Cosa c’è negli emendamenti al ddl Cirinnà

La maggior parte vogliono rendere la legge assurda, incomprensibile o contraddittoria: si parla di scommesse sportive, libici, vigili urbani

L’iter parlamentare del ddl Cirinnà – una proposta di legge per introdurre in Italia l’istituzione e la regolamentazione delle unioni civili – si è complicato molto quando il Movimento 5 Stelle ha deciso ieri di non votare un emendamento cosiddetto “supercanguro”. L’emendamento in questione permetterebbe di far decadere le centinaia di altri emendamenti presentati dall’opposizione, ma il M5S si è opposto per una questione di principio: Luigi Di Maio, importante esponente del M5S, ha scritto per esempio che “discutere una legge in Parlamento è un diritto costituzionalmente garantito” e che approvare l’emendamento-canguro sarebbe “negare il diritto di discutere la legge”.

Il PD da solo non ha la maggioranza al Senato, e sul ddl Cirinnà aveva deciso di collaborare col M5S e non con NCD, fa parte della coalizione di governo; il M5S ha avuto però nelle ultime settimane posizioni ondivaghe sulla questione. Il PD ha deciso allora di chiedere un rinvio della discussione degli emendamenti alla settimana prossima, vista l’impossibilità di aggirare l’ostruzionismo.

Gli emendamenti in ballo sono ancora diverse centinaia e si possono scorrere tutti quanti qui: ci sono anche quelli che negli ultimi giorni sono stati ritirati o di cui è stato promesso il ritiro una volta arrivati in aula. Alcuni emendamenti vogliono legittimamente apportare modifiche alla legge – quelle dei cosiddetti “cattodem” e quelli del M5S, soprattutto – ma la gran parte vogliono rendere la legge assurda, incomprensibile o contraddittoria. Di seguito abbiamo selezionato alcuni dei più strani e significativi. La maggior parte di questi sono stati presentati da pochi senatori: Carlo Giovanardi, Mario Mauro, Lucio Malan, Giuseppe Marinello. Negli emendamenti di Malan – che lui ha definito “nel merito” – si parla tra le altre cose di “scommesse sportive”, stradari e toponimi, cittadini libici.