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  • Mercoledì 18 ottobre 2017

Le foto delle manifestazioni a Barcellona

Decine di migliaia di persone hanno protestato contro l'arresto di due popolari leader indipendentisti, i "due Jordi", definiti da alcuni "prigionieri politici"

(LLUIS GENE/AFP/Getty Images)
(LLUIS GENE/AFP/Getty Images)

Ieri sera a Barcellona decine di migliaia di persone hanno protestato contro la carcerazione preventiva di due importanti leader catalani, Jordi Sánchez e Jordi Cuixart, capi rispettivamente dell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) e di Ómnium, le due più importanti organizzazioni indipendentiste catalane. I “due Jordi”, come sono spesso chiamati, sono in prigione da lunedì sera con l’accusa di sedizione, un reato previsto dal codice penale spagnolo che prevede pene molto alte per coloro che impediscono l’applicazione della legge con la forza o con metodi fuori dalla legge. Alla manifestazione, che si è concentrata soprattutto sulla Diagonal e sul Paseo de Grácia, hanno partecipato anche diversi esponenti dei partiti indipendentisti catalani, tra cui l’ex presidente Artur Mas, la deputata Anna Gabriel (della CUP, partito di sinistra radicale) e membri del governo guidato dal presidente Carles Puigdemont.

Oltre a Barcellona, dove la polizia municipale stima che abbiano manifestato in 200mila, cantando “siamo tutti Jordi” e accendendo candele e sventolando bandiere catalane, manifestazioni simili si sono tenute a Tarragona, Lleida e Girona.

Le accuse a Sánchez e Cuixart si riferiscono ai fatti del 20 e del 21 settembre scorsi, quando la polizia spagnola, su mandato di un giudice, entrò in alcuni edifici governativi catalani a Barcellona per sequestrare tutto il materiale legato al referendum sull’indipendenza della Catalogna dell’1 ottobre, considerato illegale dalla magistratura e dal governo spagnoli. La polizia arrestò poi 14 funzionari catalani e in quell’occasione migliaia di persone si radunarono attorno agli edifici impedendo alla Guardia civile spagnola di uscire per diverse ore: i due Jordi sono accusati di avere organizzato e coordinato quella mobilitazione.

I leader indipendentisti catalani hanno definito Sánchez e Cuixart dei “prigionieri politici”, un’espressione rifiutata però da molti deputati dell’opposizione. Le critiche alla loro carcerazione sono arrivate anche da partiti catalani contrari all’indipendenza, come il Partito Socialista Catalano (la sezione locale del PSOE) e Catalunya Sí que es Pot (un gruppo legato a Podemos). Secondo il País, il loro arresto «ha dato ossigeno all’indipendentismo», dopo le difficoltà e la confusione degli ultimi giorni dovute alla dichiarazione d’indipendenza sospesa dal presidente Puigdemont. Intanto la Procura generale spagnola sta cercando di ampliare le indagini a carico di Josep Trapero, il capo dei Mossos d’Esquadra (la polizia catalana), che qualche ora prima della carcerazione preventiva dei “due Jordi” si era presentato allo stesso tribunale di Madrid per rispondere anch’egli dell’accusa di sedizione. Per lui erano state decise solo alcune misure cautelari, come il ritiro del passaporto e l’obbligo di firma ogni 15 giorni, ma la magistratura sta valutando se accusarlo di avere avuto un ruolo più ampio nella difesa del fronte indipendentista durante il referendum dell’1 ottobre.

Il governo spagnolo ha dato tempo a Puigdemont fino a domani mattina alle 10 per ritirare la dichiarazione di indipendenza della Catalogna e “ritornare nella legalità”. Se questo non succederà, il governo avvierà il processo per applicare l’articolo 155 della Costituzione, che gli consentirà di riportare sotto il suo controllo alcune istituzioni catalane (per esempio si parla della sostituzione dei membri del governo e della convocazione di elezioni anticipate).