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  • Martedì 14 gennaio 2014

7 cose che forse non sapete su Seedorf

Il prossimo allenatore del Milan aveva una rubrica sul New York Times e il suo modello di allenatore non ha mai guidato una squadra di calcio

di Luca Misculin – @LMisculin

during a Serie A soccer match between AC Milan and Cagliari at the San Siro stadium in Milan, Italy, Saturday , May 14, 2011. (AP Photo/Luca Bruno)
during a Serie A soccer match between AC Milan and Cagliari at the San Siro stadium in Milan, Italy, Saturday , May 14, 2011. (AP Photo/Luca Bruno)

Come ampiamente atteso dalla stampa, Clarence Seedorf ha detto oggi che sarà il nuovo allenatore del Milan, dopo che Massimiliano Allegri è stato licenziato il 13 gennaio in seguito alla clamorosa sconfitta del Milan contro il Sassuolo (da 2-0 a 3-4 nel giro di tre quarti d’ora). La notizia non è ancora ufficiale – il Milan dovrebbe annunciarla giovedì, stando a quanto riportato dalla stampa sportiva – anche perché Seedorf fino a pochi giorni fa era ancora considerato un calciatore in attività: aveva un contratto con il Botafogo, una squadra della prima divisione brasiliana, fino al 30 giugno 2014.

Seedorf è olandese di origine surinamese, ha 37 anni ed è stato uno tra i più forti e dotati centrocampisti fra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila. Nella sua carriera ha vinto otto trofei internazionali e tredici competizioni nazionali, e ha giocato con il Real Madrid, l’Ajax, l’Inter e il Milan. Nel 2010 l’attaccante del Manchester United Wayne Rooney disse di lui che «è probabilmente il miglior calciatore contro il quale abbia mai giocato». È noto per essere più intelligente e sveglio della media dei calciatori, per darsi da fare con la filantropia – nel 2005 ha fondato Champions for Children, un’associazione che fornisce educazione e assistenza sanitaria per bambini di paesi poveri – e parla correntemente sei lingue. E ci sono alcune cose di lui che molti non sanno, specie quelli che non seguono abitualmente il calcio.

1.
Per più di un anno, dall’agosto 2009 all’ottobre 2010, Seedorf ha tenuto sul New York Times una rubrica di posta sul calcio, “Seedorf Risponde”, in cui rispondeva a domande come «quali sono le opportunità educative e didattiche per i calciatori giovanissimi che vengono acquistati dai grandi club? Sappiamo tutti che la carriera di calciatore è brevissima». (Risposta: «Bisognerebbe “sfidarli” a continuare a studiare anche durante la propria carriera. Ma per il calcio sarà un lungo percorso, poiché tantissimi giocatori cominciano a giocare molto presto e abbandonano la scuola. Ci sono pochissime persone interessate ad aiutarli dal punto di vista scolastico, perché sono interessate unicamente a spillargli soldi, invece che stimolarli e aiutarli durante lo studio»).

2.
Dal 2009 al maggio del 2013 Seedorf fu il proprietario del Monza, squadra di calcio che giocava in Lega Pro Prima Divisione. Fu una vicenda piuttosto travagliata: i risultati della squadra furono mediocri durante tutta la gestione, ci furono rilevanti problemi finanziari e il Consiglio di Amministrazione cambiò due volte, nel 2010 e nel 2012. Seedorf ha poi venduto il Monza all’imprenditore brasiliano Anthony Armstrong Emery.

3.
Una storia. Il 14 marzo 2010 si giocava Milan-Chievo, 28esima giornata della stagione 2009/2010. Il Milan era allenato da Leonardo, che sostituì Carlo Ancelotti dopo otto stagioni e tante vittorie. Molti dei giocatori erano considerati ormai vecchi e sazi per giocare ad alti livelli: i giornali sportivi parlavano spesso di quanto poco Leonardo fosse apprezzato dal proprietario Silvio Berlusconi (che ai tempi era presidente del Consiglio e aveva lasciato grande libertà all’amministratore delegato Adriano Galliani, grande amico di Leonardo).

Leonardo diede alla squadra uno stile di gioco molto offensivo e si inventò un modulo piuttosto spregiudicato, il cosiddetto “4-2-fantasia”, con quattro difensori, due centrocampisti addetti al recupero della palla e quattro giocatori offensivi scelti fra lo stesso Seedorf, Ronaldinho, Pato, Marco Borriello, Klaas Huntelaar e Filippo Inzaghi. La squadra alternò grandissime partite a deludenti pareggi e prestazioni scialbe contro squadre di bassa classifica. Il 14 marzo sembrava una delle serate della seconda categoria: al novantesimo il Milan stava pareggiando 0-0 contro il Chievo.

In quel periodo Seedorf, che aveva quasi 34 anni, veniva spesso accusato di aver perso stimoli e di essere alla fine della propria carriera; si era anche sparsa la voce che durante il derby perso per 4-0 a inizio stagione si fosse seduto in panchina in ciabatte e si fosse attardato nel dare il cambio a Gennaro Gattuso, che pochi minuti prima di essere cambiato con lo stesso Seedorf venne espulso. Seedorf si difese dicendo che era in «scarpe da ginnastica», e non in ciabatte. Seedorf aveva passato buona parte della partita contro il Chievo passeggiando pigramente su e giù per il campo, sembrando in generale piuttosto svogliato. Poi, quando già gran parte dei tifosi stava uscendo dallo stadio, si inventò questo gol pazzesco. Il Milan vinse la partita 1-0. Alla fine della stagione arrivò terzo battendo la Juventus per 3-0 a San Siro, all’ultima giornata.

4.
Seedorf è l’unico calciatore ad aver vinto la Champions League – il più importante trofeo continentale di squadra nel calcio – con tre squadre diverse: la vinse con l’Ajax a 19 anni, con il Real Madrid a 22, con il Milan a 27 e 31.

5.
Nel 2008, a 32 anni, era uno dei giocatori più esperti di una delle nazionali più forti del mondo, l’Olanda. Il 6 maggio fu convocato dall’allora allenatore Marco Van Basten per giocare gli Europei del 2008. Il 12 maggio, però, Seedorf telefonò a Van Basten e gli chiese di essere tolto dalla lista dei convocati. Van Basten disse: «Non me l’aspettavo proprio. Gli ho detto che lo rispetto molto come persona e giocatore, ma lui aveva già deciso». Non fu chiaro il motivo per il quale Seedorf si rifiutò di partecipare agli Europei. Due anni dopo, il successivo allenatore van Maarwijk non lo convocò per i Mondiali del 2010 in Sudafrica. Seedorf raccontò: «Van Basten ha commesso un grosso errore con me. Non dico che fosse un cattivo allenatore, ma non mi piaceva il modo con cui trattava i giocatori. Cattiva gestione dei rapporti personali».

6.
Le ultime due stagioni di Seedorf con il Botafogo, squadra che gioca nella Serie A brasiliana, sono state le migliori della sua carriera per quanto riguarda gol e assist: ma anche per l’impatto che ha avuto sulla squadra, che ha vinto il campionato del 2013 (e lui è stato nominato il miglior giocatore del campionato). Tra il luglio e il dicembre 2012 ha segnato otto gol in 24 partite, mentre durante l’ultima stagione ha giocato 56 partite segnando 15 gol. Jack Lang, in un lungo pezzo su ESPN, ha scritto che il grande merito di Seedorf è stato dare un grande esempio di umiltà, logica del lavoro e buon senso. Lang ha descritto così il giorno di presentazione di Seedorf:

«Fu un evento per il quale migliaia di tifosi arrivarono allo stadio Engenhao, e venne trasmesso in diretta alla televisione. Assistendo a un comico arrivo in aeroporto – qualcuno nella dirigenza del Botafogo ha visto decisamente troppi film d’azione – quelli che non conoscevano Seedorf avrebbero benissimo potuto pensare che si fosse trasferito in Brasile per un finale di carriera più dolce, fra frequenti puntate in spiaggia e nei locali notturni. Non sarebbe stato il primo, dopo tutto. Ma tutti i dubbi evaporarono quando Seedorf aprì bocca, e in perfetto portoghese salutò i tifosi e promise che avrebbe lavorato sodo già dalla settimana seguente.

Lang, a proposito della stagione di Seedorf, aggiunge:

«Gioca più avanti di quanto faceva nel Milan. Ha già fatto otto gol, ed è entrato in una quantità innumerevole di altri. Sulla palla è incredibilmente calmo, come ti aspetteresti da uno al 21esimo anno della propria carriera. Non cerca il grande gesto tecnico, ma di economizzare i movimenti e di limitare gli scatti brucia-polmoni. In un paese così famoso per i giocatori incredibilmente dotati, è sorprendente notare quanto l’astuzia tattica possa fare la differenza».


7.
In una bella intervista a O Globo di novembre ha detto che vuole diventare «il miglior allenatore del mondo», e che si ispira a Phil Jackson, il leggendario allenatore di basket dei Chicago Bulls e dei Los Angeles Lakers.