La discussione e i voti al Senato sul disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili sono stati rinviati a mercoledì 24 febbraio dopo la richiesta del capogruppo del PD Luigi Zanda di indire una riunione dei capigruppo. La richiesta di Zanda è stata accolta dal presidente del Senato Grasso e la riunione dei capigruppo ha deciso per il rinvio.
Questa mattina i lavori erano ricominciati alle 9.30 e tutta la discussione è stata occupata dall’opportunità o meno di mantenere il cosiddetto “supercanguro”, l’emendamento presentato dal PD per evitare l’ostruzionismo dell’opposizione. Anche la seduta di martedì era stata complicata: l’unico voto previsto – quello sul “supercanguro” – era stato rimandato quando il M5S ha detto di non volerlo votare. Il PD aveva deciso di trovare un accordo sulle unioni civili col M5S e non con il Nuovo Centro Destra, contrario alla stepchild adoption. Monica Cirinnà, prima firmataria della legge, ha detto: «Io mi prendo le responsabilità politiche di essermi fidata del Movimento Cinque Stelle. Me le assumo tutte. Chiudo la mia carriera politica con questo scivolone. Me ne rendo conto, ho sbagliato».
Tutte le proposte di non modificare il calendario e proseguire con la discussione sono state respinte. Confermato il rinvio del ddl Cirinnà a mercoledì 24 febbraio.
Sandro Bondi - che è stato a lungo membro di Forza Italia e consigliere personale di Silvio Berlusconi e che dallo scorso 22 dicembre ha aderito ad Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (AL-A), il gruppo parlamentare di Denis Verdini - voleva intervenire, ma è stato fermato da Pietro Grasso perché un altro senatore del suo gruppo aveva già parlato. Bondi è tornato subito a sedersi.
Stanno intervenendo altri senatori per commentare il rinvio della discussione. Campanella, di Altra Europa con Tsipras, è stato sollecitato più volte da Grasso ad attenersi alle proposte di modifica del calendario dei lavori. Campanella ha rinunciato: «Rinuncio al mio intervento».
Da questa mattina circola molto sui social network il testo di un emendamento a prima firma di Gian Marco Centinaio, Lega Nord, all'articolo 2 della proposta di legge Cirinnà che chiede di sostituire le parole un'unione civile» con «un'unione renziana».
Un po' di conti in attesa che si arrivi al voto del ddl sulle unioni civili o al voto del "supercanguro"
Il Partito Democratico ha 111 senatori. Secondo i retroscena che circolano in questi giorni, circa 25 di loro sono i cosiddetti "cattodem", senatori cattolici contrari alla stepchild adoption (ma che non è chiaro come voterebbero sul "supercanguro"). SEL conta su 6 senatori, tutti favorevoli sia alla stepchild adoption che al supercanguro. Anche 14 dei 26 senatori che compongono il gruppo misto hanno dichiarato il loro sostegno alla legge. In altre parole, sulla carta i numeri dei favorevoli alla legge e che probabilmente voterebbero il "supercanguro" sono molto inferiori alla maggioranza. Parliamo di meno di 120 senatori, sui 161 necessari.
Moltissimi sono gli incerti, dei quali non è chiara la posizione su stepchild adoption e "supercanguro". Il gruppo Per le autonomie conta 20 senatori dalla provenienza più disparata: nei mesi scorsi hanno votato sia contro che a favore del governo. Non è chiaro nemmeno l'atteggiamento dei cosiddetti "verdiniani" che nel gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie contano su 19 senatori e che in passato hanno quasi sempre votato con il governo.
I contrari, che voteranno di sicuro "no" al "supercanguro" e alla stepchild adoption sono: Forza Italia, 40 senatori, NCD, 32 senatori, Conservatori e Riformisti, 9 senatori, Lega Nord, 15 senatori e Grandi Autonomie e Libertà, 15 senatori. Il Movimento 5 Stelle, infine, ha dichiarato ieri che i suoi 35 senatori voteranno no al "supercanguro", mentre hanno libertà di coscienza sulla stepchild adoption (a cui quasi tutti dovrebbero votare a favore). Sulla carta, quindi, i contrari al canguro sono 146, meno della maggioranza, ma un numero più alto di quelli che hanno dichiarato apertamente che voteranno a favore.
Anche il Movimento 5 Stelle e Loredana De Preti, capogruppo di SEL, hanno chiesto di non rinviare la discussione. Ma il rinvio è già stato deciso dalla riunione dei capigruppo. De Petris ha anche chiesto alla Lega di rinunciare ai suoi "minicanguri" (contenuti in alcuni emendamenti presentati) e alle opposizioni di rinunciare a tutti i voti segreti.
Gian Marco Centinaio, della Lega Nord, è intervenuto commentando il rinvio della discussione, chiedendo di non fare alcuna pausa e dando dei "cacasotto" ai senatori della maggioranza. «Avete blaterato di canguri, ornitorinchi, koala. E adesso vi prendete dei giorni perché non avete i numeri».
Durante la conferenza dei capigruppo è stato deciso un rinvio della discussione sul ddl Crininnà: la proposta di legge tornerà in aula mercoledì 24 febbraio.
Cosa è successo fino a qui
Nella seduta di ieri al Senato la Lega Nord – contraria all’approvazione del ddl Cirinnà – ha annunciato il ritiro della maggioranza dei 5mila emendamenti presentati mantenendone 580 e ha chiesto al Partito Democratico – che invece ha proposto e sosterrà la legge, almeno con la maggioranza dei suoi senatori – di ritirare il “supercanguro” di Andrea Marcucci, un emendamento all’articolo 1 che contiene tutti i punti principali della legge e che, se approvato, farebbe cadere in un colpo solo quasi tutte le modifiche presentate dalle opposizioni.
Il PD ha però deciso di non ritirarlo («Il canguro resta, ha un obiettivo sano» ha detto il capogruppo del PD Luigi Zanda in aula) e il M5S, con i suoi 35 senatori, ha detto di non avere intenzione di votarlo, insieme a Forza Italia, Area Popolare e Lega. A quel punto, la votazione sull’emendamento Marcucci è stata rimandata su richiesta di Sel e il rinvio è stato approvato con i voti determinanti di Ala, il gruppo di Denis Verdini che in diverse occasioni ha votato con il governo.
La seduta di oggi è ripresa con l'intervento del capogruppo del PD Luigi Zanda che ha chiesto al presidente del Senato Pietro Grasso la convocazione della Conferenza dei capigruppo e qualche giorno di “riflessione” spiegando che l’intenzione del partito è arrivare a “una buona legge” e serve tempo per riannodare dei “fili politici” .
Dopo gli interventi dei senatori degli altri gruppi minori, Grasso ha deciso di accogliere la richiesta di Zanda. La riunione è ancora in corso.
Alla riunione dei capigruppo - ancora in corso - è presente anche la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi. Mattia Feltri su La Stampa scrive: «Pare che le opposizioni chiedano il ritorno della legge in commissione, che significherebbe il rinvio di qualche mese».
Se il “supercanguro” sarà ritirato o bocciato, e se durante il rinvio non si giungerà a un nuovo compromesso, si passerà all’esame e al voto degli emendamenti: ce ne sono 580 della Lega e altri 200 circa presentati da altri partiti. Per molti di questi emendamenti è previsto il voto segreto e molti contengono a loro volta dei "mini canguri".
La resistenza del PD a mantenere l'emendamento Marcucci si base dunque non tanto sul numero degli emendamenti che resterebbero in piedi, ma sul fatto che passare all'esame e al voto di questi emendamenti – voto spesso segreto e senza indicazioni di voto del governo, trattandosi di un disegno di legge di iniziativa parlamentare – significherebbe rischiare di affondare, di fatto, l'intera legge.
Che cos'è il supercanguro?
È da due giorni al centro della discussione sul ddl Cirinnà al Senato: non è però il “canguro“, di cui si è già molto discusso in passato, ma una cosa un po’ diversa e con meno precedenti. Per capirla bisogna fare un passo indietro e avere chiaro che cosa sono gli emendamenti, cioè le “modifiche” al testo di una legge che il Parlamento sta discutendo.
Il litigio in aula, prima della sospensione della seduta, tra la senatrice del M5S Laura Bottici e la ex senatrice del M5S, ora Italia dei Valori, Alessandra Bencini.
La Stampa scrive che durante la riunione dei capigruppo, il PD cercherà di rinviare la discussione della legge sulle unioni civili alla settimana prossima per cercare di recuperare una maggioranza: «NCD è d’accordo. Probabilmente così sarà».
Qualche momento della discussione al Senato di questa mattina:
Domenico Scilipoti e Anna Maria Bernini, Forza Italia (Fabio Cimaglia/LaPresse)
Laura Bottici del M5S (Fabio Cimaglia/LaPresse)
Vilma Moronese del M5S (Fabio Cimaglia/LaPresse)
Diversi senatori intervenuti questa mattina in aula hanno ricordato il fatto che la stepchild adoption in Italia esiste già. L'adozione del figliastro è infatti prevista dall’attuale legge sulle adozioni del 1983 e non esclude la possibilità - sebbene con un percorso più complesso e tortuoso di quanto sarebbe con la legge Cirinnà - che il partner di un genitore (anche del suo stesso sesso) adotti il figlio naturale o adottivo di quest’ultimo o quest’ultima. E non esclude nemmeno l’adozione da parte di un single o di due conviventi.
(La stepchild adoption esiste già)
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha accolto la richiesta del PD: ha convocato la riunione dei capigruppo. La seduta è stata sospesa. Alla richiesta, ha detto Grasso «hanno aderito anche altri capigruppo».
Maurizio Romani interviene per il gruppo misto, chiede simbolicamente a Marcucci di mettere la sua firma sul "supercanguro": «Questa legge deve essere votata».
Renato Schifani, Area Popolare (UDC-NCD) è d'accordo con la richiesta di Luigi Zanda di rimandare la discussione in aula: dice di essere d'accordo con l'approvazione di una legge che regolamenti le unioni civili («ce lo chiede il paese, ce lo chiedono gli italiani»), ma invita Pietro Grasso a far valutare l'emendamento Marcucci, il cosiddetto "supercanguro", dalla giunta del regolamento del Senato.
Stanno intervenendo i senatori di ciascun gruppo presente al Senato. Ora tocca a Gaetano Quagliariello, di GAL (Grandi Autonomie e Libertà). C'è però molta confusione in aula e il presidente Pietro Grasso sta richiamando all'ordine diversi senatori.
Manuela Repetti, Alleanza Liberalpopolare- Autonomie, è a favore della richiesta di Luigi Zanda, PD, di convocare una riunione dei capigruppo: «Ieri è stata una bruttissima pagina per la politica. Uscendo all'aula ho incontrato ragazze e ragazzi disperati, che hanno capito che qui in aula qualcuno ha fatto prevalere calcoli politici».
Nunzia Catalfo del Movimento 5 Stelle ha detto che il suo partito non ha presentato alcun emendamento alla legge Cirinnà: «Non accetto dunque strumentalizzazioni che ci danno responsabilità che non abbiamo». Ma ha precisato anche che in altre occasioni il M5S si è opposto a "ghigliottine" e "canguri": «Non si baratta la democrazia per i diritti». Sul rinvio chiesto da Luigi Zanda, del PD: «Il M5S è categoricamente contro la convocazione della riunione dei capigruppo: si ritirino gli emendamenti bigotti della destra, ma anche quelli che vanno a cangurare la legge».
Sta parlando Paolo Romani, Forza Italia-Popolo della Libertà: ha ipotizzato un ritorno in commissione dell'intera legge Cirinnà.
Calderoli ha ringraziato il M5S per «l'onestà intellettuale» dimostrata e ha chiesto al PD di ritirare l'emendamento Marcucci, il cosiddetto "supercanguro" e di convocare solo dopo il ritiro la riunione dei capigruppo.
Calderoli cita il Vangelo rivolgendosi a Luigi Zanda, capogruppo del PD al Senato: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». Calderoli si riferisce al patto politico tra Lega e PD fatto nei giorni scorsi sul ritiro dei rispettivi emendamenti. La Lega Nord – contraria all’approvazione del ddl Cirinnà – ha annunciato ieri il ritiro della maggioranza dei 5mila emendamenti presentati mantenendone 580 e ha chiesto al Partito Democratico – che invece ha proposto e sosterrà la legge, almeno con la maggioranza dei suoi senatori – di ritirare il “supercanguro”. Il PD però, secondo Calderoli, non ha rispettato l'accordo.
Roberto Calderoli, Lega Nord e Autonomie, sta commentando la richiesta di Luigi Zanda, PD, di «guadagnare tempo» con la richiesta di convocare una riunione dei capigruppo.
Sta parlando il capogruppo del PD al Senato, Luigi Zanda e ha chiesto al presidente Grasso la convocazione di una riunione dei capigruppo. «Pensiamo che sia necessario per chi vuole questa legge un lavoro di riflessione per riannodare i fili politici, individuare i percorsi che possono consentirci di proseguire in modo ordinato i lavori dell'aula. Ed è per questa ragione che per fare una buona legge e non buttare tutto a mare le chiedo di convocare i capigruppo per trovare una condivisione sui metodi di lavoro»
È cominciata la seduta al Senato.
Secondo l'Ansa - che cita "qualificate fonti parlamentari" - il Pd chiederà un rinvio dell'esame del ddl Cirinnà: «In Senato si profila una nuova richiesta di rinvio dell'esame del ddl sulle unioni civili. Lo si apprende da qualificate fonti parlamentari di maggioranza. Questa volta, riferiscono all'ANSA queste fonti, a chiedere una riflessione di qualche giorno sarebbe il Partito democratico. La richiesta verrebbe avanzata stamani in Aula».
Sul Corriere della Sera di oggi c'è un'intervista a Massimo Gandolfini, neurochirurgo e presidente del Comitato «Difendiamo i nostri figli», quello che ha organizzato il Family Day. Sulla decisione del M5S di non votare il "supercanguro" Gandolfini ha detto:
«Al di là delle differenti posizioni e delle appartenenze confessionali, in questo momento il Movimento ha mostrato senso democratico, leale ed onesto. Il M5S vuole insomma rispettare le regole, evitando un vero e proprio scempio della legge e dell’ordinamento democratico. Il testo non è passato dalla commissione Giustizia, violando l’articolo 72 della Costituzione. Noi abbiamo già presentato un’eccezione di incostituzionalità. Se fosse stato applicato il canguro, non ci sarebbe stato alcun dibattito e ci saremmo ritrovati di fronte a un vero e proprio golpe. Ripeto: un vero e proprio golpe»
Un breve riassunto sul ddl Cirinnà
Il ddl Cirinnà è diviso in due capi: il primo capo, all’articolo 1, introduce nell’ordinamento italiano l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso «quale specifica formazione sociale, ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione». Il testo stabilisce la netta separazione semantica tra “nuove” unioni e matrimonio, secondo le richieste di diversi cattolici del PD: cancella ogni riferimento al matrimonio e di conseguenza qualsiasi riferimento all’articolo 29 della Costituzione. La nuova legge introdurrà di fatto un nuovo istituto di diritto di famiglia, distinto dal matrimonio.
Negli articoli successivi si disciplinano le modalità per la costituzione delle unioni civili e si spiegano le cause di impedimento, si definiscono diritti e doveri derivanti dall’unione, si estendono le disposizioni in materia di diritti successori dei coniugi, si stabilisce lo scioglimento dell’unione.
Nell’articolo 5 si parla di stepchild adoption, cioè la possibilità di adottare il figlio del partner. Viene esclusa l’applicabilità dell’istituto dell’adozione legittimante: per le coppie dello stesso sesso unite civilmente non sarà possibile, quindi, adottare bambini che non siano già figli dell’altro o altra componente della coppia.
Il Capo II (articoli da 11 a 23) definisce la convivenza di fatto; stabilisce doveri di reciproca assistenza, diritti di permanenza nella casa comune di residenza, l’obbligo di mantenimento in caso di cessazione; parifica i diritti del convivente superstite a quelli del coniuge superstite; si spiegano le cause di nullità del contratto di convivenza.
La decisione del M5S di non votare il "supercanguro" proposto dal senatore del PD Andrea Marcucci - un emendamento all’articolo 1 che contiene tutti i punti principali della legge e che, se approvato, farebbe cadere in un colpo solo quasi tutte le modifiche presentate dalle opposizioni - ha reso molto complicato l'iter del disegno di legge.
Diversi giornali, oggi, presentano dei cosiddetti "retroscena" in cui si parla dell'ipotesi, circolata dopo la fine della seduta di ieri all'interno del Partito Democratico, di stralciare l'articolo sulla stepchild adoption. E questo per ritrovare un patto all'interno della maggioranza di governo, dunque con Angelino Alfano e l'area cattolica, che permetta di approvare le unioni civili senza la possibilità di adottare il figlio biologico del partner.
Maurizio Gasparri, contrario alla legge, ha detto: «A quel punto l’ottanta per cento dei senatori di Forza Italia voterebbe le unioni civili e io magari non mi opporrei ma uscirei dall’Aula per prendere un caffè». E Renato Schifani di Area Popolare: «Noi ci stiamo, basta stralciare le adozioni ed evitare l'equiparazione col matrimonio».
Oggi
Le ipotesi sono tre:
- il PD potrebbe decidere di non ritirare il “supercanguro” e di metterlo ai voti. Dopo la decisione del M5S di non sostenerlo c'è però il rischio che non passi.
- la prima votazione di oggi potrebbe riguardare una questione procedurale sul “supercanguro”. L'ipotesi era circolata nei giorni scorsi: diversi senatori all’opposizione avevano fatto sapere di voler chiedere il cosiddetto “spacchettamento”, previsto dal regolamento del Senato, cioè il voto sul supercanguro per articoli separati. In questo modo sia le opposizioni che alcuni senatori cattolici del PD sperano di evitare la cancellazione degli emendamenti all’articolo 5, uno dei più discussi: è quello che parla di stepchild adoption, cioè della possibilità in alcuni casi di adottare il figlio biologico del partner.
- il PD potrebbe ritirare il "supercanguro".
Se il "supercanguro" sarà ritirato o bocciato, si passerà all’esame e al voto degli emendamenti: ce ne sono 580 della Lega e altri 200 circa presentati da altri partiti.
Che cosa è successo nella seduta di ieri
La Lega Nord – contraria all’approvazione del ddl Cirinnà – ha annunciato di voler ritirare la maggioranza dei 5mila emendamenti presentati mantenendone 580 e ha chiesto al Partito Democratico – che invece ha proposto e sosterrà la legge, almeno con la maggioranza dei suoi senatori – di ritirare il “supercanguro” di Andrea Marcucci, un emendamento all’articolo 1 che contiene tutti i punti principali della legge e che, se approvato, farebbe cadere in un colpo solo quasi tutte le modifiche presentate dalle opposizioni.
Il PD ha però deciso di non ritirarlo («Il canguro resta, ha un obiettivo sano» ha detto il capogruppo del PD Luigi Zanda in aula) e il M5S, con i suoi 35 senatori, ha detto di non avere intenzione di votarlo, insieme a Forza Italia, Area Popolare e Lega. A quel punto, la votazione sull’emendamento Marcucci è stata rimandata su richiesta di Sel e il rinvio è stato approvato con i voti determinanti di Ala, il gruppo di Denis Verdini che in diverse occasioni ha votato con il governo.