• Sport
  • Sabato 18 luglio 2015

La morte di Jules Bianchi, il pilota di Formula 1

Era in coma dallo scorso ottobre, a causa delle ferite riportate in un incidente durante il Gran Premio del Giappone: aveva 25 anni

Jules Bianchi prima del Gran Premio di Singapore di Formula Uno, il 21 settembre 2014. (Mark Thompson/Getty Images)
Jules Bianchi prima del Gran Premio di Singapore di Formula Uno, il 21 settembre 2014. (Mark Thompson/Getty Images)

Nella notte tra venerdì e sabato Jules Bianchi, pilota francese di Formula 1, è morto in ospedale, per le conseguenze delle ferite riportate in un incidente avvenuto durante il Gran Premio del Giappone lo scorso 5 ottobre 2014. La notizia della morte di Bianchi è stata data dalla sua famiglia, che ha pubblicato un comunicato sul suo account ufficiale, ed è stata poi confermata dalla Marussia, la scuderia di cui Bianchi faceva parte. Bianchi aveva 25 anni. È il primo pilota di Formula 1 a morire per le ferite riportate in un Gran Premio dal 1994, quando Ayrton Senna morì in gara sul circuito di Imola durante il Gran Premio di San Marino.

Bianchi era in coma dal giorno dell’incidente: le sue condizioni erano state definite “gravi ma stabili”, ma nel corso dei successivi mesi non aveva mostrato alcun segno di miglioramento, rendendo ancora più improbabile una sua ripresa, seppur parziale. L’incidente che ha coinvolto Bianchi nel Gran Premio del Giappone è stato indagato dalla Fédération Internationale de l’Automobile (FIA), l’ente che organizza tra le altre cose i mondiali di Formula 1: lo scorso dicembre la FIA aveva pubblicato un rapporto di 396 pagine che sosteneva che una delle cause dell’incidente era che Bianchi stava andando troppo forte.

Bianchi era uscito di pista a nove giri dalla fine della gara e aveva urtato un mezzo di soccorso entrato poco prima per rimuovere la vettura del pilota Adrian Sutil. Secondo il rapporto, l’incidente è avvenuto perché Bianchi non aveva rallentato a sufficienza in un tratto di pista bagnato e prima del quale era stata sventolata la doppia bandiera gialla (che segnala un grave pericolo in corso e impone ai piloti di rallentare e di non effettuare sorpassi). Il pilota, che guidava una Marussia, si era poi scontrato contro il veicolo che stava rimuovendo la macchina di Sutil a una velocità di 126 chilometri all’ora.