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  • Mercoledì 9 aprile 2014

A Rankous ha vinto Assad

L'esercito siriano e Hezbollah hanno cacciato i ribelli da una città strategicamente importante, al confine col Libano, dopo settimane di scontri

Opposition fighters carry a wounded comrade during clashes with government forces in the northern Syrian city of Aleppo on April 9, 2014. Aleppo has been effectively divided into regime control in the west and rebel control in the east since shortly after fighting began there in the middle of 2012. AFP PHOTO / MEDO HALAB (Photo credit should read MEDO HALAB/AFP/Getty Images)
Opposition fighters carry a wounded comrade during clashes with government forces in the northern Syrian city of Aleppo on April 9, 2014. Aleppo has been effectively divided into regime control in the west and rebel control in the east since shortly after fighting began there in the middle of 2012. AFP PHOTO / MEDO HALAB (Photo credit should read MEDO HALAB/AFP/Getty Images)

Mercoledì la città siriana di Rankous, a nord di Damasco, è stata conquistata dalle forze governative del presidente Bashar al Assad dopo una battaglia durata almeno 18 ore consecutive. La notizia è stata data dalla televisione siriana e dal canale Al Manar del movimento libanese Hezbollah, alleato con il regime siriano, ed è stata confermata dall’Osservatorio siriano dei diritti umani, organizzazione non governativa filo-ribelli con sede a Londra, nel Regno Unito.

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Lo scontro a Rankous tra esercito siriano e ribelli, che andava avanti da settimane, fa parte di una campagna governativa più ampia di riconquista delle aree al confine con il Libano, considerate di grande importanza strategica per le sorti della guerra. In queste zone, in particolare nell’aera montagnosa di Qalamoun, la battaglia per il controllo del territorio prosegue dal novembre scorso: gli scontri tra forze governative e ribelli hanno costretto decine di migliaia di siriani a lasciare le loro case e spostarsi negli enormi campi profughi del Libano. La riconquista di Rankous si va ad aggiungere alla vittoria militare governativa nella città di Yabroud del mese scorso, che aveva già danneggiato molto l’efficacia delle azioni dei ribelli in questa regione.

Negli ultimi mesi le sorti della guerra in Siria sembrano essersi spostate progressivamente a favore dell’esercito governativo di Assad. Le ragioni sono diverse, ma le più importanti probabilmente sono due: nelle zone della Siria al confine con il Libano i ribelli hanno dovuto combattere non solo contro l’esercito di Assad, ma anche contro le forti e organizzate milizie di Hezbollah (il primo intervento militare certo di Hezbollah nella guerra risale al giugno 2013, durante la battaglia di Qusayr, città anch’essa a nord di Damasco vicino al confine con il Libano). La seconda è la sempre maggiore divisione nel fronte dei ribelli siriani, che da diversi mesi hanno cominciato a combattersi tra loro per ottenere la supremazia all’interno del fronte anti-Assad.

Mercoledì Sana, la televisione di stato siriana, ha riportato dell’esplosione di due autobombe nella città occidentale di Homs, in un’area abitata a maggioranza da alauiti, la setta religiosa a cui appartiene anche Assad. Secondo Sana sono morte almeno 25 persone, tra cui diverse donne e bambini, e altre 107 sono rimaste ferite. Intanto i ribelli siriani continuano a subìre la pressione militare delle forze governative ad Aleppo e Damasco, mentre per il momento sono riusciti a ottenere delle piccole vittorie nel nord-ovest (zone dall’inizio della guerra poco controllate dal governo, vicino al confine con la Turchia) e nel sud della Siria.