Ogni singola casa in Polonia

Fotografarle tutte era l'obiettivo di Zofia Rydet: iniziò a 67 anni nel 1978 e continuò fino alla morte accumulando più di 16 mila negativi

Sociological Record - Zofia Rydet

«Ho bisogno di scattare subito una fotografia, è una dipendenza, come la vodka per un alcolizzato». Avendo in mente questa frase della fotografa polacca Zofia Rydet ci si stupisce un po’ meno del progetto che intraprese nel 1978, a 67 anni: ritrarre gli interni di ogni singola casa in Polonia. Rydet lo portò avanti fino alla morte, nel 1997, finendo per ammassare 16 mila negativi di cui alcuni mai sviluppati. Sono ritratti in bianco e nero di bambini, famiglie, anziani nelle loro case, circondati dai loro oggetti, che raccontano in modo minuzioso e pieno di dettagli la loro vita e più in grande l’atmosfera dell’epoca: pentole di latta, tappeti ovunque, grosse televisioni, centrini, tovaglie e copriletti floreali, fiori veri e fotografie incorniciate. Il progetto si intitola “Repertorio sociologico”, in linea con l’attenzione alla fotografia sociologica e documentaristica degli anni Settanta, ma l’atmosfera delle immagini è molto intima, tanto che sembrano uscite da una scatola, di quelle che si conservano nei cassetti e in fondo agli armadi.

Rydet ha scattato le fotografie del “Repertorio” in più di 100 cittadine e paesini polacchi, soprattutto del sud del paese, ma anche all’estero: in Francia, Germania, Cecoslovacchia, Lituania e a New York. Visto l’accumularsi dei negativi, li ha suddivisi in categorie come “Paesaggi e cerimonie”, “Oggetti e decorazioni”, “Professioni”, “Donne sulle soglie”. Grazie al Repertorio, che si può sfogliare per intero online, Rydet si è affermata come uno dei fotografi più importanti della Polonia, quando all’epoca era un’arte e una professione soprattutto maschile.

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Fino al 28 maggio 2017, circa 300 fotografie del Repertorio saranno in mostra al Castello di Tours, in Francia. In precedenza il lavoro di Rydet, utilizzato anche come propaganda contro il regime sovietico, è stato esposto più volte in Polonia e in altri musei del mondo, tra cui il Center of Photography di New York.