I video dell’assemblea del PD

Gli interventi di Renzi, Orfini, Fassina, Cuperlo e gli altri, nell'agitata e non risolutiva riunione di domenica

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
14-12-2014 Roma
Politica
Assemblea nazionale del Partito Democratico
Nella foto Matteo Renzi 

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
14-12-2014 Rome (Italy)
National assembly of the Democratic Party 
In the photo Matteo Renzi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 14-12-2014 Roma Politica Assemblea nazionale del Partito Democratico Nella foto Matteo Renzi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 14-12-2014 Rome (Italy) National assembly of the Democratic Party In the photo Matteo Renzi

Domenica 14 dicembre a Roma si è svolta l’assemblea nazionale del Partito Democratico, l’organo composto dai delegati eletti con le primarie dello scorso novembre. L’assemblea è stata convocata dopo che in commissione Affari Costituzionali alla Camera la maggioranza era stata battuta due volte su due emendamenti identici alla riforma del Senato e del titolo V della Costituzione: le modifiche, approvate grazie al voto della minoranza del PD insieme all’opposizione, cancellano la possibilità per il presidente della Repubblica di nominare cinque senatori a vita. Nel frattempo la Commissione ha approvato il testo del disegno di legge costituzionale che inizierà ad essere discusso in aula il prossimo martedì.

L’assemblea del PD era stata preceduta da polemiche e tensioni tra maggioranza e minoranza del partito, con qualche giornale che è arrivato a parlare di “scissione”. Tutto si è invece risolto con qualche richiamo e qualche intervento critico ma non risolutivo, da parte di nessuno: né da parte del presidente del Consiglio e segretario del PD Matteo Renzi («Noi siamo quelli che cambiano l’Italia, non quelli che stanno a mugugnare»; «Il PD non è un partito che va avanti a colpi di maggioranza ma sia chiaro che non starà fermo nella palude per i diktat della minoranza»; chi non è d’accordo non deve sottostare a un «principio di obbedienza» ma di «lealtà») né da parte degli esponenti della cosiddetta minoranza del partito (Stefano Fassina: «Se vuoi andare al voto dillo»; Gianni Cuperlo: «Nessuno vuole la palude»). Massimo D’Alema non era presente, Pier Luigi Bersani nemmeno, per un «mal di schiena»; Pippo Civati non è intervenuto spiegando di non aver nulla da aggiungere rispetto a quanto già detto il giorno prima in un incontro a Bologna («Un partito a sinistra del PD si costituirà se Renzi continua così, non è colpa o responsabilità nostra»). Alla fine dell’assemblea Matteo Renzi non ha messo ai voti la relazione e non ha parlato di alcun provvedimento disciplinare contro chi non è d’accordo con le riforme.

L’Assemblea ha invece approvato alcune modifiche allo statuto del partito spiegate dal tesoriere Francesco Bonifazi: quella che assegna al segretario del partito la titolarità del simbolo del PD («regolarizziamo una cosa che esisteva già per prassi») e quella che prevede la pubblicazione dell’elenco degli iscritti sul sito del partito con la cancellazione di chi invece non versa le quote di iscrizione.

L’intervento di Matteo Renzi

L’intervento di Gianni Cuperlo

L’intervento di Stefano Fassina

L’intervento di Matteo Orfini

L’intervento di Piero Fassino

L’intervento di Francesco Boccia

L’intervento di Ivan Scalfarotto

L’intervento di Andrea Romano

L’intervento di Cristiana Alicata

L’intervento di Alfredo D’Attorre

La replica finale di Matteo Renzi