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  • Martedì 24 febbraio 2015

Cosa sono gli “Spy Cables”

Al Jazeera e il Guardian stanno pubblicando documenti riservati sull'intelligence di mezzo mondo, la fonte è probabilmente sudafricana: e il primo in difficoltà è Benjamin Netanyahu

Aggiornamento delle ore 21:00 – Dopo la pubblicazione da parte di Al Jazeera e del Guardian di parte dei documenti chiamati “Spy Cables” in cui si afferma che il Mossad, il servizio di intelligence israeliano, aveva una posizione differente da quella del primo ministro Benjamin Netanyahu sulla minaccia di una bomba atomica iraniana, diversi giornali hanno ridimensionato la notizia. Il quotidiano Times of Israel, ad esempio, scrive che il rapporto del Mossad non afferma che l’Iran non stava lavorando alla produzione di armi nucleari, ma che stava sviluppando altri settori (quello relativo all’arricchimento e ai reattori) che, una volta presa la decisione, avrebbero permesso al paese di ridurre il tempo per la produzione di una bomba atomica. Netanyahu e il Mossad concordano dunque sulla questione centrale e cioè che l’obiettivo dell’Iran è fare ricerca per produrre armi nucleari: la discrepanza riguarderebbe semplicemente i tempi di tale produzione.

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L’emittente televisiva del Qatar Al Jazeera, in collaborazione con il quotidiano britannico Guardian, ha iniziato a pubblicare i cosiddetti “Spy Cables”: storie e notizie provenienti da centinaia di documenti riservati contenenti informazioni sui principali servizi segreti di tutto il mondo. Una parte di queste informazioni sono state rese pubbliche la sera di lunedì 23 febbraio e riguardano la questione del nucleare in Iran: ne risulta che il Mossad, il servizio di intelligence israeliano, aveva – almeno qualche anno fa – una posizione ben diversa da quella del primo ministro Benjamin Netanyahu sulla minaccia di una bomba atomica. Nell’ottobre del 2012 il Mossad scrisse che l’Iran «non stava svolgendo l’attività necessaria per la produzione di armi nucleari». Un mese prima Netanyahu – citando le fonti di intelligence di Israele – disse alle Nazioni Unite che l’Iran era arrivato al 70 per cento del processo che stava portando il paese a dotarsi di armi nucleari e che doveva essere fermato.

I documenti
Guardian e Al Jazeera hanno ottenuto in formato digitale questi documenti – chiamati “Spy Cables” – contenenti informazioni sui principali servizi di intelligence di tutto il mondo a partire dall’aprile del 2006 e fino al dicembre del 2014. I documenti hanno soprattutto a che fare con la corrispondenza tra i servizi segreti del Sudafrica e quelli del resto del mondo, quindi si ipotizza che la fonte sia sudafricana. La pubblicazione di alcune parti di questi dossier era stata anticipata nei giorni scorsi. Al Jazeera aveva spiegato in un editoriale che, dopo la lettura, diverse informazioni avrebbero potuto essere rese pubbliche con l’obiettivo di ottenere «una maggiore trasparenza nel settore dell’intelligence», a seguito però di un intervento redazionale con cui sarebbero stati cancellati i riferimenti degli agenti coinvolti.

Oltre alla questione di Benjamin Netanyahu e del nucleare iraniano, gli “Spy Cables” contengono una serie di altre informazioni che verranno rese pubbliche nei prossimi giorni. Riguardano la CIA (Stati Uniti), l’MI6 (Regno Unito) e l’FSB (Russia), tra gli altri, e anche l’importanza dei servizi sudafricani (SSA, State Security Agency) nello spionaggio globale. Raccontano il lavoro quotidiano delle agenzie di spionaggio e anche le dinamiche e le loro relazioni a livello internazionale.

In un’anticipazione, Al Jazeera e il Guardian hanno scritto che i documenti contengono informazioni sulle operazioni internazionali contro al Qaeda e lo Stato Islamico (ISIS); su come la CIA abbia tentato di contattare direttamente Hamas nonostante il governo degli Stati Uniti definisca il gruppo palestinese come una «organizzazione terroristica» e su come i servizi segreti della Corea del Sud controllassero il leader di Greenpeace. I documenti raccontano anche di come l’MI6 del Regno Unito abbia cercato aiuto dai servizi segreti del Sudafrica per contattare un funzionario nordcoreano che in precedenza aveva rifiutato una loro offerta; di come il presidente degli Stati Uniti Barack Obama abbia «minacciato» il presidente palestinese di ritirare una mozione per il riconoscimento della Palestina all’ONU; di come i servizi segreti del Sudafrica abbiano spiato la Russia su un contratto di cento milioni di dollari per un appalto su un satellite.

Gli “Spy Cables” e Netanyahu
Il primi documenti più dettagliati e resi pubblici da Al Jazeera (e che si possono leggere qui) riguardano Netanyahu e la bomba atomica iraniana. Vennero trasmessi al Sudafrica il 22 ottobre del 2012 e sostenevano che l’Iran non stava portando avanti le attività necessarie per produrre armi nucleari.

Nel settembre del 2012 Benjamin Netanyahu, il primo ministro di Israele, aveva parlato al palazzo delle Nazioni Unite nel corso della 67esima Assemblea generale organizzata a New York. Durante il suo intervento Netanyahu si era occupato delle minacce che riguardavano Israele e che provenivano in particolare dall’Iran, il cui governo era accusato di essere al lavoro per la realizzazione di testate atomiche e di minacciare con una certa frequenza di voler distruggere Israele. Per rendere chiara la posizione del suo paese sulla questione, Netanyahu aveva mostrato all’aula un cartello su cui era disegnata una bomba, divisa schematicamente in alcuni stadi (il video e la foto di quel disegno fecero il giro di mezzo mondo).

UN-GENERAL ASSEMBLY-ISRAEL

Con un pennarello rosso, Netanyahu aveva segnato una linea nell’area dello stadio finale di progettazione della bomba, spiegando che Israele non avrebbe consentito all’Iran di andare oltre un certo punto nello sviluppo dei suoi armamenti atomici: «C’è solo un modo per impedire pacificamente all’Iran di avere armi atomiche ed è piazzare una linea rossa chiara sul programma nucleare iraniano». Netanyahu aveva poi spiegato all’aula che le linee rosse «non portano alla guerra, ma la prevengono». Durante il suo discorso il primo ministro israeliano aveva detto che, secondo le fonti di intelligence del suo paese, l’Iran era arrivato al 70 per cento del processo che stava portando il paese a dotarsi di armi nucleari e che doveva essere fermato prima di arrivare al 90 per cento. L’Iran ha invece sempre negato di essere al lavoro per realizzare la bomba, spiegando di aver avviato test e produzioni per dotarsi di centrali atomiche da utilizzare per scopi civili.

Nel presentare i documenti dei servizi segreti israeliani che smentiscono il primo ministro israeliano, Al Jazeera precisa che comunque l’ex capo del Mossad Meir Dagan già in un’intervista del marzo 2012 aveva fatto riferimento a un dissenso con Netanyahu sulla questione della minaccia iraniana, dichiarando che secondo loro era sostanzialmente sopravvalutata.

Netanyahu ha in programma di parlare al Congresso degli Stati Uniti il ​​prossimo 3 marzo; il 17 marzo Israele va a votare per le elezioni anticipate. Entro la fine di giugno è prevista inoltre la firma dell’accordo attualmente in corso di negoziati tra Teheran e i paesi del “5+1″ – cioè i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU col potere di veto (Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Francia, Russia) più la Germania – proprio sul programma nucleare iraniano a cui il primo ministro israeliano si è sempre detto fortemente contrario. Israele è il principale alleato in Medio Oriente degli Stati Uniti e Israele è anche il principale nemico dell’Iran. Secondo il governo israeliano, gli Stati Uniti non si stanno impegnando a sufficienza per bloccare il programma nucleare iraniano.