Forse tra i vichinghi anche le donne potevano essere guerriere

Un nuovo studio ha confermato che le ossa trovate in una tomba vichinga insieme ad armi e oggetti "maschili" appartenevano a una donna, mettendo molte cose in discussione

Illustrazione risalente al 1889 della tomba Bj 581 del sito archeologico di Birka (American Journal of Physical Anthropology/Università di Uppsala)
Illustrazione risalente al 1889 della tomba Bj 581 del sito archeologico di Birka (American Journal of Physical Anthropology/Università di Uppsala)

Un gruppo di archeologi dell’Università di Uppsala, in Svezia, ha confermato che in una tomba vichinga piena di armi che gli storici davano per certo essere appartenute a un guerriero, era sepolta una donna. La tomba, identificata con la sigla Bj 581, fa parte del sito archeologico di Birka, un importante centro commerciale vichingo tra il settimo e l’ottavo secolo, che si trova a Björkö, una piccola isola del lago Mälaren, poco lontano da Stoccolma. Non esistono altri casi di tombe vichinghe in cui i resti di una donna siano stati trovati insieme ad armi, quindi finora gli storici avevano sempre escluso che fossero davvero esistite guerriere vichinghe, considerando le donne guerriere (le “skjaldmær”) delle saghe nordiche come semplici figure mitologiche, come le valchirie. La tomba Bj 581 però potrebbe mettere in discussione questa convinzione secondo le conclusioni dei ricercatori, pubblicate sull’American Journal of Physical Anthropology.

Birka, che dal 1993 fa parte del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, è stata scoperta nella seconda metà dell’Ottocento e così la tomba Bj 581, al cui interno furono trovati una spada, un’ascia, una lancia, arco e frecce, un coltello da battaglia, due scudi, i resti di due cavalli e dei pezzi di un gioco da tavolo simile agli scacchi, forse il hnefatafl. Per anni si diede per scontato che le ossa nella tomba appartenessero a un uomo perché questi erano oggetti da guerrieri. Negli anni Settanta una prima analisi delle ossa della tomba, poco considerata da altri studiosi, aveva indicato che appartenevano a una donna e la stessa cosa l’aveva detta nel 2014 la bioarcheologa dell’Università di Stoccolma Anna Kjellströmm basandosi sulla forma e sulla dimensione del bacino e della mandibola. Lo studio dell’Università di Uppsala però è il primo fatto con delle analisi genetiche: il genoma di ogni osso presente nella tomba è stato sequenziato, per verificare che tutte le ossa appartenessero alla stessa persona e che questa persona fosse una donna, come è stato confermato.

tomba_guerriera_vichingaIllustrazione di come apparve la tomba Bj 581 di Birka fatta dal disegnatore Evald Hansen sulla base dello schizzo dell’entomologo Hjalmar Stolpe, scopritore del sito archeologico sull’isola di Björkö, e pubblicata nel 1889; la disposizione delle ossa è dovuta al fatto che in queste tombe i morti venivano sepolti seduti su una sedia (American Journal of Physical Anthropology/Università di Uppsala)

Dopo che Kjellströmm aveva presentato i risultati della sua analisi nel 2014, per poi pubblicarli nel 2016, molti archeologi ne avevano messo in discussione l’importanza facendo ipotesi alternative a quella dell’esistenza di una guerriera vichinga: alcuni avevano ipotizzato che le ossa della tomba Bj 581 fossero state scambiate con quelle di un’altra tomba ai tempi dei primi scavi, nell’Ottocento; altri avevano ipotizzato che nella tomba originariamente si trovassero anche i resti di un uomo e che gli oggetti del corredo funebre fossero suoi. Era anche stato fatto presente che in alcuni casi nelle tombe di uomini vichinghi erano stati trovati dei gioielli in aggiunta alle armi e in quelle delle donne erano state trovate armi in aggiunta ad altri oggetti ritenuti femminili: l’ipotesi degli archeologi in questi casi è che gli oggetti solitamente associati al sesso opposto a quello dei resti siano parte dell’eredità delle persone sepolte, o qualcosa che i loro parenti avevano voluto lasciare insieme a loro.

Tuttavia i ricercatori dell’Università di Uppsala, guidati dall’archeologa Charlotte Hedenstierna-Jonson, hanno escluso queste ipotesi. In particolare, secondo loro, la disposizione delle ossa e degli oggetti nella tomba non fa pensare che ci fosse qualcun altro sepolto lì. Se anche ci fosse stato un uomo, non si spiegherebbe l’assenza di oggetti comunemente associati alle donne come accompagnamento dei resti femminili. Sul suo blog l’archeologo svedese Martin Rundkvist, che non fa parte del gruppo dei ricercatori di Uppsala, ha anche fatto notare che non ci sono casi noti in cui delle donne furono sepolte come “accompagnatrici” nelle tombe di guerrieri uomini.

Questa è l’unica tomba vichinga trovata finora in cui sono stati trovati resti femminili e solo oggetti comunemente associati ai guerrieri. Per questo Hedenstierna-Jonson ritiene che la donna sepolta nella tomba fosse una guerriera, e una guerriera importante vista la ricchezza del corredo e la presenza del gioco da tavolo, che potrebbe indicare le capacità strategiche della persona sepolta.

Una ricostruzione di come doveva apparire la tomba al momento della sepoltura realizzata dall’illustratore Þórhallur Þráinsson.

Le conclusioni dei ricercatori di Uppsala ci potranno dire qualcosa di nuovo sulla storia dei vichinghi e secondo esperti del settore che hanno commentato il loro articolo ci dicono qualcosa anche su come i preconcetti sugli uomini e sulle donne possono influenzare la ricerca storica. Becky Gowland, un’archeologa della Durham University, ha commentato sul Guardian l’articolo di Hedenstierna-Jonson e colleghi dicendo: «Per anni è stato presunto che dovesse essere un uomo perché i resti erano sepolti insieme a delle armi. Penso che sia un errore che gli archeologi fanno spesso, pensando al passato per come ce lo immaginiamo». Carolyne Larrington, professoressa di letteratura medievale europea all’Università di Oxford, ha spiegato che anche in Polonia e in Norvegia ci sono delle «tombe anomale», cioè in cui sono state trovate ossa femminili insieme a oggetti da guerrieri: «Stiamo trovando abbastanza prove che ci dicono che al tempo dei vichinghi i ruoli di genere erano più fluidi di quanto pensassimo e che che quindi è possibile che in alcuni casi le donne fossero considerate socialmente uomini anche se non lo erano biologicamente, e che per questo potessero avere ruoli di comando militare».

Nell’articolo sull’American Journal of Physical Anthropology i ricercatori dicono esplicitamente che anche se la donna della tomba Bj 581 fu sepolta insieme a un corredo funebre da guerriero non è detto che fosse davvero una combattente e che anche se così fosse, questo non implica che le donne guerriere fossero comuni, ma notano anche anche che se le ossa fossero state di un uomo non sarebbe stata messa in dubbio l’idea che si trattasse di un guerriero: «Bisogna sottolineare che l’interpretazione degli oggetti presenti nelle tombe dovrebbe essere fatta in modo simile a prescindere dal sesso biologico delle persone sepolte».