Il critico letterario statunitense Scott Esposito, che dal 2004 cura il blog Conversational Reading, ha raccolto cento titoli di libri che per diverse ragioni non si possono leggere: testi andati perduti, abbandonati a metà dagli autori, scritti in lingue sconosciute, immaginati nei romanzi o conservati in luoghi inaccessibili. Ne ha fatto un libro che si può scaricare a pochi euro in formato ebook o pdf sul sito: è un progetto in costante evoluzione e chi acquista questa prima versione potrà scaricare gratuitamente anche quelle successive e aggiornate. Di seguito abbiamo scelto alcuni libri che non esistono ma che dovrebbero, da quello inedito e incompiuto di Gabriel García Márquez – ma che verrà probabilmente pubblicato – a quelli della Biblioteca del futuro, che esistono già ma si potranno leggere soltanto tra cent’anni.
The Passenger, di Cormac McCarthy
È dal 2006, dopo l’uscita di La strada, che Cormac McCarthy non pubblica romanzi, per cui c’è molta attesa attorno a The Passenger, a cui sta lavorando, dice, da ormai dieci anni. Sarebbe dovuto uscire nell’agosto di quest’anno ma a giugno sono circolate voci di un possibile slittamento che non sono state smentite da Penguin Random Books, che pubblica lo scrittore in Regno Unito e Stati Uniti. La rivista online di libri e cultura The Millions scrive che il libro uscirà molto probabilmente nel dicembre 2017. Da quando ha iniziato a pubblicare, cinquant’anni fa con Il guardiano del frutteto, McCarthy non ha mai lasciato passare così tanto tempo tra un libro e l’altro. Nel 2015 ha anche letto qualche brano da The Passenger durante un evento della Lannah Foundation di Santa Fé, una fondazione culturale in cui è piuttosto coinvolto. Del romanzo si sa che parlerà di fantascienza, sarà molto lungo e ambientato a New Orleans.
I primi due libri della Biblioteca del futuro
Future library è un progetto artistico per realizzare una biblioteca di libri che si potranno leggere soltanto dal 2114. Il progetto è un’idea dell’artista scozzese Katie Paterson e raccoglierà in totale cento romanzi. Due sono già stati scritti e consegnati dagli autori: la scrittrice canadese Margaret Atwood e lo scrittore inglese David Mitchell, autore tra gli altri del romanzo Cloud Atlas, da cui è stato tratto l’omonimo film.
Dei due manoscritti si conoscono soltanto i titoli: Scribber Moon (che potrebbe tradursi con “La luna dello scribacchino”) quello di Atwood, e From Me Flows What You Call Time (“Da me scorre ciò che tu chiami tempo”) di Mitchell, che inizialmente non voleva partecipare al progetto perché pensava che fosse folle scrivere qualcosa che nessuno avrebbe mai letto, o meglio, che nessuno avrebbe mai potuto dire di aver letto. La biblioteca del futuro sarà costruita a Oslo e i testi saranno stampati nel 2114 utilizzando carta proveniente da mille alberi, piantati appositamente nella foresta del Nordmarka.
Printing Out the Internet, di Kenneth Goldsmith
È un progetto di arte concettuale ideato dal poeta e artista statunitense Kenneth Goldsmith, che nel 2013 ebbe l’idea di stampare tutte le pagine internet. Al progetto parteciparono circa 20 mila persone: ognuna di loro stampò qualche pagina e le spedì alla galleria d’arte LABOR, a Città del Messico, dove da luglio ad agosto 2013 venne allestita una mostra. Fu dedicata alla memoria di Aaron Swartz, il programmatore e attivista che si era suicidato in quell’anno durante il processo in cui rischiava fino a 35 anni di carcere per aver scaricato 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR. In realtà l’opera che se ne ottenne fu molto parziale: vennero stampate dieci tonnellate di carta rispetto ai 305 miliardi di pagine stimate, per un peso di milioni di chili, da suddividere in parecchi volumi. In ogni caso bisognerebbe ricominciare da capo, dal momento che le pagine stampate per la mostra di Goldsmith non sono riutilizzabili.
Il manoscritto Voynich
È un celebre libro illustrato, ne abbiamo già parlato a lungo qui, di cui non si conosce l’autore, scritto in una lingua che non è stata ancora decifrata; secondo la datazione al carbonio risale al XV secolo. Wilfrid Voynich, un inglese con origini polacche commerciante di libri rari, lo acquistò nel 1912 dal Nobile collegio gesuita di Villa Mondragone, vicino a Frascati. Da quel momento il manoscritto venne chiamato con il nome del commerciante e passò nelle mani di decine tra studiosi, linguisti e filologi che tentarono di decifrarlo senza successo. È scritto in un alfabeto che non ha nulla in comune con quelli conosciuti e contiene anche centinaia di illustrazioni a colori che raffigurano piante di specie sconosciute, oltre a zodiaci, costellazioni, macchinari, bulbi, tubi e cellule – o almeno cose che potrebbero esserlo – e decine di donnine nude immerse in vasche e strane tubazioni, (non si capisce intente a fare cosa). Un piccolo editore spagnolo ne pubblicherà a breve un’edizione su carta trattata per assomigliare alla pergamena di capretto originaria e costerà tra i 7 e gli 8 mila euro. In commercio ne esistono però edizioni molto meno dispendiose; inoltre il manoscritto – conservato in una camera di sicurezza alla Biblioteca Beinecke della Yale University, dove sono contenuti manoscritti e libri rari – si può leggere e scaricare gratuitamente in pdf.
Preghiere esaudite, di Truman Capote
Preghiere esaudite è l’ultimo romanzo di Truman Capote, pubblicato postumo nel 1986. Si tratta in realtà di un frammento di quella che doveva essere l’opera maggiore di Capote, paragonabile alla À la recherche du temps perdu di Proust. L’idea era raccontare la società newyorchese della seconda metà del Novecento utilizzando la forma del romanzo memorialistico e attribuendo nomi di fantasia alle persone reali di cui stava scrivendo. Il titolo si rifà a una citazione di Santa Teresa d’Avila, che Capote parafrasò con «si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte». I primi tre capitoli del romanzo furono pubblicati sulla rivista Esquire, piacquero molto ai lettori ma furono accolti malissimo dai reali protagonisti che si riconobbero facilmente. Capote venne così bandito dalla buona società newyorkese e non fu più riammesso. Negli anni seguenti, quando esagerò con l’alcol e la droga, disse più volte di aver terminato l’opera, ma alla sua morte non se ne trovò alcuna traccia. Nonostante questo, Capote, che all’epoca era uno degli scrittori americani più famosi, riuscì a firmare svariati contratti e a guadagnare moltissimo da Preghiere esaudite: l’ultimo accordo che firmò gli avrebbe fatto guadagnare un milione di dollari se avesse consegnato il manoscritto entro il 1981, scadenza che non rispettò.
La coerenza, di Italo Calvino
Poco prima di morire, Italo Calvino fu invitato ad Harvard per tenere un ciclo di lezioni nell’ambito delle Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Le conferenze dovevano essere sei e Calvino le stava strutturando dedicando ognuna a una qualità che riteneva indispensabile per la letteratura del XXI secolo. Calvino lavorò alla preparazione delle prime cinque lezioni nell’estate dell’85 – i temi erano: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità – e iniziò solo ad abbozzare la sesta, sulla coerenza, pensando di completarla una volta arrivato a Harvard. Scrive la moglie Esther Calvino nella prefazione delle libro Lezioni americane – Sei proposte per il prossimo millennio:
«Aggiungerò che il dattiloscritto si trovava sulla sua scrivania, in perfetto ordine, ogni singola conferenza in una cartella trasparente, l’insieme raccolto dentro una cartella rigida, pronto per essere messo in valigia».
Calvino ebbe un ictus il 6 settembre del 1985 e morì pochi giorni dopo per emorragia cerebrale. Al momento della morte non aveva ancora pensato al titolo in italiano della raccolta. Lezioni americane venne scelto dalla figlia perché in quell’ultima estate lo scrittore e critico letterario Pietro Citati faceva spesso visita al padre, e la prima domanda che gli rivolgeva era sempre: Come vanno le lezioni americane?
The Plant, di Stephen King
È un racconto incompleto di Stephen King, iniziato nel 1982 e di cui si tornò a parlare nel 2000. La trama parla di un curatore editoriale che un giorno riceve un manoscritto che parla di magia. Decide di rifiutarlo, ma impressionato dalle foto allegate, segnala tutto alla polizia. Contrariato, l’autore del manoscritto invia al curatore una pianta misteriosa.
King scrisse le prime parti del racconto tra l’82 e l’85 e negli stessi anni le inviò a parenti e amici come regalo di Natale. Poi abbandonò il racconto fino al 2000, quando decise di pubblicare i brani scritti fino a quel momento in puntate scaricabili sul suo sito internet a un dollaro l’una. Erano gli anni in cui gli ebook iniziavano a diffondersi, e l’esperimento di King provocò curiosità e polemiche sul ruolo degli editori e sulla loro possibile scomparsa. L’operazione di King fu interessante perché stabilì un contatto diretto con i lettori, ma fu soprattutto un esperimento commerciale. King scrisse sul suo sito «Se paghi, la storia va avanti. Se non paghi, la storia si interrompe». Andò così: King decise di interrompere la pubblicazione dopo la sesta puntata quando capì che le entrate non raggiungevano la cifra a cui puntava (il 75 per cento del costo di produzione del romanzo), lasciando delusi molti lettori che avevano già pagato per l’intera opera.
Double Exposure, di Sylvia Plath
Sylvia Plath è famosa per le sue poesie e per un romanzo, La campana di vetro, pubblicato nel Regno Unito nel 1963 e negli Stati Uniti nel 1971. È un romanzo semi-autobiografico che racconta la storia di Esther Greenwood, una diciannovenne che ha vinto una borsa di studio per lavorare in un’importante rivista a New York. La protagonista vive la stessa irrequietezza di Plath, quando a diciannove anni non sapeva scegliere tra la scrittura, il ruolo di madre e moglie o una vita avventurosa in Europa senza un partner fisso. La campana di vetro venne pubblicato un mese prima che Plath si suicidasse. La scrittrice aveva intanto iniziato a lavorare a un nuovo romanzo, con il titolo provvisorio di Double Exposure: il manoscritto, lungo 130 pagine, venne ritrovato dopo la sua morte. Nel 1977 Ted Hughes, il marito da cui Plath si era separata poco prima di trasferirsi a Londra con i figli, confermò che Plath aveva lavorato al manoscritto, che però era scomparso negli anni Settanta. Plath aveva definito il romanzo la continuazione di La campana di vetro, in cui raccontava che il marito della protagonista si era rivelato un disertore cascamorto.
La valigia scomparsa di Walter Benjamin
Quando il filosofo e scrittore tedesco Walter Benjamin lasciò la Germania per scappare dai nazisti portò con sé una valigetta nera a cui teneva moltissimo: dentro, pare, era contenuto il manoscritto più importante di tutta la sua vita. Benjamin voleva raggiungere la Catalogna e da lì imbarcarsi verso gli Stati Uniti ma quando nel settembre del 1940 arrivò nella città catalana di Port Bou gli fu ritirato il visto di transito. Quella notte stessa morì: c’è chi dice per un ictus, chi che si sia suicidato con una overdose di morfina perché preso dal panico. I compagni di viaggio di Benjamin, che il giorno dopo poterono proseguire il viaggio, lo fecero seppellire e pagarono il loculo per soli cinque anni; poi la salma di Benjamin venne calata in una fossa comune e si confuse con le altre, e la valigetta e il suo contenuto non furono mai ritrovati.
Il senso del passato di Henry James
È un romanzo che lo scrittore statunitense Henry James non concluse mai e che venne pubblicato nel 1917 dopo la sua morte. Il protagonista della storia si chiama Ralph Pendrel, è di New York e ha appena scritto un saggio di storia particolarmente accurato. Il saggio colpisce molto un lontano parente inglese, che lascia in eredità a Pendrel una casa del XVIII secolo. Pendrel va a Londra per visitare la casa e appena entra ha l’impressione di viaggiare nel tempo; a un certo punto trova il ritratto di un suo antenato a lui omonimo che prende vita. James interruppe la stesura del romanzo nel 1900, quando era all’apice della fama, e la riprese poi nel 1914, quando non aveva più energie per completarlo.
En Agosto Nos Vemos, di Gabriel García Márquez
È il titolo dell’ultimo romanzo di Gabriel García Márquez: lo scrittore colombiano ci stava lavorando poco prima di morire nel 2014. La casa editrice Penguin Random House ha spiegato che al romanzo manca un finale, ma che probabilmente lo pubblicherà comunque. Alcune parti del romanzo uscirono sulla rivista catalana La Vanguardia poco dopo la morte di Márquez. La protagonista è una donna sposata di cinquant’anni che ogni anno visita la tomba della madre, che si trova su un’isola tropicale; in uno di questi viaggi tradisce il marito con un uomo che incontra in albergo. Alcuni giornali italiani hanno parlato del romanzo traducendone il titolo con “Ci vediamo ad agosto”.