Dopo 17 ore di trattative, lunedì mattina i leader dell’eurozona hanno trovato un nuovo accordo con la Grecia, che permetterà al paese da tempo in crisi di ottenere un nuovo prestito internazionale. Le condizioni per il governo greco sono piuttosto dure e dovranno essere approvate entro mercoledì dal Parlamento della Grecia, condizione necessaria per avviare il resto delle procedure che porteranno al prestito. Nella notte l’incontro ha avuto alcune ore di pausa per permettere al primo ministro greco Alexis Tsipras di incontrarsi separatamente con il presidente francese François Hollande, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che sosteneva la linea più dura e intransigente nei confronti della Grecia.
Il calendario che porta verso il nuovo prestito è molto serrato e richiederà soprattutto un grande impegno da parte delle autorità greche. Per il primo ministro Alexis Tsipras non sarà semplice tenere insieme Syriza, il suo partito, da sempre contrario a nuove misure di austerità e che potrebbe dividersi sul voto in Parlamento.
Le notizie di questa mattina, con i dettagli dell’accordo da Bruxelles e le reazioni dei principali leader europei.
In tutto questo la borsa di Milano guadagna l’1,15 per cento, in Germania la borsa è a 1,33 per cento, in Spagna a 1,57 per cento.
Ad Atene è in corso un incontro tra i responsabili delle principali banche greche al ministero delle Finanze: si discute come e quando potranno riaprire le agenzie, il limite dei 60 euro di prelievo giornaliero dovrebbe rimanere.
I termini dell’accordo per la Grecia sono molto stretti. In un passaggio del documento si dice chiaramente che il governo greco “deve consultarsi e concordare con le istituzioni tutte le bozze di legge” sui temi che riguardano le richieste dei creditori internazionali.
Momento uomo della strada.
Not everyone is angry today in #Greece, some are just relieved. Christos, 42, is pleased banks might be open soon pic.twitter.com/T2J8Dx58nX
— Jasmine Coleman (@jasminecoleman) July 13, 2015
Le Monde ha un’interessante infografica che mostra quali paesi dell’eurozona dovranno approvare in Parlamento il nuovo prestito per la Grecia tramite il MES e quali no: dipende dalle regole che ogni paese ha deciso di darsi su questa materia, l’Italia non ha bisogno di passare per un voto parlamentare.
Le dichiarazioni di Renzi dopo la riunione dei leader dell’eurozona.
#Grecia Tutti ministri e parlamentari Syriza chiusi qui dentro a leggere testo accordo. pic.twitter.com/deXtmGwFRZ
— marco imarisio (@marcoimarisio) July 13, 2015
Il primo ministro polacco non è stato molto clemente nei confronti del governo greco: l’accordo raggiunto è “il prezzo che la Grecia paga dopo 7 mesi di populismo del suo governo sbarazzino”.
Polish PM Ewa Kopacz says Greek deal at #EuroSummit deal is “price #Greece pays for 7 months of populist rule'' by its “carefree'' govt
— Maciej Onoszko (@maciejonoszko) July 13, 2015
Questa mattina, alla fine della riunione dei leader dell’eurozona durata tutta la notte, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto che “c’è stata una discussione vera, anche accesa” e che si è trovata un’intesa “con la mediazione e il contributo di tutti, con il coinvolgimento ampio di tutti: la Germania non voleva cambiare il governo greco, questa è fantapolitica”.
#Grecia Soddisfazione per accordo, che sia occasione per rimettere in discussione dogmi #austerity. Sconfitto chi voleva #Grexit
— laura boldrini (@lauraboldrini) July 13, 2015
L’accordo ha un intero punto dedicato al fondo di garanzia cui dovrà provvedere la Grecia:
Le autorità greche dovranno sviluppare un programma significativo e più consistente di privatizzazioni; gli asset di maggior valore greci saranno trasferiti in un fondo indipendente che monetizzerà gli asset attraverso la loro privatizzazione o altre soluzioni. La monetizzazione degli asset sarà una delle risorse per effettuare i pagamenti delle rate del nuovo prestito del MES e produrre, nel periodo intero del prestito, risorse per un totale di 50 miliardi di euro, metà dei quali saranno utilizzati per finanziare la ricapitalizzazione delle banche, il denaro che avanzerà da questo 50 per cento sarà usato per ridurre il livello del debito rispetto al Prodotto interno lordo (PIL). I rimanenti 25 miliardi di euro saranno usati per nuovi investimenti.
Il fondo sarà mantenuto in Grecia e sarà gestito dalle autorità greche sotto la supervisione delle autorità europee.
Nel testo dell’accordo si dice anche che il governo Greco “deve rafforzare le riforme tenendo in considerazione il deterioramento delle condizioni economiche degli ultimi anni”. Nel documento si dice che la riforma delle pensioni dovrà essere adottata almeno in parte entro il prossimo ottobre, che il mercato dell’energia dovrà essere privatizzato e quello del lavoro riformato e messo in linea con quelli del resto dell’eurozona.
I termini dell’accordo sono stati da poco pubblicati in un PDF.
Il calendario concordato con i leader dell’eurozona è questo.
Entro il 15 luglio la Grecia deve provvedere a:
• modifica dell’IVA e ampliamento delle imposte per aumentare i ricavi;
• modifica al sistema delle pensioni in vista di una riforma organica;
• tagli alla spesa pubblica.
Entro il 22 luglio la Grecia deve:
• provvedere all’adozione della riforma del Codice di procedura civile per ridurre i costi della giustizia e accelerare i processi;
• con l’aiuto della Commissione Europea gestire la direttiva sui piani di aiuti per le banche.
I dettagli del nuovo accordo non sono ancora ufficiali, ma da cosa si è detto fino a ora e dalle notizie che arrivano da Bruxelles, la Grecia dovrebbe guadagnare tempo per ripagare i suoi debiti, senza però avere la possibilità di avere una riduzione degli stessi dai suoi creditori internazionali. Dovrebbe esserci un prestito ponte, all’esame dell’Eurogruppo, in attesa del prestito più consistente tramite il MES. La Banca Centrale Europea deciderà nelle prossime ore se l’accordo sia sufficiente o meno per proseguire l’erogazione di fondi di emergenza alle banche greche, anche nell’ottica della loro riapertura.
Sul nuovo piano di aiuti per la Grecia, che prevede un nuovo prestito tramite il MES, si esprimerà anche il Parlamento francese, nonostante non sia formalmente tenuto a farlo per questo tipo di decisioni.
Ce mercredi, l'accord sur la Grèce sera soumis au vote de l'Assemblée nationale.
— Manuel Valls (@manuelvalls) July 13, 2015
Il coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale è ormai confermato, anche se nella notte il governo greco aveva avanzato più proposte per tenerlo fuori dal nuovo piano di aiuti. La direttrice del FMI, Christine Lagarde ha da poco detto:
È stata una notte laboriosa, ma penso che sia un buon passo avanti per riportare fiducia, a ci saranno molti altri passi da fare, sono sicura, che potranno essere effettuati solo attraverso il mantenimento degli impegni assunti.
Nonostante l’accordo raggiunto oggi dal governo greco con i creditori internazionali, la situazione finanziaria del paese è piuttosto complicata. Se le cose andranno bene da qui in poi – se cioè il Parlamento greco approverà l’accordo e le nuove misure concordate e se l’accordo sarà accettato e votato anche dai diversi parlamenti dei paesi dell’area dell’euro – il nuovo prestito da parte del Meccanismo europeo di stabilità (MES) non arriverà in brevissimo tempo.
La Grecia deve però far fronte nelle prossime ore a una serie di scadenze. Il 14 luglio scade un Samurai bond, obbligazione internazionale emessa dallo stato greco nel 1995 e denominata in yen per un controvalore pari a 146 milioni di euro. In questi giorni è attesa anche una nuova decisione della BCE sul meccanismo di emergenza concesso alle banche greche (ELA), confermato nei giorni scorsi a condizioni più severe.
Ora che Atene e i suoi creditori hanno raggiunto un accordo, è probabile che la BCE manterrà il programma: resta da chiarire se aumenterà il massimale previsto. Il prossimo 20 luglio, inoltre, la Grecia dovrà restituire alla BCE una rata relativa a un precedente prestito che ammonta a 3,5 miliardi di euro ma senza l’erogazione di nuovi prestiti non sarà in grado di fare il pagamento. Una delle opzioni citate dagli analisti è che la Banca centrale europea rimandi la scadenza per permettere alla Grecia di ricevere i finanziamenti necessari.
Il presidente francese Hollande a un certo punto ha avuto paura che non si riuscisse a raggiungere un accordo, ma alla fine si è detto soddisfatto. La Francia è stato il paese che ha mediato di più tra il governo greco e i creditori, contribuendo direttamente anche alla presentazione dell’ultima proposta di Tsipras:
Hollande: At one point we feared that eurozone would lose one of its members, Greece
— Kathimerini English (@ekathimerini) July 13, 2015
Alexis Tsipras sta lasciando Bruxelles per tornare ad Atene, dove non sarà semplice “spiegare” l’accordo concluso con i creditori.
While the other eurozone leaders can go off for a snooze if they like, #Tsipras has to return to #Greece and pass 6 (?) reform bills by Wed
— Nick Malkoutzis (@NickMalkoutzis) July 13, 2015
Il ministro greco del Lavoro Panos Skourletis ha messo in dubbio il voto di diversi deputati di Syriza al nuovo accordo. Entro mercoledì, giorno in cui è stato convocato un nuovo eurogruppo, il Parlamento greco dovrà approvare le nuove misure concordate, ma la situazione potrebbe essere molto complicata:
L’incontro dei leader dell’eurozona è durato 17 ore. Un nuovo eurogruppo sarà convocato mercoledì 15 luglio.
A quanto pare nel nuovo piano di aiuti sarà coinvolto anche il Fondo Monetario Internazionale, nelle trattative delle ultime ore il governo Tsipras aveva più volte proposto che fosse escluso.
BREAKING: Merkel says eurozone agreement with Greece based on Athens asking for further IMF help
— The Associated Press (@AP) July 13, 2015
Tsipras ha detto ai giornalisti:
Abbiamo combattuto una dura battaglia. C’erano da assumere decisioni difficili. Ci siamo presi la responsabilità di arginare i piani più estremi proposti da certi circoli conservatori in ambito europeo. Abbiamo ottenuto che si ristrutturi il debito e che sia assicurato un nuovo finanziamento nel medio periodo. La Grecia riprenderà il suo percorso per tornare a crescere.
Hollande: è stata più dura sui rifugiati che sulla Grecia. Sulla Grecia non c'è mai stata tensione #andiamobene https://t.co/zASRZ7pby9
— Stefano Montefiori (@Stef_Montefiori) July 13, 2015
Merkel non ha comunque escluso la possibilità di rivedere alcun scadenze delle rate dei prestiti concessi alla Grecia, Tsipras potrebbe quindi spuntare una ristrutturazione almeno parziale del debito se l’Eurogruppo fosse d’accordo.
Merkel ha poi chiarito che non ci saranno riduzioni del debito greco, perché per la Grecia è necessario applicare le stesse regole usate in passato per aiutare altri stati dell’eurozona in difficoltà.
BREAKING: Merkel says eurozone willing to give Greece debt relief but rules out cut in debt level
— The Associated Press (@AP) July 13, 2015
Merkel ha anche detto che non esiste un piano B, cioè l’ipotizzata uscita temporanea della Grecia dell’eurozona: c’è un solo piano ed è quello concordato oggi.
Angela Merkel ha detto ai giornalisti che l’accordo è per un programma di tre anni nei quali dovranno essere effettuati “cambiamenti essenziali” sul fronte delle pensioni, delle privatizzazioni e della riforma del mercato del lavoro. Il fondo di 50 miliardi di euro derivante dalle privatizzazioni sarà organizzato in modo tale da utilizzarne metà per ricapitalizzare le banche, che saranno poi privatizzate. Alla fine si è concordato di lasciare la gestione del fondo al governo greco e di non portarla in Lussemburgo, come avrebbe voluto la Germania, ma ci sarà comunque una supervisione da parte dell’UE.
Il calendario per i prossimi giorni appare piuttosto serrato:
• entro mercoledì il Parlamento greco deve approvare le nuove misure concordate;
• a metà settimana l’Eurogruppo, cioè la riunione dei ministri delle Finanze dell’eurozona potrà valutare i progressi effettuati;
• nei giorni seguenti i parlamenti nazionali potranno a loro volta discutere e approvare il nuovo piano di aiuti alla Grecia tramite il MES.
Tusk ha detto che il nuovo piano di aiuti dovrà essere approvato dal parlamento greco e dai parlamenti nazionali di altri stati, dove è previsto che ci sia un voto prima di accordare un prestito tramite il MES. I ministri delle Finanze inizieranno una nuova serie di riunioni per discutere il nuovo piano e la possibilità di effettuare un primo prestito ponte, di cui la Grecia ha bisogno per pagare le rate dei prestiti precedenti.
Parlando ai giornalisti, Tusk ha detto “We have an agreekment”, con un gioco di parole che gli è concesso solo perché è in piedi da ore.
A Bruxelles è intanto iniziata la conferenza stampa successiva all’incontro dei leader dell’eurozona.
Il governo Tsipras si trova comunque in una condizione complicata: il referendum del 5 luglio ha chiaramente respinto le proposte dei creditori internazionali che prevedevano nuova austerità, a quanto pare con misure meno incisive di quelle accordate nelle ultime ore. Ottenere l’approvazione in pochi giorni in Parlamento delle nuove misure con tagli e riduzione di spesa potrebbe essere complicato, senza contare l’impatto sull’opinione pubblica delle ultime decisioni del governo Tsipras. Circolano inoltre le prime dichiarazioni di alcuni esponenti di Syriza, contrari al nuovo accordo.
Non sono ancora noti i dettagli dell’accordo stretto tra leader dell’eurozona e governo greco, e ci sono ancora diversi punti da chiarire nelle prossime ore: il piano dovrà essere votato dal Parlamento della Grecia, dove diversi esponenti di Syriza (il principale partito di governo, quello di Alexis Tsipras) hanno detto più volte di essere contrari a nuove misure di austerità.
E l’euro s’impenna (semicit).
#Euro jumps amid reports of deal at Greek Summit. pic.twitter.com/m4nWbIPZDk
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) July 13, 2015
Tusk dice che l’accordo sulla Grecia è stato raggiunto all’unanimità tra i leader dell’eurozona. La Grecia beneficerà di un nuovo prestito da parte del Meccanismo europeo di stabilità (MES), in cambio di una nuova serie di riforme e tagli alla spesa.
Ora lo dice anche Tusk che c’è un accordo.
EuroSummit has unanimously reached agreement. All ready to go for ESM programme for #Greece with serious reforms & financial support
— Donald Tusk (@eucopresident) July 13, 2015
E il primo ministro di Malta dice che siamo all’ultimo giro (quindi c’è ancora da lavorarci, all’accordo).
#EuroSummit final lap on -JM
— Joseph Muscat (@JosephMuscat_JM) July 13, 2015
Anche il portavoce del governo di Cipro dice, più cautamente, che forse c’è infine un accordo sulla Grecia.
#Eurozone Summit about to start… seems we have a deal… #Europe deserves some good news, #Greece
— NikosChristodoulides (@Christodulides) July 13, 2015
Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo, ha nuovamente riunito i leader e si parla di una “proposta rivista” con un nuovo compromesso.
Tusk @eucopresident reconvenes the #EuroSummit on #Greece with revised compromise proposal
— Preben Aamann (@PrebenEUspox) July 13, 2015
Il primo ministro del Belgio dice che c’è un accordo.
Agreement
— Charles Michel (@CharlesMichel) July 13, 2015
Molti governi dell’eurozona, a partire da quello tedesco di Angela Merkel, non si fidano più delle promesse della Grecia, soprattutto per quanto riguarda la sua capacità di effettuare i tagli richiesti da tempo alla spesa pubblica, con un programma da almeno 12 miliardi di euro. La possibilità di concedere un nuovo prestito al governo greco dipenderà dalla sua capacità di persuadere i creditori internazionali, che però proprio per la mancanza di fiducia nelle ultime ore hanno proposte misure ancora più difficili da attuare alla Grecia come forma di garanzia. Da questo deriva buona parte delle stallo alla riunione dei leader dell’eurozona a Bruxelles.
A Bruxelles giornalisti, funzionari e altri addetti hanno cercato di riposare qualche minuto, ma gli spazi e le possibilità sono quelli che sono.
Reality of covering #eurosummit which goes through the night pic.twitter.com/UD7SrhohoV
— Richard Quest (@richardquest) July 12, 2015
And still we wait. This is a titanic battle going on #eurogroup pic.twitter.com/WxJy2fQebN
— Richard Quest (@richardquest) July 13, 2015
Ci sono almeno due punti della proposta di accordo che secondo il governo Tsipras sono irricevibili:
• la Grecia non vuole che nel nuovo piano di aiuti sia coinvolto il Fondo Monetario Internazionale;
• l’istituzione di un fondo da 50 miliardi di euro nel quale la Grecia dovrebbe trasferire attività da privatizzare, utilizzando il denaro derivante da queste attività per ridurre il debito.
Kathimerini, uno dei più importanti giornali della Grecia, dice che poco fa il presidente della Lituania ha lasciato la riunione dei leader dell’eurozona dicendo “è quasi finita”.
Lithuanian President Dalia Grybauskaite leaves #EuroSummit says it's 'nearly over' #greece
— Kathimerini English (@ekathimerini) July 13, 2015
Filippo Sensi (nomfup), portavoce e spin doctor del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è attivo da un certo numero di ore.
Sto entrando nella mia ventiseiesima ora di veglia
— nomfup (@nomfup) July 13, 2015
Molti osservatori hanno definito eccessive se non “draconiane” le nuove richieste dei leader dell’eurozona alla Grecia, mentre alcuni funzionari del governo Tsipras hanno parlato di “richieste umilianti” e irricevibili. Sui social network nelle ultime ore si è diffuso l’hashtag #thisisacoup, cioè “questo è un colpo di stato”, per protestare contro le richieste eccessive formulate a Bruxelles per la Grecia. L’hashtag è stato ripreso da diversi analisti compreso il premio Nobel per l’economia Paul Krugman, da tempo critico nei confronti delle politiche di austerità ma anche in generale dell’unione monetaria europea.
Buongiorno e buon lunedì. Mentre molti di noi dormivano, a Bruxelles sono continuati per tutta la notte incontri e trattative sulla Grecia, ma un accordo non sembra essere ancora vicino. Seguiremo tutte le cose intorno alla crisi greca, per vedere come va a finire e raccontarvelo, naturalmente.