Come è profondo l’oceano

Una grafica che mostra l'abissale difficoltà di individuare i segnali emessi dalle scatole nere del volo MH370, per non parlare del relitto

Giovedì 10 aprile un aeroplano alla ricerca del Boeing 777 del volo MH370 di Malaysia Airlines ha rilevato un nuovo possibile segnale sottomarino, nella zona dell’Oceano Indiano dove da settimane si sono concentrare le ricerche. Il segnale è stato rilevato da un ricognitore australiano di tipo P-3 Orion nella stessa area dove la nave Ocean Shield aveva rilevato alcuni ultrasuoni domenica e martedì scorsi. I segnali potrebbero provenire dalle scatole nere dell’aereo scomparso, che sono dotate di dispositivi per emettere ultrasuoni quando sprofondano in acqua, in modo da potere essere ritrovate.

(Come si sente un “ping”)

Il volo MH370 è scomparso nelle prime ore dello scorso 8 marzo, mentre stava sorvolando il Golfo di Thailandia ed era in volo tra Kuala Lumpur (Malesia) e Pechino (Cina) con 239 persone a bordo. Grazie ai dati di alcuni radar militari e alle rilevazioni di un satellite è stato possibile ricostruire parzialmente il cambiamento di rotta del Boeing 777, che invece di proseguire verso est virò a ovest, finendo poi a sud nell’Oceano Indiano al largo delle coste dell’Australia Occidentale.

Oltre alle ricognizioni, infruttuose, per trovare possibili rottami dell’aeroplano, nel tratto di mare dove si pensa sia caduto il Boeing 777 sono al lavoro navi dotate di speciali microfoni per rilevare gli ultrasuoni emessi dalle due scatole nere che si trovavano a bordo. L’operazione è complicata dalla grande profondità cui si trova il fondale oceanico nell’area delle ricerche.

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