Oggi l’esito di Brexit, ovvero il referendum con cui il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Unione Europea, è stato discusso per la prima volta dai leader e dai parlamentari europei a Bruxelles. Se n’è parlato nel corso di una seduta straordinaria del Parlamento europeo questa mattina e a una riunione dei leader degli stati membri, nel pomeriggio, cui partecipa anche il primo ministro britannico David Cameron. A Londra, intanto, il leader laburista Jeremy Corbyn deve fare i conti con i subbugli nel suo partito: una mozione di sfiducia nei suoi confronti ha raccolto le adesioni di più di tre quarti dei parlamentari laburisti, ma Corbyn ha già detto che non intende dimettersi. Le borse per la prima volta dall’esito di Brexit sono andate bene, recuperando in parte le perdite degli ultimi giorni: Milano +3,30%, Madrid +2,48%, Francoforte +1,93%, Londra +2,64%, Parigi +2,61%. Domani a Bruxelles sarà un altro giorno di Consiglio europeo, il primo senza David Cameron.
Il Post ha seguito le novità su Brexit con un liveblog, trovate le notizie principali della giornata qui sotto (se arrivi da mobile clicca qui)
Il Guardian ha pubblicato un articolo molto informato sul dibattito interno ai laburisti di queste ore. Il Guardian scrive che i sostenitori del capo del partito Jeremy Corbyn stanno "sfidando" i parlamentari che vogliono costringerlo alle dimissioni a indire delle nuove elezioni primarie: per farlo serve la richiesta di 51 fra parlamentari ed europarlamentari laburisti, che per ora non è stata avanzata (quella di oggi pomeriggio era una mozione di sfiducia). I sostenitori di Corbyn sono convinti che vincerebbe di nuovo. In caso di primarie, l'ala del partito che si oppone a Corbyn sosterrebbe uno fra Angela Eagle – 55enne ex ministro delle Pensioni e fino a pochi giorni fa rispettata ministro-ombra dell’Economia – e Tom Watson, 49enne vicepresidente del partito.
Intanto dalle 16 di oggi pomeriggio a Londra è in corso una manifestazione contro l'uscita dall'Unione Europea. I manifestanti si sono radunati prima a Trafalgar Square e poi si sono spostati in serata verso Parliament Square, a poca distanza. In questo video, pubblicato su Twitter da un giornalista della televisione ITV, si sentono i manifestanti cantare il coro "There's no plan", "non c'è un piano", riferito al fatto che nessuno nel governo o tra i sostenitori della campagna per il "leave" sembra sapere esattamente cosa fare ora.
Ma se invece al Regno Unito andasse bene? Se uscire dall'Unione Europea non causasse la catastrofe di cui si è parlato in questi giorni? Ne ha scritto Roberto Plaja sul suo blog sul Post.
Dopo l’importante voto su Brexit, i commenti da entrambi gli schieramenti – sia quelli a favore del Leave sia quelli per il Remain – sembrano implicare allo stesso modo presupposti nascosti, come succede anche con la maggior parte delle analisi “informate” da parte di giornalisti e osservatori che dovrebbero saperla più lunga, ma sono troppo concentrati sui politici locali e le loro precedenti decisioni. Governare l’Unione Europea con una moneta unica e governi multipli è un progetto destinato a fallire, lo abbiamo detto spesso in molti. Perché quindi adesso uscirne deve per forza essere una una cosa negativa per il Regno Unito? La scienza economica del commercio non lo dice in modo inequivocabile, e la superiore capacità di ottenere favorevoli accordi commerciali che viene attribuita a un blocco come la UE è efficace nella misura dello stato più debole del blocco. Già, ma la reazione dei mercati non dimostra che è una cosa negativa per il mondo? Forse, ma i mercati sono già troppo sopravvalutati, e in questa situazione qualsiasi forma di incertezza, unita alle previsioni di una vittoria del Remain, era destinata a creare degli scossoni.
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• Questa mattina si è tenuta una sessione straordinaria del Parlamento europeo per discutere l’esito del referendum nel Regno Unito. Ci sono stati momenti di tensione tra Nigel Farage, il leader antieuropeista del britannico Ukip, e altri europarlamentari durante un suo intervento in aula, nel quale ha sostanzialmente cantato vittoria per l’uscita della UE.
• I leader della UE si sono riuniti a Bruxelles per un Consiglio europeo, cui partecipa anche il primo ministro britannico David Cameron. Merkel, Hollande e Renzi hanno ribadito che il processo di uscita del Regno Unito dovrà essere attivato quanto prima per fare chiarezza, anche in vista dell’andamento dei mercati.
• E proprio le borse per la prima volta dall’esito di Brexit sono andate bene, recuperando in parte le perdite degli ultimi giorni: Milano +3,30%, Madrid +2,48%, Francoforte +1,93%, Londra +2,64%, Parigi +2,61%.
• Nonostante 172 parlamentari laburisti lo abbiano sfiduciato, e solo 40 lo sostengano, il leader del partito Jeremy Corbyn ha detto che non si dimetterà e che continuerà il suo impegno alla guida del Labour.
• I conservatori hanno annunciato che il loro nuovo leader sarà eletto entro il prossimo 9 settembre, e non il 2 come era stato detto ieri. Le nomination potranno essere presentate a partire da domani e fino a mezzogiorno di giovedì.
Jeremy Corbyn ha appena diffuso un comunicato nel quale conferma che non si dimetterà da leader dei laburisti:
In seguito all’esito del referendum della scorsa settimana, il nostro paese deve fronteggiare grandi sfide. I rischi per l’economia e per gli standard di vita sono crescenti. L’opinione pubblica è divisa.
Il governo è in subbuglio. I ministri hanno ormai chiarito di non avere un piano per l’uscita, ma sono determinati a farne pagare le conseguenze ai lavoratori con nuove imposte.
Il Labour ha la responsabilità di dare una direzione dove il governo sta fallendo. Abbiamo bisogno di unire le persone, responsabilizzare il governo, opporci alle misure di austerità e creare un percorso per l’uscita che protegga l’impiego e i nostri redditi.
Per farlo dobbiamo restare uniti. Da quando sono stato eletto leader del partito nove mesi fa, abbiamo in più occasioni battuto il governo.
Il mese scorso, il Labour è diventato il partito più grande a livello locale. Al referendum di giovedì, una stretta maggioranza che ha votato per l’uscita ma due terzi dei sostenitori del Labour hanno votato per il Remain.
Sono stato eletto democraticamente come leader del nostro partito per un nuovo tipo di politica dal 60 per cento dei membri e sostenitori, e non li tradirò dimettendomi. Il voto di oggi dei parlamentari laburisti non ha nessuna legittimità costituzionale.
Siamo un partito democratico, con una chiara costituzione. Il nostro popolo ha bisogno che i membri del partito, i sindacati e i parlamentari siano uniti dietro la mia leadership in un momento critico per la nazione.
È uscito un primo asciuttissimo comunicato del Partito Laburista in Parlamento sul voto di sfiducia per Jeremy Corbyn:
In seguito alla votazione di oggi, il gruppo parlamentare del Partito Laburista (PLP) prende atto della seguente mozione:
Questo PLP non ha fiducia in Jeremy Corbyn come leader del PLP.
Tornando a Corbyn, il voto significa che l'81 per cento circa dei parlamentari laburisti non ha più fiducia nel suo leader. Il voto non è vincolante e quindi Corbyn non è obbligato a dimettersi, ma c'è comunque un evidente problema all'interno del partito, che potrebbe peggiorare nei prossimi giorni.
Se Corbyn - come aveva già annunciato in precedenza - non si dimetterà, gli oppositori interni al partito dovranno contendere la sua leadership presentando un candidato alternativo.
Secondo fonti di Sky News, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha declinato la richiesta di un incontro con Nicola Sturgeon, il primo ministro della Scozia. Sturgeon sarà domani a Bruxelles per incontrare il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, salvo ulteriori cambi di programma.
Si sta parlando molto dell'intervento di questa mattina di Nigel Farage, il leader del britannico Ukip a favore del Leave, al Parlamento europeo: sia per i torni usati da Farage, sia per le numerose contestazioni che ha ricevuto dagli altri europarlamentari. Se non l'avete visto in diretta, potete recuperarlo adesso. Or maybe not.
https://www.youtube.com/watch?v=MlN9o3g-yuA
Le dichiarazioni del presidente francese François Hollande al suo arrivo a Bruxelles per il Consiglio europeo: "Dobbiamo avviare il prima possibile le procedure per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea". La preoccupazione di Hollande è l'instabilità dei mercati dovuta alle incertezze di questi giorni, non tanto la secolare rivalità tra i due paesi, sulla Guerra dei Cent'anni pietra sopra.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel scambia qualche parola con il primo ministro britannico David Cameron poco prima dell'inizio del Consiglio europeo a Bruxelles (PA/OLIVIER HOSLET).
Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, scherza con un fotografo che sta inquadrando Nigel Farage dello Ukip nell'aula del Parlamento europeo (EPA/OLIVIER HOSLET).
Anche i titoli bancari italiani stanno lentamente recuperando le grandi perdite di venerdì e di lunedì alla borsa italiana:
• Ubi Banca +10,17%
• Mediobanca +7,38%
• Banca Pop Milano +6,97%
• Intesa Sanpaolo +5,48%
• Banca Mediolanum +4,38%
Pausa GIF.
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È iniziato il Consiglio europeo a Bruxelles, il tema principale sarà l'uscita del Regno Unito dalla UE.
Cos’hanno detto i leader europei arrivati a Bruxelles per il Consiglio europeo, in brevissimo.
• Angela Merkel: ”È importante che i negoziati non siano attivati fino a quando il Regno Unito non avrà formalizzato la sua richiesta per lasciare la UE”.
• François Hollande: “La clausola per avviare l’uscita dalla UE deve essere attivata il prima possibile”.
• David Cameron: “Desidero che il processo di uscita sia il più costruttivo possibile”.
• Matteo Renzi: “Dobbiamo reagire e aprire una nuova stagione di investimenti in Europa”.
• Jean-Claude Juncker: “Il voto del referendum va rispettato e bisogna trarne le conseguenze: il Regno Unito deve chiarire la sua posizione”.
Le cose oggi vanno bene anche alla borsa di Wall Street: il Dow Jones è a +1,19%, dopo giornate complicate.
Le dichiarazioni alla stampa del primo ministro britannico David Cameron questa mattina, al suo arrivo a Bruxelles: ha detto di essere pronto ad avere un dialogo aperto e costruttivo con gli alleati europei, per trattare l'uscita dalla UE del Regno Unito.
https://www.youtube.com/watch?v=TL3JR_Xtr5E
Dopo i molti giudizi negativi su Brexit, il Washington Post spiega come spesso non siano la forma più pura di democrazia, ma un danno per la democrazia.
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Stephen Crabb, l’attuale ministro del Lavoro e delle pensioni del governo Cameron, ha annunciato che si candiderà alla leadership del partito Conservatore. La notizia è stata diffusa da Politico sulla base di una email che Crabb ha inviato ai membri del partito. I candidati potranno formalizzare la loro partecipazione da domani ed entro il mezzogiorno di giovedì. Il partito Conservatore ha detto che eleggerà il suo nuovo leader entro il prossimo 2 settembre.
Sempre a proposito del partito Laburista, questa mattina si è tenuto un voto di sfiducia nei confronti di Corbyn cui hanno partecipato i parlamentari Laburisti, i risultati saranno annunciati tra un’ora circa. Il voto non ha un valore particolare per lo statuto del partito e Corbyn ha già detto che non ne terrà conto.
Per la prima riunione del suo nuovo governo ombra, Jeremy Corbyn aveva invitato alcune emittenti a riprendere il momento, poi però ci ha ripensato quando ormai c’era una telecamera puntata verso di lui. Ha chiesto al suo staff se fosse necessaria la ripresa aggiungendo “Non mi pare che sia una buona idea”, poi ha chiesto alla troupe di andarsene. È stata riammessa più tardi, dopo alcuni cambi di sedia forse decisi dallo stesso Corbyn.
https://www.youtube.com/watch?v=n4SygE7VDWI
Lo screenshot di Corbyn con la scritta “Questa sembra una cattiva idea” sta circolando molto sui social network.
Sturgeon: “L’indipendenza non è il mio punto di partenza in questa fase: lo è semmai quello di tutelare gli interessi della Scozia e dei suoi elettori”. Sturgeon ha detto che se la Scozia uscisse dalla UE con il resto del Regno Unito, questo sarebbe contrario alla volontà popolare degli scozzesi e quindi potrebbe essere necessario un nuovo referendum per l’indipendenza, dopo quello del 2014 che sancì la permanenza della Scozia nel Regno Unito. La mozione di oggi, comunque, è per dare un mandato al governo di esplorare tutte le altre opzioni possibili per mantenere un rapporto con l’Unione Europea, sia economico sia politico. “Non è questo il momento per votare su un nuovo referendum” ha detto Sturgeon.
Sturgeon ha annunciato l’istituzione di una commissione per lavorare sui temi posti dal referendum per l’uscita dalla UE, sarà composta da docenti universitari, economisti e diplomatici.
Sturgeon: “Domani sarò a Bruxelles per rappresentare le posizioni della Scozia alle autorità europee”. Sturgeon ha spiegato che il governo scozzese si è messo in contatto con diversi governi europei, per rappresentare la posizione della Scozia sul tema di Brexit.
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Sturgeon dice di essere determinata a mantenere uno stretto rapporto tra Scozia e UE, ricordando che fino a quando non sarà attivato l’Articolo 50 dal governo britannico le cose restano come sono: “Mi assicurerò che la voce della Scozia sia ascoltata nelle trattative”.
Sturgeon: “Intendo chiedere che sia mantenuto il libero accesso al mercato unico europeo da parte della Scozia”.
Sturgeon: “Non ci possono essere tre mesi alla deriva mentre i partiti al governo e di opposizione al Parlamento del Regno Unito sono concentrati sulle loro elezioni interne”.
È iniziato il discorso nel Parlamento scozzese del primo ministro Nicola Sturgeon.
https://www.youtube.com/watch?v=y60wDzZt8yg
Nicola Sturgeon, il primo ministro della Scozia, domani incontrerà il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, a Bruxelles per un confronto dopo il risultato del referendum nel Regno Unito. Chiederà se sia possibile per la Scozia rimanere nella UE o se per farlo sia necessaria l’indipendenza dal Regno Unito. Il 62 per cento degli scozzesi ha votato per il Remain.
BBC News ha fatto qualche conto e ha preparato la lista dei posti rimasti ancora vacanti nel governo ombra di Jeremy Corbyn.
Shadow first secretary of state
Shadow business secretary
Shadow minister for housing and planning
Shadow attorney general
Shadow secretary of state for Scotland
Shadow secretary of state for Wales
Shadow secretary of state for culture, media and sport
Shadow leader of the House of Commons
Il sito di notizie romeno Gandul ha avviato l’iniziativa “Romanians for Remainians”, in cui offre ai britannici che hanno votato per il Remain di trasferirsi in Romania, paese che fa parte dell’Unione Europea. Il sito invita inoltre i romeni a offrirsi come volontari per aiutare “le brave persone che hanno votato per il Remain e che condividono i valori europei”.
Il vice primo ministro finlandese, Timo Soini, ha detto che "tutti dovrebbero accettare" il risultato del referendum che si è tenuto nel Regno Unito: "Che senso avrebbe punire qualcuno perché sta dando retta al suo popolo?". Soini è leader dei Veri Finlandesi, noto per le sue posizioni antieuropeiste e nazionaliste. La Finlandia è l'unico paese della Scandinavia a fare parte dell'area dell'euro.
Un tema che sarà al centro dei negoziati tra Regno Unito e Unione Europea riguarda le possibilità di accesso al mercato unico europeo, dove persone, servizi, merci e denaro possono circolare con la stessa facilità con cui si muovono all’interno di ogni singolo paese. È il nucleo fondamentale dell’unione economica e sicuramente quello più sviluppato, rispetto all’unione politica. Farne parte offre numerosi vantaggi agli stati membri, per questo il Regno Unito cercherà di mantenere una propria presenza nel mercato unico. Almeno così ha detto Boris Johnson, il conservatore favorevole al Leave e probabile successore di Cameron, ma i leader europei sembrano pensarla diversamente. Angela Merkel, per esempio, oggi ha detto che l’accesso al mercato unico è legato a precisi oneri come “accettare le regole fondamentali europee sulle libertà” e che “ci devono essere e ci saranno condizioni diverse per chi vuole essere un membro della UE e chi non vuole esserlo”.
Le borse europee a metà giornata:
• Milano +3,62%
• Madrid +2,48%
• Londra +2,48%
• Francoforte +2,02%
• Parigi +2,52%
Nel pomeriggio il Parlamento della Scozia discuterà una mozione del primo ministro Nicola Sturgeon, dove si chiede un mandato per “valutare le opzioni per proteggere le relazioni della Scozia con l’Unione Europea”. La mozione non contiene riferimenti espliciti a un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito, ma nei giorni scorsi Sturgeon ha più volte detto che una consultazione di questo tipo rientra nelle opzioni per tutelare gli interessi degli scozzesi.
La sterlina si è lievemente ripresa dopo i giorni passati e guadagna lo 0,6% sul dollaro: servono 1,33 dollari per una sterlina.
Il primo ministro britannico David Cameron è da poco arrivato a Bruxelles, accolto da Juncker (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert).
Il neoeletto sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, ha tenuto un discorso ricordando che un’ampia maggioranza di cittadini londinesi ha votato per restare nell’Unione Europea. Scherzando, ha detto che non intende certo chiedere l’indipendenza di Londra dal resto del Regno Unito, ma ha comunque chiesto che la città abbia “più autonomia per proteggere la sua economia”, soprattutto dalle incertezze dei prossimi mesi.
John Oliver, nella sua trasmissione satirica "Last Week Tonight" che va in onda negli Stati Uniti su HBO, ha commentato il risultato del referendum nel Regno Unito in modo abbastanza caustico.
https://www.youtube.com/watch?v=nh0ac5HUpDU
La lenta rimonta del principale indice di borsa in Italia.
L’europarlamentare scozzese Alyn Smith è stato salutato dall’aula del Parlamento europeo con una standing ovation dopo che ha detto: “La Scozia non vi ha deluso, ora non deludete la Scozia”. Il 62 per cento degli scozzesi ha votato per restare nell’Unione Europea.
https://youtu.be/6kfdZrCc9ng
Martina Anderson, europarlamentare dell’Irlanda del Nord, ha chiesto al Parlamento europeo di rispettare il voto dei suoi cittadini. Anche in Irlanda del Nord ha vinto il Remain con il 55,7 per cento dei voti.
Dopo il risultato del referendum non è chiaro come non potrebbe accadere, eppure adesso nessuno sembra volerlo veramente
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Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio, e ora presidente dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa al Parlamento europeo ha invitato tutti gli europarlamentari a "votare uniti" la mozione che, tra le altre cose, chiede al Regno Unito di agire rapidamente per attuare la sua uscita dall’Unione Europea.
Poi Verhofstadt ha risposto alle accuse mosse al Parlamento da Farage: "Infine, siamo contenti di eliminare una delle voci più pesanti nel nostro budget: il suo stipendio da europarlamentare".
Le Pen: "Basta con queste facce tristi e arrabbiate, siate felici della libera espressione democratica delle persone". Secondo Le Pen sono state dette falsità per spaventare gli altri cittadini europei, per scoraggiarli da fare come il Regno Unito.
Tocca a Marine Le Pen del Front National: "È un momento storico come la caduta del muro di Berlino. I cittadini hanno scelto una strada che sembrava essere chiusa, tutti dicevano che era un processo irreversibile: è uno schiaffo al sistema europeo, basato sulla paura, il ricatto e le falsità".
Farage: "Stabiliamo un accordo senza dazi, cooperiamo tra noi". Farage conclude tra molti buuu dell'aula.
Farage: "Regno Unito e UE fanno grandi affari insieme, se volete tagliarci fuori le conseguenze saranno peggiori per voi che per noi".
Farage accusa gli europarlamentari suoi colleghi di non avere mai lavorato e di non sapere cosa significa trovare un accordo, Schulz interviene e riprende Farage e l'aula che sta rumoreggiando.
Farage: "Il Regno Unito non sarà l'unico a lasciare l'Unione Europea". Farage dice che è necessario il ricorso all'Articolo 50 il prima possibile.
Farage: "Avete imposto ai popoli europei un'unione politica e quando è stata respinta, per esempio in Francia nel 2015, avete fatto finta di niente".
Farage: "Ora non ridete più. Il motivo per cui siete così arrabbiati è che negate a voi stessi la situazione in cui siete".
Farage inizia a parlare tra i fischi di diversi europarlamentari. Schulz interviene per ricordare che tutti hanno diritto di parola nell'aula.
Tra poco al Parlamento europeo parla Nigel Farage, il leader del partito britannico antieuropeista Ukip e principale sostenitore del Leave.
Il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha detto durante una breve intervista realizzata da CNN che è tempo di “aprire una nuova stagione di investimenti e non solo di discussioni finanziarie”, senza perdere tempo perché i cittadini e i mercati hanno bisogno di risposte “e non possono aspettare: va bene lo shock, ma questo è il momento di reagire e di voltare pagina”.
Angela Merkel ha concluso il suo discorso al Parlamento tedesco ricordando che "il Regno Unito non può mantenere i privilegi e non avere obblighi" e che "l'Unione Europea è forte a sufficienza per sopravvivere e andare avanti".
Pittella: "La UE non può diventare ostaggio dei giochi di corrente del Partito Conservatore britannico".
Pittella: "La storia giudicherà i colpevoli di questo disastro, a partire dai leader conservatori e dai venditori di fumo che hanno promesso falsità agli elettori britannici. Avevano promesso l'uscita dalla UE, ma in realtà hanno lasciato un campo di macerie: la crisi costituzionale con la Scozia, il crollo della sterlina, danni economici reali".
Al Parlamento europeo è iniziato il discorso di Gianni Pittella capogruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.
Intanto a Berlino, il cancelliere tedesco Angela Merkel sta tenendo un discorso in Parlamento, in vista del Consiglio europeo di oggi a Bruxelles. Ha detto di essere dispiaciuta per la decisione del Regno Unito, ma che deve essere rispettata come tutte le scelte democratiche. Ha detto che ora “sta al Regno Unito decidere come creare il suo futuro con l’Europa”, ma ha ricordato che le trattative potranno iniziare solo quando il governo avrà attivato l’Articolo 50.
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Juncker ha concluso il suo discorso dicendo che farà di tutto per sostenere il futuro dell'Unione Europea. Ora sta parlando Manfred Weber, europarlamentare tedesco e presidente del Partito Popolare Europeo.
Juncker: "Ho sentito altri leader e anche loro sono preoccupati sul futuro, abbiamo per questo bisogno di rassicurare i cittadini europei su cosa accadrà... Il nostro viaggio continua e dobbiamo proseguirlo con rinnovata ambizione".
Juncker: "Non sono uno schiavo del mercato finanziario, ma vedo ciò che succede sui mercati, per questo vorrei che il Regno Unito chiarisse la sua posizione quanto prima". Juncker dice di avere imposto a tutti di non avviare trattative informali con il Regno Unito fino a quando non avrà avviato le pratiche per l'uscita dalla UE.
Juncker: "Parlerò più tardi con il primo ministro britannico, gli chiederò di chiarire la situazione rapidamente, non possiamo essere lasciati nell'incertezza a lungo".
Juncker: "Sono rattristato per questo voto nel Regno Unito e non l'ho mai nascosto. Mi sarebbe davvero piaciuto che il Regno Unito fosse rimasto con noi".
Juncker: "Dobbiamo rispettare le scelte democratiche del Regno Unito". Juncker viene applaudito anche dai membri dello Ukip, il partito antieuropeista britannico che ha sostenuto più di tutti il Leave: "Mi stupisco che siate qui, avete votato contro la UE, perché siete qui?".
Inizia il suo intervento Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea.
Juncker e Farage si salutano nell'aula del Parlamento europeo, poco prima dell'inizio del dibattito (JOHN THYS/AFP/Getty Images).
Dopo due giornate in negativo, oggi le borse europee tornano a respirare un po’:
• Milano +4,31%
• Madrid +2,45%
• Londra +1,89%
• Francoforte +2,22%
• Parigi +2,50%
È iniziato l’intervento di Jeanine Hennis-Plasschaert, ministro della Difesa dei Paesi Bassi, stato che ha il semestre di presidenza dell’Unione europea: "Lo shock del referendum dovrebbe essere un campanello d'allarme per tutti noi: dobbiamo fare meglio, dobbiamo intensificare i nostri sforzi per avere un'Unione Europea più efficace. Abbiamo bisogno di proteggere i nostri confini, offrire opportunità economiche ai cittadini."
Schulz ringrazia Lord Jonathan Hopkin Hill, barone Hill di Oareford, politico britannico e dall'autunno del 2014 Commissario europeo per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali, nella Commissione Juncker. Il 25 giugno 2016 ha annunciato le dimissioni in seguito ai risultati del referendum nel Regno Unito. L'aula ha applaudito a lungo Hill.
La seduta inizia con un discorso introduttivo di Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo: "Per decenni molti politici e funzionari britannici hanno lavorato per costruire l'Unione europea, e dico a tutti i colleghi britannici in quest'aula che ci spiace per il risultato del referendum, ma siamo comunque legati a voi".
Inizia la seduta al Parlamento europeo.
Oltre a discutere Brexit, oggi il Parlamento europeo voterà una mozione che dovrebbe invitare il Regno Unito a ricorrere il prima possibile all'Articolo 50, necessario per avviare le pratiche per l'uscita dalla UE.
L'Articolo 50 fa parte del Trattato di Lisbona, la carta che comprende diritti e doveri degli stati membri dell'Unione: è l'articolo che contempla la possibilità per uno stato di negoziare l'uscita dalla UE.
Ieri Nigel Farage è stato intervistato da FOX News, una tv americana di orientamento conservatore. Fra le altre cose, Farage ha lodato Putin e criticato Obama, spiegando: «Putin si è comportato più da uomo di stato: Obama è venuto nel Regno Unito e si è comportato terribilmente, dicendoci che saremmo finiti alla fine della fila. Putin invece ha mantenuto il suo silenzio per tutta la campagna elettorale». Farage ha anche detto che «l'idea che Brexit stia causando delle perdite nel mercato azionario è una sciocchezza». Farage, che ultimamente sta diventando molto noto anche in giro per il mondo, in Italia è già piuttosto noto: il suo partito è il principale alleato del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo.
I leader dei due principali partiti britannici sono usciti molto male da "Brexit", dato che entrambi stavano dalla parte del "Remain": David Cameron dei conservatori, che ha indetto il referendum e che secondo diversi osservatori ha le colpe politiche più gravi, si è dimesso da primo ministro e verrà sostituito entro settembre. Jeremy Corbyn, il presidente dei laburisti, è stato invece accusato di essersi speso molto poco in campagna elettorale, per timore di perdere i consensi dei laburisti più radicali (cioè quelli che l'hanno aiutato a diventare capo): oggi sarà oggetto di una mozione di sfiducia avanzata da alcuni parlamentari, e non è chiaro come ne uscirà.
Per sostituire Cameron – nel Regno Unito funziona che il segretario del partito al governo diventa automaticamente primo ministro – dentro al partito conservatore si sono fatti soprattutto tre nomi: Boris Johnson, ex eccentrico sindaco di Londra e capo della campagna del "Leave", Jeremy Hunt, segretario alla Salute del governo Cameron, e Theresa May, attuale segretario di Stato per gli Affari interni. Hunt e May sono praticamente sconosciuti al di fuori del Regno Unito: Hunt ha 49 anni, è parlamentare dal 2005 e fino al settembre del 2012 è stato Segretario della Cultura e dello Sport con delega per gestire le Olimpiadi di Londra del 2012. A questo referendum ha fatto campagna per il "Remain" (cosa che diminuisce le sue possibilità). May invece ha 59 anni, una lunga carriera sia da ministro sia da ministro-ombra e secondo un recente sondaggio di YouGov è la candidata preferita dagli elettori conservatori per il ruolo di primo ministro (su "Brexit" non si è particolarmente schierata). George Osborne, il cancelliere dell Scacchiere – cioè il ministro dell'Economia – ha invece detto che non si candiderà a capo del partito.
Per i laburisti i nomi che girano sono parecchi, ma tutti molto fragili: si parla di Lisa Nandy, 36enne parlamentare molto di sinistra ed ex ministro-ombra dell'Ambiente; Angela Eagle, 55enne ex ministro delle Pensioni e fino a pochi giorni fa rispettata ministro-ombra dell'Economia; e di Yvette Cooper, 47enne ex ministro della Casa sotto Tony Blair e che alle ultime primarie di partito è arrivata terza col 17 per cento dei voti.
Parlando con BBC, George Osborne – il cancelliere dello Scacchiere, cioè il ministro dell'Economia britannico – ha parlato delle difficoltà economiche dei primi giorni dopo "Brexit" spiegando: «i mercati andranno su e giù, siamo in un periodo prolungato di aggiustamento. Dal punto di vista economico la vita non sarà facile come se fossimo ancora dentro all'Unione Europea». Osborne, considerato molto vicino a Cameron, aveva fatto campagna per il "Remain".
Nicola Sturgeon, il primo ministro della Scozia e leader dello Scottish National Party, ha promesso che farà di tutto per dare seguito alle indicazioni degli scozzesi, che hanno votato per restare nella UE. BBC News scrive che Sturgeon si è sentita con il chief minister Fabian Picardo, la più importante carica politica di Gibilterra, il territorio britannico nel sud della Spagna che ha votato per il Remain. Secondo Picardo ci sono diverse possibilità per restare nella UE per Scozia e Gibilterra, compreso quello di continuare a fare parte del Regno Unito e di essere al tempo stesso nell’Unione. Le decisioni di politica internazionale spettano però eminentemente al governo di Londra, quindi non sembrano esserci molte basi legali per sostenere un piano di questo tipo.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il presidente del Consiglio Matteo Renzi si sono incontrati ieri a Berlino per discutere il risultato del referendum nel Regno Unito. Con l’uscita del Regno Unito, sono i leader dei tre paesi più rappresentativi della UE e per questo stanno cercando di mantenere una linea comune, piuttosto rigida nei confronti del Regno Unito. Hollande ha ricordato che lasciare la UE ha un prezzo, Renzi che “è importante dimostrare ai cittadini europei che la politica non è un gioco”.
La preoccupazione è che altri paesi possano chiedere referendum simili a quello britannico: questo spiega le rigidità nei confronti del Regno Unito, che potrebbe diventare un caso esemplare per dimostrare agli altri stati membri che uscire dalla UE non conviene e ha conseguenze pesanti, sia economiche sia politiche.
Ieri ci sono state dimissioni in massa dei ministri ombra nel governo laburista di Jeremy Corbyn, in polemica nei confronti della sua leadership e del modo in cui ha condotto la campagna referendaria per il Remain, giudicata poco efficace e convinta. Corbyn ha annunciato una lista di nomi per sostituire i ministri ombra dimissionari, ma ci sono ancora 7 posizioni da coprire. Oggi, inoltre, i parlamentari laburisti voteranno una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Corbyn ha già detto di non avere intenzione di dimettersi e che se necessario concorrerà nuovamente per la leadership del partito.
Secondo SkyNews, l’attuale ministro della Salute britannico, Jeremy Hunt, sta considerando la sua candidatura alla guida del partito conservatore.
Il partito Conservatore ha deciso che la presentazione delle nomination per il successore di David Cameron, leader del partito e primo ministro dimissionario, dovranno iniziare mercoledì prossimo e terminare il giorno seguente. L’obiettivo è di stringere i tempi e avere un nuovo leader entro il 2 settembre.
Il processo di selezione del leader Conservatore prevede di solito che le nomination siano presentate entro una data scadenza e rese pubbliche.
• Se c’è un solo nome, quella persona viene immediatamente dichiarata eletta.
• Se ci sono due nomination, si procede con una elezione tra i membri del partito conservatore.
• Se ci sono più di due nomination, spetta ai parlamentari Conservatori il compito di votare fino a quando la lista viene ridotta a due nominativi, da proporre poi agli iscritti.
I leader europei saranno a Bruxelles sia oggi sia domani, ma Cameron parteciperà solamente agli incontri di oggi: mercoledì gli altri leader parleranno per conto loro del Regno Unito per valutare il da farsi. Oggi Cameron incontrerà il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Verso sera sarà a un incontro organizzato per tutti i leader della UE. Cameron ha già chiarito in più occasioni che lascerà al suo successore il compito di trattare l’uscita dall’Unione Europea, quindi quelli di oggi saranno incontri per lo più interlocutori.
• 10:00 inizia la sessione plenaria del Parlamento europeo e sono previsti interventi di Jean-Claude Juncker, Martin Schulz e Nigel Farage, tra gli altri.
• 12:00 la laburista Yvette Cooper tiene un discorso a Londra, piuttosto atteso perché Cooper era stata una delle candidate alla leadership del partito nel 2015 contro Jeremy Corbyn.
• 14:00 arrivano i leader europei a Bruxelles.
• 15:00 il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon tiene un discorso al parlamento della Scozia per confermare il suo impegno europeista.
• 17:00 intorno a quest’ora si dovrebbe sapere l’esito della mozione di sfiducia nei confronti di Corbyn.
• 17:15 circa, conferenza stampa di Schulz.
• 16:00 manifestazione a Trafalgar Square, a Londra, a favore dell’Unione Europea.
• 19:00 circa, Cameron incontra gli altri leader europei in una cena di lavoro.
Per oggi è in programma un voto di sfiducia nei confronti del leader laburista Jeremy Corbyn da parte dei parlamentari del suo partito. All’esterno del palazzo del Parlamento, a Londra, ieri sera c’è stata una manifestazione a sostegno di Corbyn, che ha tenuto un breve discorso: ha parlato di razzismo, intolleranza, giustizia sociale e del governo «che sta dando agevolazioni fiscali ai più ricchi e che sta privatizzando sistematicamente» i servizi sanitari.
Corbyn non ha fatto alcun riferimento al voto di sfiducia lasciando la parola al Cancelliere dello scacchiere ombra, John McDonnell, il quale ha chiarito che Corbyn non si dimetterà e che si candiderà in ogni futura elezione per la guida del partito laburista. McDonnell ha poi ricordato che Corbyn è stato eletto solo nove mesi fa con un ampio sostegno e che quello che è successo negli ultimi giorni è solo il tentativo di un piccolo gruppo di parlamentari di «minare le decisioni democratiche dei membri del partito laburista».
La notizia più rilevante per i mercati e l'economia britannica è arrivata nella serata di ieri, quando le agenzie Standard & Poor's e Fitch hanno rivisto al ribasso il rating del Regno Unito. Per farlo hanno atteso la chiusura delle borse europee, cosa che ha evitato ulteriori scossoni, ma secondo gli analisti il declassamento potrebbe avere ripercussioni sull'andamento delle contrattazioni oggi.
Quelli di Standard & Poor’s hanno spiegato che il voto su Brexit ha indebolito il paese e che porterà ad un quadro politico «meno prevedibile, stabile ed efficace». L’agenzia prevede che le imprese straniere potrebbero essere meno incentivate a investire nel Regno Unito e che la sterlina potrebbe perdere il suo ruolo di valuta di riserva mondiale. Si parla inoltre di una previsione di crescita del Regno Unito significativamente inferiore tra il 2016 e il 2019 rispetto ai tre anni precedenti, con una media annuale dell’1,1 per cento.
La perdita della tripla A non dovrebbe avere alcun impatto immediato ma rappresenta un fatto «umiliante» per il governo, ha scritto il Guardian.
Hello dalla redazione del Post. Oggi seguiremo le novità su Brexit dal Regno Unito, da Bruxelles e non solo. Buona lettura.