• Sabato 3 marzo 2018

Dove, come e quando si vota

Domande e risposte su tempi, modi e luoghi delle elezioni politiche nazionali, le prime con la nuova legge elettorale

LaPresse/Nicolò Campo
LaPresse/Nicolò Campo

Le elezioni dei nuovi membri di Senato e Camera sono domani, domenica 4 marzo. Per la prima volta dal 2006 si vota con una nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis, che ha introdotto un sistema misto fra uninominale e proporzionale e ha cambiato i collegi. La spiegazione lunga della nuova legge elettorale è qui; la versione lunga su come si vota è qui. Qui avanti, invece, abbiamo raccolto le informazioni essenziali da sapere sul voto di domani. Prima, un link utile se oltre a come votare, avete ancor qualche dubbio su cosa votare.

I programmi dei grandi partiti, spiegati

Dove si vota
Nelle sezioni elettorali del proprio Comune di residenza. Le sezioni sono indicate sulla tessera elettorale e ogni Comune può fornire maggior informazioni sulle proprie sezioni.

Quando si vota
Dalle 7 alle 23. Solo domani, domenica 4 marzo. A differenza di altre elezioni politiche, i seggi non saranno aperti di lunedì.

Chi può votare
Per la Camera può votare chiunque abbia compiuto 18 anni entro il 4 marzo; per il Senato può votare chiunque abbia 25 anni, sempre entro il 4 marzo. Gli elettori per la Camera sono più di 46 milioni, quelli per il Senato poco meno di 43 milioni. Gli italiani all’estero hanno già votato: avevano tempo fino al primo marzo.

Cosa serve per votare
Soprattutto un documento d’identità: la carta d’identità o un documento con fotografia, anche se scaduto, o una tessera di riconoscimento di un ordine professionale, purché con fotografia. Serve poi la tessera elettorale: chi l’ha persa potrà chiederla oggi o domani agli uffici comunali competenti. Il sito del ministero dell’Interno dice che saranno aperti dalle 9 alle 19.

Com’è fatta la scheda
Il nuovo sistema misto, proporzionale e maggioritario, e prevede che il Parlamento venga eletto in due modi diversi ma collegati: un modo viene chiamato “uninominale” e un modo viene chiamato “proporzionale”.“Uninominale” vuol dire che in ogni collegio le coalizioni o i partiti candidano una sola persona, e chi prende più voti tra le persone candidate (basta un solo voto in più) ottiene un seggio; “proporzionale” vuol dire che i seggi vengono invece divisi in modo proporzionale. Circa un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in confronti diretti nei collegi uninominali, e i restanti due terzi saranno eletti col sistema proporzionale.

Ogni scheda sarà divisa in un certo numero di aree separate tra loro, corrispondenti a ciascun partito o coalizione. All’interno di ogni area ci sarà in testa uno spazio rettangolare con un unico nome: è il candidato scelto da ogni coalizione – o partito – nel collegio uninominale. Siccome all’uninominale ogni coalizione deve presentare un solo candidato, può capitare che nel vostro collegio non ci sia il candidato del vostro partito preferito, ma quello scelto dalla coalizione a cui appartiene.

Sotto lo spazio rettangolare ci saranno una serie di caselle con un simbolo di partito e un certo numero di nomi, dai due ai quattro. Sono le singole liste dei candidati dei partiti che formano la coalizione, che a sua volta sostiene il candidato di cui sopra; i nomi sotto al simbolo sono i nomi dei candidati di quel partito nella parte proporzionale. La scheda per la Camera dei deputati è rosa, la scheda per il Senato è gialla, ma sono fatte allo stesso modo: questa, per esempio, è una sezione della scheda del collegio Lombardia 1-14 per la Camera.

Come si vota
Si possono fare al massimo due segni sulla scheda: si può barrare il nome del candidato al collegio uninominale che preferiamo e poi scegliere una delle liste che lo appoggiano. Quindi i due segni devono essere fatti nella stessa area: non è possibile scegliere un candidato all’uninominale e un partito di una coalizione diversa da quella di quel candidato (quello che si chiama “voto disgiunto”). Una volta scelto un candidato uninominale, è possibile scegliere solo e soltanto una delle liste che lo appoggiano. Se si sceglie una lista in un’altra coalizione, la scheda viene annullata.

Altra cosa importante: non sono previste le preferenze. Si può votare una lista, ma non si può scegliere a quale candidato di quella lista dare il proprio voto: la lista dei nomi è solo un’informazione in più. Se alla scheda si aggiungono altri segni sui nomi dei candidati, si rischia di vedere il proprio voto annullato. La procedura più nel dettaglio e la spiegazione di cosa succede dopo aver votato è qui.

Il tagliando antifrode
È il nuovo meccanismo per combattere il voto di scambio. Serve per garantire la regolarità del voto e la conseguenza diretta sull’elettore è che non sarà lui o lei a mettere la scheda nell’urna, ma il presidente del seggio, dopo averla ricevuta dall’elettore.

Domenica non metteremo più la scheda nell’urna

Come sapere il proprio collegio
A seconda del proprio comune di residenza si fa parte di un determinato collegio, con candidati diversi da quelli degli altri collegi. È utile per sapere chi si vota:

Come sapere qual è il vostro collegio alle elezioni politiche

Lazio e Lombardia
In queste due regioni si vota anche per rinnovare il consiglio regionale. Vi rimandiamo alle guide che abbiamo scritto sulle elezioni regionali in LombardiaLazio.

Preferite ascoltare piuttosto che leggere?
Nel podcast del Post abbiamo risposto, in poco più di 20 minuti, a tutte le domande necessarie su come si vota, su come i voti diventeranno seggi in Parlamento e su cosa potrebbe succedere dopo, a livello politico.

L’Italia dopo il 4 marzo

Altre domande?
In queste settimane abbiamo provato a rispondere a molte, qui sul Post. Sul sito del ministero dell’Interno ci sono poi 39 risposte a domande frequenti, che entrano più nel dettaglio su vari argomenti. Per esempio: come fa a votare chi è ricoverato in ospedale?