Da cosa si riconosce un bravo attore?

In ultima istanza dipende da voi, spiega uno che se ne intende, ma in generale ci sono cinque cose da tenere d'occhio (e Philip Seymour Hoffman ce le aveva tutte, per dire)

di Marcus Geduld – Slate

US actor Philip Seymour Hoffman attends the British premiere of his latest film "The Ides of March" in London on October 19, 2011. AFP PHOTO/BEN STANSALL (Photo credit should read BEN STANSALL/AFP/Getty Images)
US actor Philip Seymour Hoffman attends the British premiere of his latest film "The Ides of March" in London on October 19, 2011. AFP PHOTO/BEN STANSALL (Photo credit should read BEN STANSALL/AFP/Getty Images)

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata su Slate, nel 2014.
A seguire, la traduzione.

Se qualcuno vi dice che ci sono dei criteri oggettivi per distinguere un bravo attore da uno scarso, sta dicendo una stronzata. È sempre questione di gusti personali. Ci sono anche delle mode. C’è un sacco di gente che apprezzava molto il modo in cui recitava Philip Seymour Hoffman. Se non siete fra questi, non avete torto: alla peggio siete un po’ “eccentrici”, lontani dal pensiero comune.

Sono un regista, sono figlio di uno storico del cinema e ho lavorato con diversi attori per quasi trent’anni. Vi darò la mia definizione di cosa vuol dire recitare bene. Ma vorrei davvero farvi capire che quando scrivo una cosa come “Al Pacino è bravissimo”, e voi non siete d’accordo, la mia esperienza non fa sì che voi stiate sbagliando e io sia nel giusto. Significa semplicemente che abbiamo gusti diversi.

Per prima cosa, secondo me, un bravo attore riesce a farmi credere che sta provando ogni cosa che prova il suo personaggio. Mi riferisco a un’impressione che riguarda l’aspetto esteriore (ha davvero preso un colpo di pistola!) ma soprattutto quello interiore (è veramente spaventato/innamorato/tormentato!) Quando un attore non è credibile, non sta facendo bene il suo lavoro.

Secondo: un attore deve sorprendermi. È la regola più oscura, lo so, ma è importante. Eccetto alcune piccole parti in cui all’attore è richiesto di non attirare l’attenzione su di sé, non è sufficiente che un attore sia credibile. Quello è solo uno dei requisiti: un altro è fare in modo che chi guarda non sappia prevedere che reazione avrà a quello che avviene nel film. Pensate a come potrebbe reagire una persona quando il suo fidanzato o la sua fidanzata decide di mollarla. Ci sono così tanti modi attendibili per rappresentare una persona del genere, che non la facciano sembrare un alieno dai comportamenti assurdi e poco credibili. Uno dei compiti di un attore è conoscere l’estensione dei possibili comportamenti umani e la profondità dei propri. Lui o lei deve essere capace di tirarli fuori dal cilindro, di sorprenderci. Altrimenti, la sua recitazione diventa noiosa e ripetitiva.

Ci sono molti modi in cui un attore può sorprenderci. Gary Oldman e Johnny Depp ci sorprendono recitando con credibilità ruoli molto diversi fra loro. Jack Nicholson ci sorprende riuscendo lui stesso a essere… sorprendente: nonostante non sia un “camaleonte” come Oldman e Depp, non è mai chiaro come reagirà il suo personaggio a una certa cosa. Qualsiasi cosa sia, riesce a far sì che sia psicologicamente credibile. Non sembra mai posticcia. Altri, come Christopher Walken, Glenn Close e Al Pacino – e molti altri – riescono a recitare la parte di un continuo pericolo potenziale: è abbastanza spaventoso averli attorno, perché capisci che potrebbero aggredirti o arrabbiarsi con te da un momento all’altro. Sono come bombe a orologeria. Ovviamente, poi, ci sono molti attori da commedia (tipo Julia Louis-Dreyfus) che ti sorprendono in un modo bizzarro e particolare: guardate cosa fanno Katharine Hepburn o Cary Grant in Susanna! – assolutamente sorprendente e credibile. Un altro esempio di recitazione che non sembra mai posticcia è quella di Diane Keaton in Io e Annie.

Terzo: un bravo attore è vulnerabile. I grandi attori condividono una parte di sé che molte persone tendono a nascondere. Sono sempre nudi (ok, alcuni lo sono in senso letterale, ma sto parlando di nudità emotiva). Un cattivo attore è guardingo. Non vogliono condividere la propria bruttezza, meschinità, gelosia, grettezza.

Ci sono moltissimi esempi di attori che si mostrano nudi. Il mio preferito è Rosalind Russell nel film Picnic. Recita la parte di un’insegnante di mezza età che teme di stare invecchiando e di morire sola. C’è una scena incredibilmente emozionante nella quale scongiura un uomo di sposarla, inginocchiandosi di fronte a lui. In quel momento abbandona ogni frammento di dignità che c’è in lei e lascia emergere la propria paura e il proprio dolore: quelli che ci sono dentro tutti noi, e che fatichiamo per tenere nascosti.

È una cosa che si lega a quanto ho scritto prima: quando un attore si denuda, risulta sempre sorprendente. Questa specie di nudità, infatti, è molto difficile da simulare. Se avete la sensazione che un certo attore vi stia rivelando una parte di se stesso, è probabile che lo stia facendo davvero. Capita con Julianne Moore, Bryan Cranston e Michael Redgrave in Addio Mr. Harris. Tirano fuori tutto se stessi, torcendosi e strizzando via il dolore.

Quarto: un attore deve sapere ascoltare. È affascinante guardare gli attori mentre non stanno parlando. Alcuni sono troppo concentrati su di sé o su alcuni dettagli – come ricordare la prossima battuta – per occuparsi esclusivamente di chi sta recitando con loro. Altri sembrano registrare ogni cosa. Potete osservare in che modo la conversazione li colpisca dal punto di vista fisico, come se le parole li stessero prendendo a schiaffi. Guardate Claire Danes. È un’ascoltatrice fantastica.

Quinto: un attore deve sapersi “suonare” come se fosse uno strumento. Cioè deve imparare a gestire la propria voce e il proprio corpo e metterli al servizio del ruolo che sta interpretando. Questo non vuol dire che debba avere addominali scolpiti o debba essere magro; James Gandolfini, per esempio, sapeva usare bene il proprio corpo. Sapeva, cioè, come parlare e muoversi in maniera espressiva. Il suo corpo e la sua voce non risultavano in contraddizione con il suo personaggio.

Un esempio negativo: Kristen Stewart. È quasi doloroso guardarla recitare. Sembra sempre che voglia stare in qualsiasi altro posto che non sia la scena. Sembra molto imbarazzata (magari lo è).

A mio parere, Philip Seymour Hoffman è stato un grande perché sapeva fare tutte e cinque queste cose. Aveva una bella voce e sapeva usare il suo corpo in maniera espressiva. Se guardate con attenzione, ascoltava sempre gli attori che erano sulla scena con lui. Le cose che dicevano lo condizionavano profondamente, e le sue reazioni tenevano organicamente conto di ciò che quel personaggio gli aveva detto o fatto prima di quella scena. Era anche profondamente vulnerabile. Sempre. Era la sua caratteristica più evidente. Sapevi sempre che quello che sarebbe venuto fuori da lui sarebbe stato onesto e vero. È stato proprio questo ad aver reso i suoi lavori sorprendenti e originali – oltre alla sua intelligenza e al suo acuto senso dell’umorismo. Non l’ho mai visto recitare in un modo che non fosse credibile.

Inoltre, personalmente, non odio Tom Cruise come fanno in molti. È uno degli attori più credibili dei nostri tempi. È solo che recitando non sembra una persona interessante. Raramente mi sorprende, e sembra che non scavi a fondo dentro di sé per cercare qualcosa da mettere a nudo. È come se fosse circospetto. La volta in cui l’ho visto più vulnerabile è stata quando ha recitato in Eyes Wide Shut: fu un bel lavoro ma anche un’eccezione all’interno della sua carriera (e non fu poi così brillante).

Tenete conto del fatto che molte persone che non sono registi, attori o impallinati di cinema non hanno ben chiaro in che misura un bravo attore contribuisce alla riuscita di un film. Molte persone pensano che un attore sia bravo quando apprezzano il personaggio che interpreta [per non parlare di quello che avviene con i film doppiati, che impediscono di fatto di giudicare pienamente la recitazione degli attori, ndr]. Ma in quel caso c’entra di più la sceneggiatura che la recitazione. Ancora, molti reputano bravo un certo attore perché per recitare una parte perde o acquista molto peso, o finge di essere disabile. Sono trovate notevoli ma non c’entrano con i compiti più importanti di ciascun attore.

(I muscoli degli attori, spiegati)

Personalmente, preferisco Dustin Hoffman in Kramer contro Kramer piuttosto che in Rain Man. In quest’ultimo riuscì a nascondere se stesso dietro una di queste “maschere”, mentre in Kramer contro Kramer era in qualche modo costretto a essere credibile.
Altri ancora pensano che un attore sia bravo perché apprezzano i film in cui ha recitato. Keanu Reeves, per me, è un attore terribile, in gran parte perché è “di legno” e perché non risulta credibile. Spesso si ha l’impressione che stia leggendo la sua parte da un cartoncino. C’è una differenza fra recitare la parte di una persona anaffettiva ed essere un attore di legno. Recitare la parte di una persona riservata è molto difficile, perché bisogna recitare sapendo di dover mostrare molto poco: e gli attori che riescono a farlo sono bravissimi. Qualche esempio: Anthony Hopkins in Quel che resta del giorno, Tommy Lee Jones in molti dei suoi ruoli e Clint Eastwood in Ispettore Callaghan: il caso “Scorpio” è tuo!!. Questi attori rendono l’idea che nonostante lascino trasparire molto poco, dentro di loro abbiano notevoli reazioni.

Per me, Keanu Reeves è semplicemente il tipico attore che va in scena e dice le sue battute. Dal momento che ho condotto molti provini, riesco a riconoscere gli attori che trasformano una cosa scritta da altri nelle proprie parole; parallelamente, riesco a capire quando un attore non è a proprio agio quando dice delle cose che non sono le sue. Suona come se stesse declamando o leggendo qualcosa. Dà l’impressione di essere artificioso. Guardate Reeves in questo filmato, a partire dal punto in cui dice “I have offended you with my ignorance, Count.”.

Personalmente, mi sembra che da molte delle sue battute/declamazioni emerga che non le ha introiettate dentro di sé, portandole fuori dalla pagina. Non percepisco nessuna tensione sotto la superficie, tranne forse un po’ di nervosismo. Guardate che differenza con Tommy Lee Jones, qui [purtroppo il video citato non è più disponibile online, ndR]. Entrambi sono impassibili. La differenza, per me, sta nel fatto che Jones sembra esprimersi a parole sue, nonostante la parte sia stata scritta da altri (come quella di Reeves, del resto). Jones è molto più a suo agio e molto più bravo a rendere proprie le sue battute. Se non siete d’accordo con me, va bene lo stesso. Ricordate però: è una cosa soggettiva.

Alcuni pensano che Keanu Reeves sia bravo perché è il protagonista di Matrix, una bella saga cinematografica. Confondono i film con l’attore. Se al posto di Reeves ci fosse stato qualcun altro, le stesse persone avrebbero dichiarato di apprezzare quell’altro attore. Viceversa, molte persone confondono la vita di un certo attore con il suo lavoro. Prendete Tom Cruise: è noto per far parte di Scientology, una religione che non piace a molte persone. Molte persone disprezzano il suo lavoro da attore almeno in parte perché trovano sgradevole la sua vita privata. Questo in parte ha a che fare col fatto che non è un attore abbastanza bravo da far dimenticare alla gente alcuni fatti della sua vita privata, mentre recita in un certo film. In parte, invece, a certe persone semplicemente non importa quanto sia bravo. Altri ancora hanno avuto da dire riguardo a recenti cose successe tra Woody Allen e Mia Farrow fuori dallo schermo. Non mi permetterei mai di dire che queste persone sono stupide e hanno torto. Cerco solo di spiegare che le reazioni delle persone nei riguardi di un certo attore sono spesso complicate e non generate al 100 per cento dal suo lavoro.

foto: BEN STANSALL/AFP/Getty Images

©Slate 2014