Domenica non metteremo più la scheda nell’urna

Per via di un nuovo sistema introdotto per evitare il voto di scambio, ma non è l'unica cosa che cambierà nel modo in cui si vota

Operazioni di voto in un seggio elettorale a Roma, 24 febbraio 2013. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Operazioni di voto in un seggio elettorale a Roma, 24 febbraio 2013. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Alle elezioni politiche di domenica 4 marzo ci saranno parecchie novità nel modo di votare rispetto al recente passato. Per esempio si voterà per un giorno soltanto (era dal 2001 che non accadeva alle politiche), troveremo di nuovo i nomi dei candidati sulla scheda elettorale e, infine, per via di un nuovo meccanismo anti-frode, non metteremo più personalmente la scheda nell’urna, ma sarà il presidente del seggio a farlo per noi. Le modifiche sono state introdotte dalla nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, un sistema misto proporzionale e maggioritario per certi versi simili al vecchio Mattarellum (qui trovate una spiegazione completa di come funziona il nuovo sistema).

Il tagliando antifrode
La novità più visibile introdotta dalla legge elettorale sarà il “tagliando antifrode”, un meccanismo che farà sì che non sarà più l’elettore a inserire personalmente la scheda nell’urna. Funziona così: una volta entrato nel seggio, l’elettore riceverà una scheda con un codice identificativo riportato su una parte rimovibile. Il presidente del seggio annoterà sul registro questo codice accanto a quello dell’elettore. Una volta espressa la sua preferenza, l’elettore riporterà la scheda chiusa al presidente del seggio, il quale controllerà che il codice della scheda corrisponda a quello annotato sul registro, che rimarrà visibile anche sulla scheda chiusa. A quel punto rimuoverà il tagliando con il codice, in modo da eliminare la possibilità di risalire all’identità di chi ha espresso il voto, e inserirà la scheda nell’urna.

Questo meccanismo serve a contrastare il voto di scambio. Grazie al tagliando, infatti, sarà possibile verificare che la scheda consegnata dall’elettore sia proprio quella che gli è stata consegnata dal presidente del seggio e non un’altra – contraffatta o no – che l’elettore potrebbe aver portato con sé dall’esterno. In passato, infatti, si sono verificati casi in cui prima di recarsi a votare gli elettori ricevevano una scheda già compilata. Una volta dentro al seggio gli elettori scambiavano le schede, depositavano nell’urna quella già compilata e mostravano all’esterno quella bianca ricevuta al seggio, come prova di aver votato nel modo “giusto” e così da poter ricevere la ricompensa accordata. La scheda “bianca” veniva votata fuori dal seggio e affidata a un nuovo elettore, che imbucava quella e poi portava fuori un’altra scheda “bianca”, e così via.

I nomi sulle schede
Un’altra novità è che gli elettori troveranno sulle schede i nomi dei candidati che possono votare. Su ogni scheda ci saranno i nomi dei candidati nei collegi uninominali, scritti in un riquadro rettangolare, sotto al quale saranno presenti i simboli delle liste che li appoggiano. Accanto ai singoli simboli delle liste gli elettori troveranno anche altri nomi, dai 2 ai 4: sono i candidati nei singoli listini proporzionali. Non sarà possibile scegliere il singolo candidato nel listino: barrare il simbolo della lista significherà dare automaticamente il proprio voto a tutti i membri della lista oltre che al candidato uninominale che quella lista appoggia. Non è possibile il voto disgiunto: cioè mettere un segno su un candidato all’uninominale e su una lista diversa da quelle che lo appoggiano.

È un’importante differenza rispetto alla legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum utilizzato nelle precedenti tre elezioni, quando sulla scheda non erano presenti nomi di candidati. L’elettore poteva soltanto mettere un simbolo sulle liste che componevano ciascuna lista. Le liste di candidati erano molto lunghe, decine di nomi per ogni circoscrizione, e, di fatto, una volta entrato nel seggio, l’elettore non aveva modo di sapere quali candidati avrebbero ricevuto il suo voto.

Si vota un giorno soltanto
Un’altra novità è che si voterà per un giorno soltanto. Le operazioni di voto inizieranno alle 7 di mattina di domenica 4 marzo e termineranno alle 23. Nel 2006, nel 2008 e nel 2013, invece, si votò per due giorni: dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 del lunedì.

Come si vota alle elezioni politiche, for dummies