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  • Venerdì 8 agosto 2014

Israele e Hamas ricominciano a spararsi

La tregua è finita poco prima delle 10 ora italiana, Hamas ha ricominciato a lanciare razzi, Israele ha risposto bombardando la Striscia di Gaza

Smoke rises over Gaza City after an Israeli strike, Friday, Aug. 8, 2014, as Israel and Gaza militants resumed cross-border attacks after a three-day truce expired and Egyptian-brokered talks on a new border deal for blockaded Gaza hit a deadlock. (AP Photo/Khalil Hamra)
Smoke rises over Gaza City after an Israeli strike, Friday, Aug. 8, 2014, as Israel and Gaza militants resumed cross-border attacks after a three-day truce expired and Egyptian-brokered talks on a new border deal for blockaded Gaza hit a deadlock. (AP Photo/Khalil Hamra)

Nella Striscia di Gaza, verso le 10.30 ora locale (erano le 9.30 circa in Italia), Israele ha ripreso i bombardamenti contro alcuni obiettivi considerati “terroristici”: secondo le prime informazioni le aree più colpite sono nel nord della Striscia di Gaza, come Jabaliya e Tel al Hawa. Diverse ore prima erano terminate le 72 ore di tregua concordate tra Israele e Hamas con la mediazione del governo egiziano, che non avevano però portato al raggiungimento di un nuovo accordo per estendere il cessate il fuoco. L’esercito israeliano aveva rilevato questa mattina presto il lancio di diversi razzi dalla Striscia di Gaza verso il proprio territorio, annunciando di averne distrutti alcuni in volo grazie al suo sistema antimissile “Iron Dome”. Su chi sia stato a lanciare i razzi ci sono ancora informazioni confuse. William Booth, inviato del Washington Post, ha scritto su Twitter: «Hamas ha detto di non avere lanciato i razzi questa mattina. Il Jihad Islamico e altre piccole fazioni hanno rivendicato il lancio. Ma a Israele non importa, è Hamas a essere a capo della Striscia».

 

Un portavoce di Hamas ha fatto sapere che i negoziati per una nuova tregua continueranno al Cairo, in Egitto, nelle prossime ore anche in presenza del lancio di razzi da parte dei suoi gruppi armati. Ha spiegato che l’organizzazione ha rifiutato un’estensione della tregua perché “Israele non ha accettato nessuna delle richieste” formulate nei giorni scorsi dai palestinesi, compresa quella di riaprire il porto di Gaza e allentare lo stretto controllo sulle merci che entrano all’interno della Striscia. Il portavoce ha detto a BBC che i palestinesi sono pronti per “una lunga guerra”, ma non è chiaro se parlasse a titolo personale o effettivamente per Hamas. Intanto il governo israeliano ha ritirato la sua delegazione che stava partecipando ai colloqui in Egitto – pare che l’abbia ritirata prima della fine della tregua, e la decisione potrebbe quindi non essere legata al lancio di razzi. Non è chiaro ora quando e come proseguiranno i colloqui tra le due parti, anche se funzionari israeliani, ha scritto Reuters, hanno detto che i colloqui riprenderanno solo quando terminerà il lancio di razzi dalla Striscia.

Secondo il ministro della Salute di Gaza, in circa quattro settimane di attacchi da entrambe le parti, con una invasione di terra nella Striscia di Gaza da parte di Israele, sono stati uccisi 1.893 palestinesi (tra cui 432 bambini e 243 donne), e altri 9805 sono rimasti feriti. Martedì scorso il governo egiziano era riuscito a fare accettare a Israele e ad Hamas un periodo di 72 ore di cessate il fuoco, invitando le parti a discutere una successiva estensione della tregua per lo meno nel breve periodo. Il confronto al Cairo sta proseguendo, ma la ripresa degli attacchi denunciata da Israele potrebbe complicare il raggiungimento di un nuovo accordo.