La brutta storia dei carabinieri di Aulla

Ne sono stati arrestati quattro, accusati di decine di abusi e violenze verso cittadini stranieri e italiani

(ANSA)
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Mercoledì, quattro carabinieri della caserma di Aulla, in provincia di Massa Carrara, sono stati arrestati con l’accusa di violenze. Tre di loro si trovano ai domiciliari, mentre un quarto è in carcere. Altri quattro carabinieri hanno ricevuto un divieto di dimora in città. L’inchiesta che ha portato agli arresti è iniziata un anno fa in seguito a una denuncia di abusi da parte di un cittadino italiano. In tutto, 27 persone sono indagate per 136 capi di imputazioni, avvenuti nel corso di 108 episodi di abusi o violenze.

Nell’ordinanza che ordina l’arresto dei quattro carabinieri, i magistrati hanno descritto una serie di violenze «sistematiche e metodiche» nelle quali i carabinieri avrebbero utilizzato bastoni telescopici di metallo e manici di scopa. Un cittadino marocchino ha denunciato i carabinieri per violenza sessuale dopo aver subito una perquisizione nella caserma. In altri casi, i magistrati hanno denunciato la scomparsa di droga sequestrata e l’alterazione dei verbali. Alcuni cittadini stranieri hanno denunciato di aver subito violenze e umiliazioni dopo che si erano recati in caserma soltanto per ottenere il rinnovo dei documenti. Oltre alle denunce e le testimonianze delle persone che hanno subito abusi, i magistrati hanno raccolto anche diverse intercettazioni telefonica. In una conversazione, uno dei carabinieri raccomandava a un collega di non parlare a nessuno di quello che accadeva in caserma: «Da questa caserma non deve uscire niente, dobbiamo essere come la mafia».

Aldo Giubilaro, procuratore di Massa Carrara che segue le indagini, ha tenuto ieri una conferenza stampa insieme al comandante provinciale dei carabinieri Valerio Liberatori. «Le misure prese sono dolorose, ma nessuno deve considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato», ha detto Giubilaro, aggiungendo di avere comunque «il più incondizionato e alto apprezzamento » per l’Arma dei carabinieri.

All’inizio delle indagini, numerosi cittadini ed esponenti politici di Aulla si erano schierati in difesa dei carabinieri della stazione locale. Lo scorso 11 marzo ci fu una manifestazione a loro favore a cui parteciparono anche il sindaco di Aulla e gli amministratori di diversi centri vicini. Su uno dei volantini diffusi durante la manifestazione era scritto: «La Procura sta mal interpretando la realtà della strada, penalizzando l’esecuzione della nostra sicurezza. Conosciamo bene quei ragazzi in divisa e conosciamo anche coloro che li hanno accusati: sono quelli da cui ci proteggevano».

Il sindaco di Aulla, Roberto Vallettini, eletto la scorsa domenica, è anche l’avvocato di alcuni dei militari indagati. «Io conosco i carabinieri sotto accusa e mi sento di escludere i pestaggi – ha detto a Repubblica – Non credo che gli eventuali abusi fossero un sistema. Rispetto il lavoro della magistratura inquirente però io faccio il lavoro della difesa. E come cittadino rimango perplesso»