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  • Sabato 6 giugno 2015

La sentenza europea sull’eutanasia nel caso di Vincent Lambert

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dato parere favorevole alla sospensione del trattamento medico che tiene in vita il 39enne francese: è una decisione storica

Un'immagine di Vincent Lambert, da un video YouTube
Un'immagine di Vincent Lambert, da un video YouTube

Vincent Lambert ha 39 anni, è francese e nel 2008 a causa di un incidente d’auto ha subìto danni irreversibili al cervello. Lambert è tetraplegico e si trova in quello che viene definito uno stato di coscienza minima, giudicato irreversibile da diverse perizie mediche. Lambert muove gli occhi e sente il dolore ma ancora non è stato possibile stabilire con lui alcun tipo di comunicazione: è completamente afasico. Sopravvive grazie a terapie endovenose, attraverso le quali assimila i liquidi e le sostanze di cui ha bisogno. Venerdì 5 giugno la Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata sul suo caso, autorizzando la sospensione del trattamento medico che lo tiene in vita. Questa decisione, spiega Le Monde, non potrà essere oggetto d’appello e potrebbe aprire quindi la strada all’eutanasia di Lambert. 

Il pronunciamento del 5 giugno è importante anche perché è il primo in cui la Grande camera della Corte europea – il più alto organo, che si esprime solo in occasioni particolari – decide in merito al fine vita e all’eutanasia. La vicenda di Vincent Lambert crea quindi un precedente, cui potranno appellarsi i familiari di malati europei in situazioni simili a quella di Lambert. Anche se la sentenza è inappellabile, alcuni famigliari di Lambert hanno detto che chiederanno una nuova valutazione della situazione medica del figlio, che potrebbe rallentare i tempi dell’eutanasia.

Le vicende giuridiche che riguardano l’eutanasia di Vincent Lambert sono lunghe e complicate, un po’ come è successo in Italia per il caso di Eluana Englaro. Nel caso di Vincent Lambert la situazione è ancora più complicata a causa dei disaccordi tra diversi suoi familiari: alcuni chiedono che venga praticata l’eutanasia, altri invece sono contrari. La moglie di Vincent Lambert, Rachel, è tra coloro che si sono detti favorevoli: della stessa idea di Rachel, che è infermiera, sono anche alcuni fratelli e sorelle di Lambert, che hanno detto: «Vincent Lambert ha espresso alla moglie il desiderio di non subire un accanimento terapeutico e ha detto che in caso di coma avrebbe preferito morire». I genitori di Lambert, che sono vicini a un movimento cattolico fondamentalista, un’altra sorella e un fratellastro tetraplegico, si sono invece sempre opposti. Secondo loro Vincent Lambert è «disabile» ma non affetto da una malattia incurabile: «non è in fin di vita», hanno detto in passato.

I medici che lo hanno avuto in cura hanno detto che Lambert è in uno “stato di coscienza minima“, una definizione utilizzata per distinguere questa condizione dallo stato vegetativo – il paziente manifesta dei comportamenti e delle piccole reazioni, ma la coscienza di tali comportamenti e reazioni può essere molto ambigua, incostante e soprattutto difficile da stabilire. Tali comportamenti dovrebbero insomma essere ripetibili e protratti in modo tale da esprimere intenzionalità e essere distinti da semplici risposte automatiche o riflessive.

Le molte cause legali che hanno visto contrapposti la moglie di Lambert ai genitori sono dovute al fatto, tra le altre cose, che in Francia l’eutanasia è illegale, ma dal 2005 esiste la possibilità di attuare quella che viene definita un’eutanasia passiva, in cui i medici possono scegliere di fermare le cure a un paziente. Il 24 giugno 2014 il Consiglio di Stato francese si era pronunciato a favore dell’interruzione dei trattamenti medici che tenevano in vita Lambert, accogliendo quindi le richieste di sua moglie. Subito dopo la sentenza, i genitori di Lambert avevano deciso di appellarsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, sostenendo che l’eutanasia di Lambert violava l’Articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, quello relativo al “diritto alla vita di ogni persona”.

Con il pronunciamento del 5 giugno la Corte europea ha dato ragione alla moglie di Lambert. I genitori di Lambert hanno già fatto sapere che chiederanno una nuova valutazione della situazione medica del figlio, in virtù del fatto che negli ultimi anni l’equipe medica che lo cura è cambiata. Questa richiesta dovrebbe quindi rallentare i tempi per l’eutanasia di Vincent Lambert, nonostante sia già stata autorizzata dal più alto tribunale francese e dalla più importante corte europea.