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  • Lunedì 15 dicembre 2014

Roma candidata alle Olimpiadi del 2024

Lo ha detto Matteo Renzi – «Non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere, statene certi» – dopo il rifiuto di Monti qualche anno fa

during the opening ceremonies for the Beijing 2008 Olympics in Beijing, Friday, Aug. 8, 2008. (AP Photo/=552788Name=)
during the opening ceremonies for the Beijing 2008 Olympics in Beijing, Friday, Aug. 8, 2008. (AP Photo/=552788Name=)

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ufficializzato la candidatura dell’Italia a ospitare a Roma le Olimpiadi del 2024. Renzi lo ha detto a un incontro organizzato dal CONI al Foro Italico per la consegna dei collari d’oro al merito sportivo (la massima onorificenza data dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano ad atleti, dirigenti e società). «Non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere, statene certi», ha detto Renzi. E ancora: «Il governo italiano è pronto insieme al CONI a fare la propria parte, per un progetto fatto non di grandi strutture ma di grandi persone. Sarà una delle cose più belle da fare». Roma è la prima città a essersi proposta per il 2024, anche se non si tratta ancora di un impegno formale: il Comitato Olimpico Internazionale ha infatti stabilito che la discussione sul 2024 inizierà a Lima, in Perù, nel settembre del 2017. Il termine ultimo per presentare le candidature sarà invece il 15 settembre 2015.

L’annuncio di Renzi sarebbe comunque stato facilitato dalle nuove regole approvate la scorsa settimana dal Comitato Olimpico Internazionale che permettono una delocalizzazione delle varie gare sul territorio, riduzione dei costi e possibilità di utilizzare impianti già esistenti o temporanei. Le gare potrebbero dunque essere disputate non solo a Roma, ma anche in altre città. Scrive la Stampa:

Roma più Firenze e Napoli. Ma non solo. A Roma si dovrebbero, comunque, disputare le gare o partite che assegnano le medaglie olimpiche e qualcosa in più: non esiste ancora una raccomandazione dettagliata del Cio in merito, ma appare auspicabile da parte dei pretendenti ai Giochi di pensare programmi con le fasi finali (almeno dai quarti) di ogni disciplina nella città prescelta. Per il cammino eliminatorio, invece, ecco che la rivoluzione approvata lunedì scorso dal parlamento dello sport mondiale è destinata a produrre i suoi effetti. Senza esagerare nel giro per l’Italia, Roma potrà coinvolgere nella sfida a cinque cerchi altre città vicine e, con dettagliata motivazione, anche comuni non proprio dietro l’angolo. Firenze e Napoli, estremi dei già citati raggi, avranno un ruolo importante: poche città candidate hanno la possibilità di tracciare una linea e trovare sul cammino, entro poco più di 200 chilometri, siti tanto affascinanti. Volley, basket e pallanuoto (in questo caso a Napoli) potrebbero traslocare per i primi turni proprio a Firenze e sotto al Vesuvio. La vela troverebbe la propria casa in Sardegna, anche se Venezia proverà ad inserirsi per ospitare le eventuali regate olimpiche. Milano diventerebbe la sede naturale di canoa e canottaggio.

Cominciano già a circolare notizie sulle ipotesi di spesa che l’Italia dovrebbe affrontare (sempre la Stampa dice che potrebbero essere «intorno ai 10 miliardi di euro, di cui la metà tutti pubblici)» e dunque è destinata a riaprirsi la discussione sull’opportunità di ospitare eventi del genere. Negli ultimi mesi molte città – tra cui Cracovia (Polonia), Stoccolma (Svezia), St. Moritz (Svizzera), Davos (Svizzera) e Monaco (Germania) – hanno infatti rinunciato ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2022 perché non vogliono trovarsi nella situazione di Atene, Pechino o Sarajevo, che dopo diversi anni sono ancora piene di rovine inutili e strutture abbandonate che sono costate alle amministrazioni locali moltissimi soldi. Inoltre da anni ogni “grande opera” in Italia è finita oggetto di inchieste per corruzione e accuse di scarsa trasparenza sugli appalti.

Fu per questo motivo che nel febbraio del 2012 l’allora presidente del Consiglio Mario Monti non firmò la lettera di garanzia che avrebbe dovuto portare alla candidatura di Roma alle Olimpiadi estive del 2020. Quella decisione è stata spiegata di recente dallo stesso Monti in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera dopo che Matteo Renzi, parlando della possibilità della candidatura dell’Italia, aveva detto: «Mi colpì molto quando Monti disse “non facciamo le Olimpiadi perché è un progetto troppo grande per l’Italia”. Io invece dico che non c’è alcun progetto troppo grande per l’Italia». Monti spiegò invece che il suo governo stava facendo grossi sforzi per il risanamento finanziario del paese, che sarebbe stato più facile e “spendibile” dal punto di vista politico accettare di sostenere la candidatura – «dopo tutto, gli aggravi per le casse dello Stato sarebbero venuti solo dopo qualche anno» – ma che scelse di non farlo data la delicata condizione economica italiana.