneficio, anche perché Facebook consentirà ai ricercatori di «condividere pubblicamente il loro lavoro», senza la necessità di approvazioni o autorizzazioni preventive.