• Mondo
  • Giovedì 31 ottobre 2013

Le ultime sulle armi chimiche in Siria

Sono stati distrutti tutti gli equipaggiamenti dichiarati dal governo di Assad per produrle: la prossima scadenza è il 15 novembre

FILE — In this Wednesday, Aug. 28, 2013, file photo, a citizen journalism image provided by the United Media Office of Arbeen which has been authenticated based on its contents and other AP reporting, shows members of the UN investigation team take samples from sand near a part of a missile that is likely to be one of the chemical rockets according to activists, in the Damascus countryside of Ain Terma, Syria. The dismantling of Syria’s chemical weapons stockpile is under way, but the mission faces multiple challenges, from an ambitious deadline and a raging civil war that threatens inspectors’ safety. It also has far-reaching political consequences, giving a political boost to President Bashar Assad and further alienating the rebels. (AP Photo/Local Committee of Arbeen, File)

FILE — In this Wednesday, Aug. 28, 2013, file photo, a citizen journalism image provided by the United Media Office of Arbeen which has been authenticated based on its contents and other AP reporting, shows members of the UN investigation team take samples from sand near a part of a missile that is likely to be one of the chemical rockets according to activists, in the Damascus countryside of Ain Terma, Syria. The dismantling of Syria’s chemical weapons stockpile is under way, but the mission faces multiple challenges, from an ambitious deadline and a raging civil war that threatens inspectors’ safety. It also has far-reaching political consequences, giving a political boost to President Bashar Assad and further alienating the rebels. (AP Photo/Local Committee of Arbeen, File)

Giovedì 31 ottobre l’Organizzazione Mondiale per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC, a cui è stato assegnato il Nobel per la pace 2013) ha annunciato che i suoi ispettori hanno concluso la prima parte del programma di distruzione dell’arsenale chimico del regime siriano di Bashar al Assad. Il personale OPAC e ONU ha distrutto tutto l’equipaggiamento (macchinari e attrezzature di vario tipo) usato per la produzione delle armi chimiche dichiarato dal presidente Assad, rispettando quindi la prima scadenza che l’OPAC si era data, quella del primo novembre. Gli agenti chimici che costituiscono le armi devono essere ancora distrutti.

Gli ispettori non sono riusciti a raggiungere tutti i 23 siti indicati da Assad all’OPAC lo scorso 21 settembre. Ne hanno ispezionati solo 21, perché due siti sono stati considerati troppo pericolosi. Il materiale per la costruzione delle armi chimiche che si trovava in questi due siti, comunque, era già stato spostato in altre installazione, ed è stato esaminato e distrutto dagli ispettori. L’OPAC ha diffuso un comunicato in cui si legge:

«[La Siria] ha completato la distruzione funzionale dell’equipaggiamento critico di tutte le installazioni per la produzione di armi chimiche e centrali di miscelazione e riempimento dichiarate, rendendole non più operative.»

La prossima scadenza prevista dal piano dell’OPAC è quella del 15 novembre, giorno entro il quale l’organizzazione e il governo siriano dovranno trovare un accordo per un piano dettagliato sul “come” e “dove” distruggere più di 1000 tonnellate di agenti tossici e munizioni. L’intero processo, particolarmente difficile e ambizioso, dovrà essere portato a termine entro la metà del 2014.

Il lavoro degli ispettori dell’OPAC era iniziato il 2 ottobre scorso, sulla base di un accordo sull’eliminazione del programma nucleare siriano raggiunto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU il 26 settembre. Per il momento il lavoro degli ispettori internazionali sembra proseguire senza particolari intoppi, anche se rimangono immutate le preoccupazioni per la loro sicurezza: quella dell’OPAC è stata definita un’impresa “ardua” da molti osservatori ed esperti, visto che è la prima volta che si cerca di portare a termine un piano così importante di smantellamento di un programma chimico di un paese nel bel mezzo di una guerra civile.