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  • Giovedì 4 dicembre 2014

Il rapporto sull’incidente di Jules Bianchi

Il pilota di Formula 1 coinvolto in un incidente il 5 ottobre, e che non ha ancora ripreso conoscenza, non ha rallentato a sufficienza su un tratto di pista bagnato

SUZUKA, JAPAN - OCTOBER 05: during the Japanese Formula One Grand Prix at Suzuka Circuit on October 5, 2014 in Suzuka, Japan. (Photo by Getty Images)
SUZUKA, JAPAN - OCTOBER 05: during the Japanese Formula One Grand Prix at Suzuka Circuit on October 5, 2014 in Suzuka, Japan. (Photo by Getty Images)

La Fédération Internationale de l’Automobile (FIA), l’ente che organizza tra le altre cose i mondiali di Formula 1, ha pubblicato un rapporto di 396 pagine sul grave incidente avvenuto il 5 ottobre durante il Gran Premio del Giappone al 25enne pilota Jules Bianchi, che da allora non ha ancora ripreso conoscenza. Secondo il rapporto l’incidente è avvenuto, tra le altre cose, perché Bianchi stava andando troppo veloce.

Bianchi è uscito di pista a nove giri dalla fine della gara e ha urtato un mezzo di soccorso entrato poco prima per rimuovere la vettura del pilota Adrian Sutil: secondo il rapporto l’incidente è avvenuto perché Bianchi non ha rallentato a sufficienza in un tratto di pista bagnato e prima del quale era stata sventolata la doppia bandiera gialla (che segnala un grave pericolo in corso e impone ai piloti di rallentare e di non effettuare sorpassi). Il pilota, che guidava una Marussia, si è poi scontrato contro il veicolo che stava rimuovendo la macchina di Sutil a una velocità di 126 chilometri all’ora.

In precedenza la FIA non aveva chiarito se Bianchi avesse rallentato a sufficienza per evitare l’incidente. Un articolo di Motorsport.com aveva comunque spiegato che Bianchi stava già accelerando quando ancora non aveva finito di percorrere il tratto interessato dalla doppia bandiera gialla: probabilmente perché stava avvicinandosi a un tratto dove era esposta la bandiera verde. Il problema è che la bandiera verde ha effetto a partire dal punto in cui viene esposta e non da quando viene vista dai piloti.

Il rapporto – alla cui compilazione hanno partecipato anche due ex capi di scuderia, Stefano Domenicali della Ferrari e Ross Brawn della Mercedes – ha anche confermato che l’intervento della safety car non era sembrato necessario, sulla base di un comportamento giudicato «in linea con le regole e le sue interpretazioni in seguito ai 384 incidenti dei precedenti otto anni». Il rapporto ha concluso che la colpa dell’incidente va attribuita a diverse concause, fra le quali le cattive condizioni della pista (che era bagnata), l’eccessiva velocità tenuta da Bianchi e la presenza di un mezzo di soccorso nei pressi della pista.

foto: Getty Images