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  • Mercoledì 27 settembre 2017

In Germania non ci sono mai stati così tanti parlamentari

Saranno 709, parecchi di più dell'ultima legislatura: è possibile perché nel particolare sistema elettorale tedesco il numero dei deputati non è fisso

(Soeren Stache/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Soeren Stache/picture-alliance/dpa/AP Images)

Le elezioni di domenica in Germania hanno prodotto il Parlamento più numeroso di sempre. Nel sistema tedesco, infatti, il numero dei parlamentari non è fisso. La legge stabilisce un numero minimo, 598 deputati, che però può crescere fin quasi a 900 a seconda dell’esito dell’elezioni. Quest’anno i deputati tedeschi saranno 709, il numero più alto di sempre. Alle scorse elezioni furono eletti in 630, nel 2009 furono 622.

Questa particolare situazione è possibile grazie al sistema elettorale tedesco. È un proporzionale misto, cioè con alcune componenti di maggioritario. Il meccanismo base con cui si distribuiscono i seggi è quello proporzionale: ogni partito riceve seggi in proporzione a quanti voti ha ricevuto. Chi prende il 40 per cento dei voti, quindi, avrà circa il 40 per cento dei seggi. Il paese, inoltre, è diviso in 299 collegi uninominali e maggioritari, dove i candidati si affrontano direttamente e ottiene il seggio chi prende un voto più degli altri (è il cosiddetto sistema “first past the post”, il primo prende tutto).

Ogni elettore tedesco dispone di due voti. Con il primo (“erststimme”) sceglie un singolo candidato all’interno del proprio collegio uninominale maggioritario: chi prende un voto in più degli altri viene eletto. Con il secondo voto (“zweitstimme”) l’elettore sceglie una lista o un partito. Questo voto è quello proporzionale ed è considerato il più importante perché è quello che stabilisce qual è la percentuale di seggi parlamentari che avrà ogni partito. Tutti i candidati eletti nei collegi con il primo voto, quello dei collegi uninominali hanno diritto a sedere in Parlamento, anche se sono in numero maggiore rispetto alla quota proporzionale che spetterebbe a quel partito.

Per esempio, immaginiamo che nel Parlamento tedesco ci siano solo cento seggi e che un partito ottenga il dieci per cento nel voto proporzionale, ma riesca a ottenere vittoria in quindici collegi uninominali. Questo partito si vedrà assegnati quindici seggi in Parlamento, perché i candidati che vincono nell’uninominale sono sempre eletti. Ma il sistema tedesco stabilisce anche che le proporzioni stabilite dal secondo voto, quello proporzionale, devono essere sempre rispettate. Anche se il nostro partito ha ottenuto quindici seggi, quindi, non potrà avere più del dieci per cento del totale dei deputati in Parlamento. Per pareggiare i conti, quindi, tutti gli altri partiti ricevono un numero di seggi in più in modo da mantenere inalterata la proporzione.

Ricapitoliamo: il meccanismo fondamentale alla base di questo sistema è che i candidati eletti con il sistema maggioritario – quello del primo voto – sono eletti in ogni caso, anche se sono in numero maggiore rispetto alla quota proporzionale che spetterebbe a un certo partito. Questo è possibile perché il numero di parlamentari non è fisso: come abbiamo visto è sempre possibile aggiungere altri seggi in modo da rispettare le proporzioni tra i partiti stabilite dal secondo voto.

Quello che è accaduto alle ultime elezioni è che i due principali partiti, la CDU/CSU di Angela Merkel e i socialdemocratici della SPD, hanno vinto in praticamente tutti i collegi uninominali.


In nero i collegi uninominali vinti dalla CDU/CSU, in rosso quelli vinti dalla SPD, in azzurro quelli vinti da AfD in viola quelli vinte da Die Linke

Al contempo, però, entrambi hanno ottenuto un pessimo risultato nel voto proporzionale, uno dei peggiori della loro storia. Nel voto proporzionale, il secondo voto come ricordate, i piccoli partiti sono andati molto bene. L’unione di questi due fattori ha fatto sì che grazie al voto nei collegi i due principali partiti si sono trovati a controllare molti più seggi di quanti gliene sarebbero spettati in base alla ripartizioni proporzionale. Per mantenere le proporzioni quindi, i piccoli partiti hanno ricevuto un altissimo numero di seggi integrativi, portando così il parlamento a 709 deputati, la cifra più alta di sempre.