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  • Mercoledì 22 gennaio 2014

Aumenta il prezzo della benzina in Venezuela?

Oggi è il posto dove costa meno al mondo, grazie a grandi riserve e a prezzi politici bloccati: la crisi però sta cambiando le cose

Cars are stuck in a traffic jam on the main highway in Caracas on March 17, 2009. Venezuela, Latin America's biggest oil producer, is considering hiking its extraordinarily cheap domestic gasoline price as it copes with the global crisis. Venezuela's President Hugo Chavez said that his government is considering the move, after having kept prices at the pump frozen for the past 13 years. Currently, a liter (0.26 gallons) of gasoline in Venezuela costs about four cents (16 cents a gallon) -- cheaper even than a litre of milk, which sells for around two dollars. AFP PHOTO/Thomas Coex (Photo credit should read THOMAS COEX/AFP/Getty Images)
Cars are stuck in a traffic jam on the main highway in Caracas on March 17, 2009. Venezuela, Latin America's biggest oil producer, is considering hiking its extraordinarily cheap domestic gasoline price as it copes with the global crisis. Venezuela's President Hugo Chavez said that his government is considering the move, after having kept prices at the pump frozen for the past 13 years. Currently, a liter (0.26 gallons) of gasoline in Venezuela costs about four cents (16 cents a gallon) -- cheaper even than a litre of milk, which sells for around two dollars. AFP PHOTO/Thomas Coex (Photo credit should read THOMAS COEX/AFP/Getty Images)

In Venezuela il carburante costa meno dell’acqua in bottiglia e «riempire il serbatoio dell’auto è più economico che gonfiare d’aria uno pneumatico». Così hanno dichiarato con un po’ d’enfasi al Wall Street Journal due automobilisti di Caracas, ma effettivamente il Venezuela è il paese con il prezzo del carburante più basso del mondo. La situazione però potrebbe cambiare molto presto.

Il prezzo basso della benzina dipende dal fatto che il Venezuela è uno dei paesi con le più grandi riserve di petrolio al mondo, ed è anche uno dei maggiori produttori. Inoltre, grazie a una serie di sussidi governativi, sono stati fissati dei prezzi “politici” per il carburante, rimasti congelati per quasi 15 anni come parte di una politica molto popolare portata avanti anche dall’ex presidente Hugo Chávez (morto nel marzo del 2013) e molto difficile da modificare. Quando nel febbraio del 1989 si tentò di aumentare il prezzo della benzina (oltre che quello dei biglietti degli autobus e delle bollette) ci fu una rivolta popolare, con scioperi e scontri che durarono diversi giorni e causarono centinaia di morti in tutto il paese. Nessuno da quel momento in poi pensò più di intervenire in materia.

Attualmente, il prezzo alla pompa della benzina super è di circa 5 centesimi di dollaro per un gallone, l’equivalente di circa un centesimo di euro al litro. Il prezzo ovviamente non copre minimamente il costo di estrazione e raffinazione: il governo spende più o meno l’equivalente di circa 9 miliardi di euro all’anno per sovvenzionare le vendite di benzina sul mercato interno, un costo non più sostenibile. Il Venezuela sta infatti attraversando un momento molto difficile. In tutto il paese mancano beni di prima necessità o di largo consumo: dallo zucchero al caffé, passando per l’olio e arrivando fino alla carta igienica (che è diventata una specie di simbolo dell’attuale crisi). L’inflazione ha ormai superato il 50 per cento e ci sono continui blackout che lasciano al buio per ore intere aree del paese.

Per questo, il nuovo presidente del Venezuela Nicolás Maduro ha proposto di intervenire sul prezzo del carburante con un aumento di circa il triplo, che porterà il costo medio della benzina a 17 centesimi di dollaro al gallone, l’equivalente di poco più di 3 centesimi di euro al litro. Maduro ha assicurato che l’aumento dei prezzi sarà graduale e che gli automobilisti venezuelani manterranno il diritto a un accesso continuo del carburante a un prezzo favorevole. Ma le riserve del paese, ha precisato, «devono essere un vantaggio, non uno svantaggio». I principali oppositori alla proposta sostengono che «il Venezuela deve smettere di rifornire a prezzi agevolati altri paesi, come per esempio Cuba, prima di aumentare i prezzi a casa propria». Cosa che avrà conseguenze negative anche sui consumi, visto che aumenteranno i costi del trasporto.

Foto: il traffico in una strada di Caracas (THOMAS COEX/AFP/Getty Images)