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  • Mercoledì 18 marzo 2015

Ha vinto Netanyahu

I risultati delle elezioni in Israele hanno smentito sondaggi ed exit poll: il Likud ha ottenuto almeno 29 seggi, il primo ministro uscente potrà formare un governo di coalizione

Secondo i risultati comunicati dai principali media israeliani, il primo ministro conservatore uscente Benjamin Netanyahu ha vinto le elezioni politiche che si sono tenute ieri in Israele, dopo un lungo testa a testa con la coalizione di centrosinistra Unione Sionista di Yitzhak Herzog e Tzipi Livni. Il risultato delle elezioni ha smentito sia gli ultimi sondaggi che gli exit poll diffusi dopo la chiusura dei seggi, che davano Likud e Unione Sionista in sostanziale parità.

Con il 23,26 per cento dei voti il partito Likud di Netanyahu ha ottenuto 30 seggi all’interno della Knesset, il Parlamento di Israele, mentre l’Unione Sionista di centrosinistra si è fermata a 24 seggi (18,73 per cento). Netanyahu riceverà l’incarico di formare un nuovo governo e cercherà di formare una coalizione con il sostegno di altri partiti che hanno ottenuto voti a sufficienza per avere loro rappresentanti all’interno della Knesset. Dovrebbe farcela, salvo sorprese: sarà il suo quarto mandato e potrebbe diventare il primo ministro con più anni di governo nella storia di Israele.

Gli altri partiti
Lista Comune, la coalizione formata da tutti i principali partiti arabi di Israele, ha ottenuto 14 seggi, mentre Yesh Atid del giornalista televisivo Yair Lapid avrà 11 rappresentanti in Parlamento. Il partito Kulanu, guidato dall’ex membro del Likud Moshe Kahlon, ha ottenuto 10 seggi; La Casa Ebraica di centrodestra e nazionalista ha ottenuto 8 seggi; il partito sefardita ultraortodosso Shas ha ottenuto 7 seggi, mentre Giudaismo unito della Torah ne ha ottenuti sei. Yisrael Beiteinu dell’attuale ministro degli Esteri Avigdor Lieberman avrà 6 rappresentanti nella Knesset, mentre Meretz – il partito laico e di sinistra del movimento sionista – ha ottenuto 4 seggi.

Partito Voti % Seggi +/–
Likud 924.766 23,26 30 +12
Unione Sionista 744.673 18,73 24 +3
Lista Comune 436.532 10,98 14 +3
Yesh Atid 348.802 8,77 11 -8
Kulanu 294.526 7,41 10 Nuovo
La Casa Ebraica 254.663 6,41 8 -4
Shas 230.735 5,80 7 -4
Yisrael Beiteinu 205.619 5,17 6 -7
Giudaismo Unito della Torah 205.551 5,17 6 -1
Meretz 154.648 3,89 4 -2

Netanyahu ed Herzog
Dopo la diffusione dei risultati che lo davano in vantaggio, Netanyahu ha tenuto un discorso a Tel Aviv ringraziando i suoi sostenitori e annunciando di avere già parlato con i leader degli altri partiti di destra e di centro sulla possibilità di formare un nuovo governo “senza nessun ritardo”. Ha detto che per il suo partito si è trattato di “una grande vittoria” e che il risultato è stato ottenuto contro ogni previsione.

Yitzahk Herzog dell’Unione Sionista ha spiegato che quella di oggi “non è una mattina facile per noi e per quelli che credono nella nostra direzione”. Ha poi aggiunto che i partiti della coalizione di centrosinistra “guideranno la battaglia all’interno del Parlamento per portare avanti i valori in cui crediamo”. Ha poi chiamato Netanyahu per congratularsi per la sua vittoria.

Likud
Il partito di Benjamin Netanyahu ha avuto la maggioranza relativa e ha guidato gran parte dei governi degli ultimi anni, dopo essere rimasto all’opposizione per i primi decenni di storia del paese. Netanyahu è considerato uno dei politici più abili nel gestire i rapporti con gli altri partiti che gli permettono di mantenere la maggioranza nella Knesset. Negli ultimi tempi era stato però accusato di governare senza una strategia e aveva preso posizioni sempre più rigide sulla Palestina, fino ad arrivare alla questione simbolica su cui è caduto il governo. In politica economica il Likud è un partito liberale e favorevole alle privatizzazioni. In generale i diversi governi Netanyahu hanno deciso per una riduzione della spesa pubblica.

Il giorno prima delle elezioni un giornalista del sito israeliano NRG aveva chiesto a Netanyahu: «Se lei sarà rieletto primo ministro, non ci sarà uno stato palestinese?». Netanyahu aveva risposto: «Esatto. Penso che chiunque si muova per istituire uno stato palestinese oggi, e si metta a evacuare alcune zone occupate, consegnerebbe all’Islam radicale un’area da cui attaccare lo Stato di Israele». Netanyahu ha detto apertamente di essere contrario alla soluzione dei “due stati”: questa strategia di irrigidimento è stata vista da esperti e analisti come una reazione alle critiche dei partiti più a destra del Likud, che giudicavano l’attuale Netanyahu troppo debole e irresoluto. Netanyahu temeva di essere scavalcato a destra e per questo ha provato a non compromettere una possibile futura nuova alleanza con l’estrema destra.

Il sistema elettorale israeliano
I cittadini israeliani non possono votare direttamente i candidati ma soltanto indicare il partito a cui vogliono che vada il loro voto (la maggior parte dei partiti organizza primarie per scegliere i candidati da mettere in lista, tranne i partiti religiosi, dove i candidati sono in genere nominati direttamente dal leader e sono tutti maschi). Quando si recano al seggio, l’elettore e l’elettrice ricevono una busta in cui devono infilare un solo biglietto corrispondente alla lista che intendono votare. La busta viene poi messa nell’urna. I partiti che ottengono più del 3,25 per cento dei voti entrano in Parlamento.
Israele ha una lunga tradizione di instabilità politica, a causa soprattutto del suo sistema elettorale strettamente proporzionale basato su una singola circoscrizione: un unico listone bloccato, che vale per tutto il paese, senza premi di maggioranza. Il risultato del voto è una Knesset molto frammentata, governi instabili ed elezioni frequenti: dal 1948 ad oggi in Israele ci sono state 19 elezioni parlamentari (in Italia nello stesso periodo “solo” 17) e 33 governi.

Cosa succede adesso
Dopo la pubblicazione ufficiale dei risultati da parte della Commissione elettorale, il presidente israeliano Reuven Rivlin avrà 42 giorni di tempo per le consultazioni e per trovare un candidato a cui dare l’incarico di formare il nuovo governo: di solito è quello che ha più probabilità di guidare una maggioranza stabile e appartenente a uno dei partiti che ha ottenuto più voti. Considerato l’esito delle elezioni, l’incarico dovrebbe essere affidato a Netanyahu, che si consulterà quindi con i partiti di centro e di destra per valutare alleanze e la formazione del nuovo governo, il quarto nella sua carriera da primo ministro.