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  • Sabato 21 marzo 2015

E quindi com’è il Monaco?

La squadra che incontrerà la Juventus ai quarti di Champions League difende molto bene ma segna poco e non è forte come qualche anno fa

L'attaccante del Monaco Dimitar Berbatov durante una partita di Ligue 1 contro il Lorient, 10 agosto 2014 (JEAN CHRISTOPHE MAGNENET/AFP/Getty Images)
L'attaccante del Monaco Dimitar Berbatov durante una partita di Ligue 1 contro il Lorient, 10 agosto 2014 (JEAN CHRISTOPHE MAGNENET/AFP/Getty Images)

Nel sorteggio dei quarti di finale di Champions League la Juventus è stata accoppiata con la squadra francese del Monaco, probabilmente la squadra più abbordabile fra le otto rimaste in gara. Eppure il Monaco è una delle squadre più vincenti nella storia della Francia, e di recente era stata acquistata dal ricchissimo imprenditore russo Dmitry Rybolovlev, che aveva investito circa 150 milioni di euro solo nell’estate del 2013. Negli ultimi tempi il Monaco ha però smesso di fare acquisti importanti spiegando di aver dovuto fare i conti con la regola del fair play finanziario, una serie di norme della UEFA che cercano di limitare l’indebitamento delle squadre europee di club. Sono stati ceduti fra gli altri i fortissimi James Rodríguez e Radamel Falcao, e se n’è andato Claudio Ranieri, l’allenatore della promozione dalla Ligue 2 e del secondo posto della scorsa stagione.

Oggi il Monaco è quarto in classifica ed è considerato molto meno forte dell’anno scorso. Nonostante nel recente passato abbia disputato una finale di Champions League e ci abbiano giocato alcuni fra i più forti giocatori francesi degli ultimi anni, il Monaco ha pochissimi tifosi: è infatti la squadra di Montecarlo, il piccolo principato abitato soprattutto da ricchissimi stranieri. In questa stagione, in cui la squadra se la sta comunque giocando per le prime posizioni in Ligue 1, l’affluenza media allo stadio Louis II è inferiore agli ottomila spettatori.

Com’è oggi
Il Monaco è una squadra di buon livello: davanti ha l’attaccante molto esperto Dimităr Berbatov, 34enne bulgaro che fra il 2008 e il 2012 ha segnato 65 gol col Manchester United. Nel Monaco ci sono anche altri ottimi giocatori, come i centrocampisti João Moutinho, Geoffrey Kondogbia e Jérémy Toulalan e l’esterno Yannick Ferreira Carrasco. Il Monaco gioca con una difesa a quattro molto solida: è una delle squadre che ha subito meno gol in questa Champions League, e ha la migliore difesa della Ligue 1. In compenso gioca molto su contropiede e in generale segna molto poco (in Ligue 1 ha segnato 32 gol in 28 partite, una media da squadra da retrocessione). Nelle ultime sette partite ha subito solo due gol, riuscendo a non subirne alcuno sia contro il Lione sia contro il PSG (contro cui però non è nemmeno riuscito a segnare: entrambe le partite sono finite 0-0).

Il Monaco, al contrario delle altre squadre che parteciperanno ai quarti di finale di Champions League, ha nella propria formazione titolare diversi giovani promettenti. Geoffrey Kondogbia è francese, ha 22 anni ed è cresciuto nelle giovanili del Lens. È stato comprato dal Monaco nell’estate del 2013, che lo ha pagato 20 milioni di euro al Siviglia. È considerato uno dei centrocampisti più promettenti in Europa: è molto intelligente dal punto di vista tattico e ha anche un discreto fisico. Colpisce molto bene anche di testa. Un altro giovane interessante è il 21enne belga Yannick Ferreira Carrasco: molto bravo tecnicamente, ricorda un po’ Stephan El Shaarawy, nonostante sia più lento. Col Monaco ha già segnato 18 gol in tre stagioni.

In difesa ci sono Ricardo Carvalho – giocatore centrale del Porto e del Chelsea di Mourinho – e Andrea Raggi, 30enne difensore italiano con una buona carriera in Serie A fra Empoli, Bari e Bologna. Carvalho, che il Monaco ha comprato dal Real Madrid nel 2013, ha ammesso che a volte è complicato anche solo giocare in casa, nello stadio Louis II: «non abbiamo una folla di tifosi che incoraggia. A volte giochiamo davanti a ottomila persone, e dobbiamo trovare la forza di motivarci dentro noi stessi». La scarsa partecipazione del pubblico è un problema noto a Monaco: il vicepresidente della squadra Vadim Vasilyev ha detto che riempire il Louis II «è impossibile. Dovremmo portare allo stadio i neonati, gli anziani, tutti [Monaco ha una popolazione di circa 38mila abitanti, poco più del doppio della capienza del Louis II]. Per fortuna il nostro nome è conosciuto grazie a Internet e ai social network. Abbiamo un sacco di tifosi in Francia».

Dal luglio del 2014 il Monaco è allenato da Leonardo Jardim, portoghese di 40 anni. Jardim ha iniziato ad allenare nel calcio professionistico a 29 anni, nella terza divisione portoghese. Fra il 2008 e il 2010 ha allenato il Desportivo de Chaves e il Beira Mar, ottenendo rispettivamente il primo posto in terza divisione e in seconda divisione. Nella stagione 2011-2012, alla sua seconda stagione nella Serie A portoghese, è arrivato terzo col Braga, una squadra di media classifica. L’anno successivo è stato assunto come allenatore dell’Olympiacos, la più importante squadra greca di calcio: si è dimesso a gennaio con la squadra prima in classifica. La stagione successiva ha allenato lo Sporting Lisbona che ha concluso lo scorso campionato portoghese al secondo posto. Dopo il sorteggio, Jardim ha ammesso che la Juventus è la squadra favorita per passare il turno.

Un po’ di storia
La Association Sportive de Monaco Football Club è stata fondata nel 1924 e ha cominciato a gareggiare nei campionati professionistici francesi nel 1948. Il Monaco ottenne la prima vittoria del campionato francese nel 1960. Fu competitivo in ambito europeo per la prima volta quando fu allenato fra il 1987 e il 1995 da Arsène Wenger.

Quando arrivò Wenger, il Monaco era ancora una piccola società francese con un centro di allenamento in cui erano presenti solamente tre docce. Con Wenger, il Monaco vinse un campionato, una Coppa di Francia e una Supercoppa di Francia: nel 1992 arrivò in finale di Coppa delle Coppe, ma poi perse per 2-0 contro il Werder Brema, e nel 1993 arrivò a giocarsi la semifinale di Champions League contro il Milan. Perse 3-0, e quell’anno la coppa la vinse un’altra squadra francese, l’Olympique Marsiglia di Didier Deschamps, Rudi Völler, Marcel Desailly e Fabien Barthez. Quello di Wenger fu comunque un grande Monaco: ci hanno giocato il Pallone d’Oro George Weah, e ci passarono tre dei giocatori francesi più forti degli ultimi anni: Thierry Henry, Lillian Thuram ed Emmanuel Petit. Nel 1996 Wenger fu assunto dall’Arsenal, dove allena tuttora (cioè la squadra che il Monaco ha eliminato agli ottavi di Champions League dell’edizione in corso).

Dopo Wenger, il Monaco continuò a fare piuttosto bene sia in Francia sia in Europa. Fra il 1996 e il 2000 vinse altri due campionati di Francia e una Supercoppa francese. Dopo due stagioni molto deludenti seguite da un secondo posto in Ligue 1, fu la sorpresa dell’edizione 2003-2004 della Champions League. La squadra era allenata da Didier Deschamps dal 2001 (la stagione della quasi-retrocessione): dopo essere arrivata prima nella fase a gironi e aver battuto la Lokomotiv Mosca agli ottavi, ai quarti fu sorteggiata assieme al Real Madrid, in cui in quell’anno giocavano fra gli altri Zinédine Zidane, Luis Figo, Raúl, Roberto Carlos, David Beckham.

Il Real Madrid vinse l’andata in casa per 4-2, e passò in vantaggio anche nella partita di ritorno. Quelli del Monaco fecero una gran partita: il capitano Ludovic Giuly segnò due gran gol, uno di tacco e uno al volo di destro. Il secondo gol lo segnò invece Fernando Morientes, forte attaccante spagnolo in prestito proprio dal Real Madrid. Il Monaco vinse 3-1 e passò il turno.

In semifinale riuscì anche a battere il Chelsea acquistato l’anno prima dal ricco imprenditore russo Roman Abramovič. Fu sconfitto solamente in finale dal Porto allenato da José Mourinho, che vinse 3-0. Il capocannoniere di quella Champions League fu proprio Morientes, con 9 gol.

La retrocessione, Dmitry Rybolovlev, Falcao
L’anno dopo la finale persa contro il Porto, Deschamps fu assunto dalla Juventus, Morientes tornò al Real Madrid e Giuly fu venduto al Barcellona. Il Monaco prese come allenatore Francesco Guidolin – che prima di allora non aveva mai allenato fuori dall’Italia – e arrivò decimo. Il Monaco era diventato una squadra di media classifica: fra il 2006 e il 2010 non riuscì mai a qualificarsi per nessuna coppa europea. Alla fine della stagione 2010-2011, arrivò 18esima in Ligue 1 e retrocesse per la prima volta dopo 36 anni.

Nel dicembre del 2011 la squadra fu comprata da Dmitry Rybolovlev, 48enne imprenditore russo capo della Uralkali, una delle più grosse società al mondo che estrae potassio. È stato stimato che al 2014 Rybolovlev avesse un patrimonio di 8,1 miliardi di euro. Dopo una prima stagione mediocre in Ligue 2, nel 2012 Rybolovlev assunse l’allenatore Claudio Ranieri, cedendo una ventina di giocatori e acquistando alcuni buoni giocatori, adatti a vincere la Ligue 2 (fra gli altri, l’ala argentina Lucas Ocampos e il centrocampista congolese Delvin N’Dinga). Ranieri riuscì a vincere la Ligue 2. La campagna acquisti del 2013 fu importantissima: vennero spesi più di 150 milioni e furono comprati fra gli altri il promettente centrocampista colombiano James Rodríguez – che sarebbe poi diventato molto noto a partire dai Mondiali del 2014 – i forti centrocampisti Jérémy Toulalan e João Moutinho. Ma soprattutto fu comprato Radamel Falcao, considerato uno dei centravanti più forti in circolazione e richiesto dalle principali squadre europee. Solo nella stagione precedente, Falcao aveva segnato 34 gol in 41 partite con l’Atletico Madrid.

Il Monaco partì benissimo, e riuscì a non perdere nessuna partita nelle prime undici giornate, vincendo fra gli altri contro Lione, Marsiglia, St. Etienne e Bordeaux e pareggiando in casa del Paris Saint-Germain. Il 22 gennaio 2014, durante la vittoria per 3-0 sul Monts in Coppa di Francia, Falcao subì un gravissimo infortunio al ginocchio che lo costrinse a saltare il resto della stagione e i successivi Mondiali. Il Monaco finì la stagione al secondo posto, giocandosela col Paris Saint-Germain quasi fino alla fine (sebbene nei mesi finali avesse un po’ rallentato).

In estate, fra la sorpresa di molti, Rybolovlev ha venduto Falcao (in prestito con diritto di riscatto al Manchester United), Rodriguez e Emmanuel Rivière (un promettente attaccante francese), ma soprattutto non ha comprato nessun grande giocatore, limitandosi all’acquisto del giovanissimo centrocampista Tiémoué Bakayoko dal Rennes. Le ragioni del disimpegno di Rybolovlev non sono chiare: alcuni citano la cifra pattuita fra la società e la federazione francese – 50 milioni di euro – per continuare a partecipare alla Ligue 1 nonostante goda di un regime fiscale diverso e favorevole (quello del Principato). Altri hanno citato l’enorme causa di divorzio in corso con la moglie: nel maggio del 2014 un tribunale svizzero ha deciso che Rybolovlev deve a sua moglie 4,1 miliardi di euro, ma il processo non si è ancora concluso.

foto: AP Photo/Matt Dunham