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  • Sabato 24 gennaio 2015

L’uccisione di Haruna Yukawa

È stato diffuso sabato un video che mostra uno dei due giapponesi ostaggi dell'IS annunciare la decapitazione dell'altro ostaggio

Sabato mattina è stato diffuso in internet un messaggio audio in cui Kenji Goto Jogo, uno dei due cittadini giapponesi tenuti in ostaggio dallo Stato Islamico, annuncia l’uccisione da parte dell’IS di Haruna Yukawa, l’altro ostaggio giapponese. La televisione pubblica del Giappone ha detto che il governo sta verificando l’autenticità del messaggio: diversi analisti hanno messo in dubbio che sia autentico e sostengono che l’immagine diffusa insieme all’audio – che mostra Jogo tenere in mano una foto di Yukawa decapitato – sia stata photoshoppata. Altri account semi-ufficiali legati all’IS hanno detto invece che il contenuto del messaggio è autentico. In settimana l’IS aveva diffuso un video in cui minacciava di uccidere Yukawa – un 42enne che lavora per una società di sicurezza privata – e Goto, un giornalista giapponese 47enne che si trovava in Siria per raccontare la guerra civile, nel caso in cui il governo giapponese non avesse pagato 200 milioni di dollari di riscatto.

Nel messaggio audio, Jogo si rivolge al primo ministro giapponese Shinzo Abe, accusandolo di non avere preso seriamente le minacce dei militanti dello Stato Islamico e di non aver rispettato l’ultimatum per il pagamento del riscatto: «tu hai ucciso Haruna», dice Goto. Goto dice anche che l’IS ha cambiato le richieste per la sua liberazione: ora chiede che venga rilasciata Sajida Mubarak Atrous al-Rishawi, una terrorista sospettata di avere legami con al Qaida e tenuta prigioniera in Giordania con l’accusa di aver fatto parte di un attentato terroristico nel 2005.

Secondo quanto riportato da Reuters, Yukawa si trovava in Siria perché voleva diventare un dipendente di una società di sicurezza. La sua situazione personale era piuttosto complicata: sua moglie era morta poco prima, lui aveva fatto bancarotta e aveva tentato il suicidio. Secondo Reuters era stato catturato dall’IS nell’agosto del 2014. Goto, che era uno dei suoi contatti in Siria, aveva saputo del suo rapimento ed era tornato in Siria nell’ottobre del 2014 per cercare di rintracciarlo. Da allora di lui non si era saputo più niente.

Nel video diffuso settimana scorsa, l’IS accusava il governo giapponese di avere dato molti soldi alla coalizione guidata dagli Stati Uniti per combattere contro lo Stato Islamico: «Avete donato fieramente 100 milioni di dollari per uccidere le nostre donne, i nostri bambini, e per distruggere le case dei musulmani», aveva detto il miliziano dell’IS.