Giorni normali e speciali a Cuba

Le foto di vita quotidiana scattate in questi giorni tradiscono l'eccezionalità del momento – vecchie macchine, venditori ambulanti, turisti – ma qua e là mostrano qualche indizio

Tourists take a ride in a classic American convertible car with the Cuban national flag painted on the trunk, in Havana, Cuba, Thursday, Dec. 18, 2014. After a half-century of Cold War acrimony, the United States and Cuba abruptly moved on Wednesday to restore diplomatic relations, a historic shift that could revitalize the flow of money and people across the narrow waters that separate the two nations. (AP Photo/Desmond Boylan)
Tourists take a ride in a classic American convertible car with the Cuban national flag painted on the trunk, in Havana, Cuba, Thursday, Dec. 18, 2014. After a half-century of Cold War acrimony, the United States and Cuba abruptly moved on Wednesday to restore diplomatic relations, a historic shift that could revitalize the flow of money and people across the narrow waters that separate the two nations. (AP Photo/Desmond Boylan)

Il 17 dicembre sarà forse ricordato come l’inizio di una nuova storia per Cuba e per gli Stati Uniti. Sono passati due giorni dalla scarcerazione del cittadino statunitense Alan Gross dopo cinque anni di prigione, e sono passati due giorni dall’annuncio della ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Barack Obama e Raul Castro hanno raggiunto una specie di accordo che prevede anche la liberazione degli ultimi tre cittadini cubani del gruppo dei “Cuban Five” rimasti in un carcere americano e considerati a Cuba degli eroi nazionali (tentarono di infiltrarsi nelle basi americane in Florida per spiare i cubani in esilio). Insomma questi per Cuba sono giorni speciali: la prospettiva della fine dell’embargo che ha isolato il paese per più di cinquant’anni non è mai stata così concreta e nel giro di un tempo relativamente breve potrebbero cambiare molte cose. Le foto della vita quotidiana diffuse in questi giorni dalle agenzie internazionali tradiscono un po’ l’eccezionalità del momento – la vita va avanti, come si dice, e senza particolari scossoni – ma mostrano qua e là gli indizi di quello che è successo: nelle tv sintonizzate sul discorso di Castro, nei cartelli esposti fuori dagli autobus e dalle macchine.