Il quotidiano “Europa” sta per chiudere, dicono i suoi giornalisti

Il giornale dovrà cessare le pubblicazioni cartacee il 31 ottobre e quelle online il 15 novembre

L’assemblea dei redattori di Europa ha diffuso questo comunicato per spiegare che, salvo nuove diverse decisioni dalla società editrice, il giornale dovrà cessare le pubblicazioni cartacee il 31 ottobre e quelle online il 15 novembre. Una prima scadenza era stata rinviata.

Europa rischia di morire di eutanasia. A denunciarlo è l’assemblea dei redattori del giornale che, a fronte della messa in liquidazione volontaria della società editrice, è stata costretta a prendere atto della cessazione delle pubblicazioni cartacee il 31 ottobre e di quelle online il 15 novembre, decisa da Edizioni Dlm Europa.

Si tratta di una scelta tanto più sconcertante alla luce della recente costituzione di una fondazione da parte del Partito democratico, intenzionato per questa via a riorganizzare gli strumenti comunicativi che ad esso fanno riferimento, tra i quali Europa. Una volontà, quella del Pd, confermata dalla positiva conclusione verso la quale è avviata la vicenda che riguarda l’Unità e ribadita nelle ultime ore – per quanto riguarda Europa – con una esplicita sollecitazione a proseguire nelle nostre pubblicazioni.

A fronte della sollecitudine con la quale si è mosso il Partito democratico dopo l’appello dei redattori di Europa lo scorso settembre, appare infatti irragionevole l’irrigidimento della società editrice a voler chiudere a tutti i costi prima di una evoluzione positiva anche per la nostra testata.

Di qui l’appello dei giornalisti al presidente della società Enzo Bianco – che a settembre nell’annunciare la liquidazione aveva dichiarato l’esistenza di «condizioni aziendali e strategiche» perché la storia di Europa potesse proseguire – affinché continui a percorrere tutte le strade possibili per scongiurare l’interruzione delle pubblicazioni, in attesa che il Partito democratico riesca rapidamente a concretizzare gli impegni che si è assunto.

La cessazione, anche temporanea, delle pubblicazioni rischia infatti di danneggiare gravemente l’autorevolezza che la testata si è conquistata in questi anni nel panorama del pluralismo democratico, nonché di mettere irrimediabilmente in crisi il rapporto con la community dei lettori che da tempo individua nel nostro giornale una importante voce dell’informazione politica.