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  • Venerdì 30 settembre 2016

I due nuovi assessori di Roma

Dopo mille guai sono stati nominati Andrea Mazzillo e Massimo Colomban, rispettivamente al Bilancio e alle Partecipate: che storia hanno

ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI

La sindaca di Roma Virginia Raggi, eletta a giugno con il Movimento 5 Stelle, ha annunciato di aver nominato i due assessori che sostituiranno Marcello Minenna, l’ex assessore al Bilancio e alle Partecipate che si è dimesso in polemica con la giunta a inizio settembre. Il nuovo assessore al Bilancio sarà Andrea Mazzillo, già coordinatore dello staff di Raggi ed ex politico del Partito Democratico. Il nuovo assessore alle Partecipate sarà Massimo Colomban, un imprenditore che in passato era stato legato a Gianroberto Casaleggio, il cofondatore del Movimento 5 Stelle. In un post su Facebook, Raggi li ha definiti «due professionisti che hanno deciso di mettere a disposizione tutte le loro competenze per un progetto difficile quanto ambizioso: restituire la Capitale ai romani e a tutti gli italiani».

Le due cariche erano rimaste vacanti per circa tre settimane, cioè da quando Minenna si era dimesso in solidarietà con Carla Raineri, l’ex capo di gabinetto che secondo le ricostruzioni dei giornali era stata di fatto costretta alle dimissioni da una manovra di due personaggi molto vicini a Raggi, il vicesindaco Daniele Frongia e l’allora vicecapo di gabinetto Raffaele Marra (ora spostato a capo del personale, sembra in seguito a una richiesta arrivata da Beppe Grillo). A un certo punto era stata annunciata la nomina ad assessore del Bilancio di Raffaele De Dominicis, ex magistrato della Corte dei Conti noto per inchieste e dichiarazioni pubbliche sopra le righe: poi Raggi se l’era rimangiata, citando il coinvolgimento di De Dominicis in un’inchiesta per abuso di ufficio. Nei giorni scorsi sembrava che almeno l’assessore al Bilancio fosse stato trovato: si era parlato con insistenza di Salvatore Tutino, consigliere della Corte dei Conti, che però all’inizio di questa settimana ha ritirato la sua disponibilità citando un conflitto interno al Movimento 5 Stelle e l’esistenza di un “dossier” nei suoi confronti. Il nuovo momento critico del Movimento 5 Stelle romano era stato in qualche modo confermato da un tweet di Beppe Grillo, che invitava gli eletti del M5S stelle a non dare interviste o dichiarazioni su Roma.

I nomi di Mazzillo e Colomban sono stati ufficializzati nel primo pomeriggio di venerdì 30 con un post sul blog di Beppe Grillo. Mazzillo è un dipendente di Equitalia in aspettativa, collabora con l’Università di Tor Vergata e lavorava già nello staff di Raggi in qualità di dirigente. Già dopo l’elezione, in seguito alla sua nomina, dentro al Movimento 5 Stelle erano circolate delle polemiche per il suo stipendio di 90mila euro, giudicato troppo elevato. Oggi i giornali stanno invece raccontando i suoi precedenti trascorsi in politica: nel 2006 si candidò nella lista civica del centrosinistra collegata a Walter Veltroni nel XII municipio, quello di Ostia. Non venne eletto. Nel 2007, scrive Repubblica, sostenne la candidatura a segretario del PD laziale di Nicola Zingaretti. In un’intervista data al Corriere della Sera il 16 agosto ha sottolineato di non essersi mai candidato col PD e ha spiegato che quella fu «un’esperienza che è finita dieci anni fa e che non faceva per me proprio perché non esisteva la partecipazione dei cittadini».

Colomban è un imprenditore che da tempo girava intorno al mondo della politica (l’azienda che ha fondato, Permasteelisa, è una multinazionale che si occupa di “involucri” per edifici). Colomban è fra i portavoce di “SI”, “Salviamo l’Italia”, un think tank di imprenditori che ha proposto misure per tagliare le tasse e il debito pubblico. Ma Colomban è soprattutto fra i fondatori di confAPRI, un’associazione che riunisce diversi imprenditori e che nel 2013 organizzò un incontro con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Un’inchiesta di Panorama del 2014 fece notare che sei aziende che fanno capo a persone che parteciparono a quell’incontro ricevettero dei soldi dal Fondo di garanzia per le piccole medie imprese, cioè il fondo a cui i parlamentari del M5S versano parte del proprio stipendio. In realtà le accuse di Panorama non erano solidissime: il Fondo gestisce decine di finanziamenti ed è amministrato dal ministero dello Sviluppo Economico. A un certo punto Colomban sembrava essersi invece avvicinato al governo: un articolo di Italia Oggi del 2014 gli attribuisce queste dichiarazioni su Matteo Renzi: «Io ho sempre optato per gli innovatori e Renzi lo è. Aspettiamo che i suoi annunci siano seguiti dai fatti, ma abbiamo fiducia. Gli diamo credito perché ha detto cose giuste e se saprà metterle in atto siamo qui per dire ecco, finalmente è arrivato uno bravo».