Cinque cose diverse su Albert Einstein

E che aiutano a capire chi era davvero lo scienziato che aveva previsto l'esistenza delle onde gravitazionali: odiava i calzini e no, non fallì alcun esame di matematica

(AP Photo)
(AP Photo)

Albert Einstein è stato probabilmente lo scienziato più importante del Ventesimo secolo e la sua fama è stata confermata questa settimana da alcuni scienziati che hanno osservato per la prima volta le onde gravitazionali, un fenomeno che Einstein aveva ipotizzato un secolo fa. Oltre alla sua importanza come scienziato, Einstein è diventato anche un’icona della cultura popolare e come tale la sua figura è stata spesso fraintesa. Abbiamo messo insieme cinque cose sulla sua vita che aiutano a capire che tipo era, davvero.

1. Non fallì alcun esame in matematica
È un mito che ha consolato generazioni di studenti: perché preoccuparsi dei voti bassi? Dopo tutto l’uomo più intelligente del secolo non riuscì a passare un esame di matematica al liceo. Sfortunatamente non è vero: Einstein non fallì mai un esame di fisica o matematica, anzi. Era uno studente eccellente e precoce. Nel suo “esame di maturità” al termine delle scuole secondarie ottenne il massimo dei voti in tutte le materie scientifiche (e andò malissimo in francese). A quindici anni era già in grado di compiere calcoli differenziali e fece il primo esame di ammissione all’università due anni in anticipo rispetto ai suoi colleghi.

2. Odiava i calzini
Un’altra immagine molto legata ad Einstein è quella del genio eccentrico e insofferente nei confronti delle convenzioni sociali. Si tratta, questa volta, di un fatto storico. Einstein odiava doversi vestire in maniera formale e curare il suo aspetto. In particolare non sopportava i calzini e cercava ogni volta che era possibile di indossare le scarpe sui piedi nudi. È un dettaglio che si è scoperto nel 2006, quando venne resa pubblica una raccolta di lettere posseduta dalla figliastra, Margot. In una di queste lettere, indirizzata a sua moglie, Einstein scrisse da Oxford: «Sono riuscito a farla franca anche nelle situazioni più solenni: non ho indossato calzini e ho nascosto questa mancanza di civiltà in un paio di alti stivali».

3. Era un marito terribile
Esiste uno stereotipo sul grande scienziato che in genere non è molto interessato all’altro sesso. Einstein, invece, ebbe una vita sentimentale piuttosto turbolenta. Si sposò per due volte e durante i suoi matrimoni ebbe almeno una dozzina di amanti. Fino a pochi anni fa era anche considerato un padre piuttosto disinteressato ai figli e un marito severo e sgradevole. Le lettere pubblicate nel 2006 hanno in qualche misura moderato questa immagine, rivelando come Einstein fosse cosciente dei suoi problemi di infedeltà cronica e come, in realtà, abbia cercato di assicurare almeno il benessere economico dei suoi figli e della sua prima moglie.

4. All’inizio fu a favore della bomba atomica
Einstein è famoso per essere stato uno scienziato pacifista che condannò la corsa agli armamenti durante la Guerra fredda. In un’intervista pubblicata nel 1949, pronunciò una delle sue frasi più famose proprio su questo argomento: «Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma so che combatteremo la Quarta con pietre e bastoni». Nel 1939, però, la pensava diversamente e firmò una lettera in cui avvertiva il governo degli Stati Uniti del pericolo che la Germania nazista riuscisse a produrre una bomba atomica e lo incoraggiava a crearne una per primo. La firma sulla lettera e gli sforzi personali che fece per farla arrivare al presidente furono sempre un peso sulla sua coscienza. Più volte Einstein si sentì in dovere di giustificare quel gesto e poco prima di morire definì quel gesto «il grande errore della sua vita».

5. Il suo cervello ha una storia pazzesca

Non tanto perché era diverso dal cervello di una persona normale, anche se diversi studi hanno cercato di dimostrarlo. Alcuni ricercatori dicono di aver trovato effettivamente delle particolarità, ma molti altri hanno criticato queste scoperte, dicendo che è difficile stabilire una relazione tra la forma di un cervello e una caratteristica così elusiva come l’intelligenza. Ma la storia dell’organo più importante di Albert Einstein è comunque affascinante: dopo la sua morte, il corpo venne cremato ma il cervello fu rubato e sparì per decenni, fino a che, nel 1978, un giovane giornalista non fu incaricato di ritrovarlo. Se questa storia vi interessa, qui l’avevamo raccontata per esteso.