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  • Venerdì 14 giugno 2013

Guida alla Confederations Cup

Tutto quello che c'è da sapere sulle "prove generali" dei Mondiali di calcio 2014, che cominciano sabato in Brasile (con partite a mezzanotte)

Da sabato 15 a domenica 30 giugno si giocherà in Brasile la Confederations Cup, un torneo calcistico tra le squadre nazionali che hanno vinto le ultime edizioni dei tornei continentali organizzati dalla FIFA, l’organizzazione di governo del calcio mondiale. Da quando si tiene a un anno di distanza dal mondiale, è una sorta di prova generale del torneo internazionale successivo. L’Italia è tra le otto squadre partecipanti a questa edizione.

Che cos’è
Oggi la Confederations Cup è un torneo organizzato dalla FIFA e ha una storia recente ma complicata. L’idea di un torneo tra le nazionali vincitrici dei vari trofei continentali ha avuto diversi precedenti (il Mundialito del 1980 e il Trofeo Artemio Franchi del 1983 e del 1985), ma il predecessore di quello attuale è nato in Arabia Saudita nel 1992, con il nome di Coppa Re Fahd (dal nome del sovrano allora regnante, morto nel 2005). Alla prima edizione parteciparono solo quattro squadre e sei a quella successiva, nel 1995.

Il torneo non aveva molta visibilità e continuò a essere poco conosciuto anche quando entrò in gioco la FIFA, che nel 1997 ne rilevò l’organizzazione, cambiò il nome in FIFA Confederations Cup e stabilì che si giocasse ogni due anni. Ci furono così le edizioni del 1997, ancora in Arabia Saudita, poi del 1999, 2001 e 2003. Lo scarso interesse per la competizione era testimoniato dal fatto che in diversi casi la prima squadra europea invitata a partecipare rifiutava. Ad ogni modo, la FIFA riconosce come vincitori della Confederations Cup tutte le squadre che hanno vinto gli otto tornei dal 1992 in poi. Il Brasile ha vinto tre edizioni, la Francia due, Argentina, Messico e Danimarca una.

La svolta è arrivata nel 2005, quando la frequenza della Confederations Cup è stata allungata da due a quattro anni e si è stabilito che il torneo venisse giocato sempre nella nazione che avrebbe ospitato il mondiale l’anno successivo: in questo modo è diventato una specie di “prova generale” del mondiale, che dà l’opportunità di giocare in strutture nuove o rinnovate e dà occasione alla nazionale “ospite” di fare esperienza.

Chi partecipa
Le nazionali che partecipano alla Confederations Cup sono le sei vincitrici dei tornei continentali FIFA – UEFA, CAF, AFC, CONMEBOL, CONCACAF, OFC – più la vincente del mondiale precedente e la nazionale del paese ospite. Se una squadra soddisfa due criteri – come nel caso della Spagna, campione del mondo ed europeo in carica – la FIFA invita a partecipare un’altra nazionale: solitamente il secondo classificato nel torneo più recente vinto dalla squadra che ha liberato il posto. Grazie al secondo posto agli Europei del 2012, quindi, l’Italia parteciperà a questa edizione della Confederations Cup.

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Le confederazioni continentali sono più o meno divise in base geografica, con alcuni importanti cambiamenti: il principale è che l’Australia è uscita nel 2006 dalla confederazione dell’Oceania, l’OFC, il cui torneo internazionale vinceva regolarmente alternandosi con la Nuova Zelanda, e si è unita alla più competitiva confederazione asiatica, l’AFC.

Le squadre di questa edizione

Brasile (squadra ospite)
Il Brasile gioca in casa e l’attesa per il mondiale del prossimo anno nel paese è altissima, ma anche se la nazionale viene da una vittoria per 3-0 contro la Francia, la scorsa settimana, molti hanno paura che la squadra non farà una bella figura al torneo. L’allenatore attuale è Felipe Scolari, popolarissimo anche per aver vinto il mondiale del 2002, ma negli ultimi due anni la squadra ha giocato piuttosto male e, per la prima volta da molto tempo, manca di veri e propri campioni che abbiano già molta esperienza internazionale. I giocatori più forti sono in attacco e a centrocampo: Scolari non ha convocato Ronaldinho e Kaká, ma in squadra ci sono Oscar del Chelsea e Neymar, appena comprato dal Barcellona.

Giappone (vincitore della Coppa d’Asia 2011)
La nazionale giapponese è allenata dall’italiano Alberto Zaccheroni, ed è stata la prima a qualificarsi ai mondiali del 2014, grazie a un pareggio contro l’Australia di pochi giorni fa. Negli scorsi tre anni in Giappone, Zaccheroni ha confermato di essere un grande allenatore (in Italia ha allenato Milan, Juventus, Inter, Lazio e Udinese) e ha provato ad abituare la squadra al calcio internazionale con una serie di amichevoli di alto livello. La squadra ha alcuni giocatori di esperienza europea, come il centrocampista del Manchester United Shinji Kagawa, il centrocampista Keisuke Honda e l’esterno dell’Inter Yuto Nagotomo. Un fatto curioso è che in Brasile c’è la comunità giapponese all’estero più numerosa del mondo, circa 1,5 milioni di persone, e quindi la nazionale avrà probabilmente un certo sostegno di tifo. Viceversa, anche i brasiliani sono la comunità straniera più numerosa del Giappone, un paese estremamente chiuso all’emigrazione, con circa 320 mila persone.

Italia (seconda classificata agli Europei 2012)
Da quando Cesare Prandelli allena la nazionale italiana, ha convocato parecchi giocatori giovani mettendo da parte la generazione che ha vinto il mondiale del 2006 (di cui restano però giocatori importanti come Buffon, Pirlo e De Rossi) e ha proposto un gioco offensivo, piuttosto distante dagli stereotipi per cui l’Italia è stata conosciuta negli ultimi decenni (catenaccio è una parola rimasta in italiano anche in molte lingue straniere). I due giocatori più attesi sono probabilmente i due attaccanti del Milan Mario Balotelli e Stephan El Shaarawy.

Nigeria (vincitrice Coppa d’Africa 2013)
La nazionale nigeriana attraversa un periodo particolarmente fortunato, perché a febbraio ha vinto la Coppa d’Africa, la prima dal 1994. Durante il torneo si è fatto notare, segnando due gol decisivi, il centrocampista Sunday Mba (che gioca in Nigeria, negli Enugu Rangers). Il giocatore più noto è però un altro centrocampista, John Mikel Obi, che da molti anni gioca nel Chelsea.

Giovedì 13 giugno la squadra si è rifiutata di prendere l’aereo per il Brasile, dopo aver giocato una partita di qualificazione al mondiale, perché la federazione calcistica nigeriana a corto di soldi non intendeva pagare i premi concordati con i giocatori per le loro prestazioni nelle scorse partite. La questione si è risolta oggi – con l’intervento del ministro dello Sport nigeriano – e la squadra arriverà in Brasile sabato 15: avrà a disposizione solo un giorno di allenamento prima del debutto nel torneo contro Tahiti, in programma per il 17 giugno.

Messico (vincitore della Gold Cup 2011)
Otto tra i giocatori convocati per la Confederations Cup hanno vinto lo scorso anno la medaglia d’oro al torneo di calcio delle Olimpiadi, battendo in finale il Brasile. Nonostante questo, la federazione del Centro e Nordamerica non è un ambiente molto competitivo: il giocatore più forte della squadra, Javier Hernandez del Manchester United, è un campione, ma a parte lui ci sono molte incognite sulla possibilità che il Messico batta le favorite.

Spagna (vincitrice di Mondiale 2010 e Europeo 2012)
A livello internazionale, gli ultimi anni sono stati dominati dalla Spagna e anche a questa Confederations Cup è sicuramente la squadra favorita. La generazione dei successi degli ultimi anni, con i centrocampisti Xavi e Iniesta e gli attaccanti Fernando Torres, Juan Mata e Santi Cazorla, sarà presente anche in Brasile. Negli ultimi tempi si è parlato di qualche difficoltà della squadra che dà molti giocatori e l’impronta del gioco alla nazionale, il Barcellona, in particolare dopo le sconfitte contro il Bayern Monaco in Champions League. Oltre a questo, la nazionale spagnola ha giocato negli ultimi mesi molte amichevoli spostandosi parecchio in giro per il mondo, per esempio a Panama o in Qatar, grazie alla sua popolarità (e ai guadagni che garantiscono): ma la squadra rimane sulla carta la più forte del torneo.

Uruguay (vincitore della Coppa America 2011)
La nazionale uruguayana ha tre attaccanti molto famosi e di esperienza: Luis Suárez del Liverpool, Edinson Cavani che viene da una grande annata al Napoli e Diego Forlán, oggi all’Internacional dopo un breve e poco fortunato periodo in Italia (all’Inter).
L’allenatore è Oscar Tabarez detto “El Maestro” – prima di allenare faceva l’insegnante – famoso perché cambia formazione e giocatori con grandissima facilità per adattarsi all’avversario che ha di fronte.

Tahiti (vincitore della coppa di Oceania 2012)
L’ultima squadra è formata quasi solo da amatori, di professione impiegati o insegnanti nella più grande isola della Polinesia Francese, Tahiti appunto: più o meno 275 mila abitanti per un migliaio di chilometri quadrati. L’unico professionista è l’attaccante 33enne Marama Vahirua, di proprietà del Nancy.
La nazionale di Tahiti è al 138esimo posto su 207 nel ranking FIFA, è relativamente recente (ha giocato la sua prima partita ufficiale nel 1952) e non si è mai qualificata per un mondiale. L’allenatore Eddy Etaeta ha detto: «la nostra ambizione più realistica è riuscire a giocare per un tempo senza subire gol».

Il formato
Le squadre sono divise in due gironi, sorteggiati il primo dicembre 2012: il Girone A è formato da Brasile, Giappone, Messico e Italia, il Girone B da Spagna, Uruguay, Tahiti e Nigeria. Ciascuna squadra gioca una volta sola contro le altre del girone e le prime due classificate vanno in semifinale. La finale si giocherà il 30 giugno allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro. La partita inaugurale sarà Brasile-Giappone, sabato 15 giugno, mentre l’Italia debutterà il giorno successivo al Maracanã contro il Messico (alle 16 ora di Brasilia, le 21 in Italia).

La situazione in Brasile
L’ultimo dei sei stadi in cui si giocherà la Confederations Cup, l’Arena Pernambuco, è stata inaugurata il 20 maggio 2013. Nelle ultime settimane, mentre si avvicinava l’inizio della Confederations Cup, diversi media internazionali si sono occupati nei grandi ritardi nella costruzione degli impianti. Altre critiche sono arrivate per l’alto prezzo dei biglietti. C’è da dire, però, che i ritardi sulla tabella di marcia sono piuttosto normali nell’organizzazione di tornei così grandi come i mondiali (Italia ’90 insegna), con le eccezioni che si contano sulle dita di una mano (la Germania nel 2006, ad esempio).

La tecnologia e i gol fantasma
La Confederations Cup sarà la prima occasione ufficiale in cui sarà usato un sistema tecnologico per verificare se il pallone ha superato la linea di porta ed evitare così i “gol fantasma”. Il sistema scelto dalla FIFA usa un microchip inserito nel pallone e un campo magnetico intorno alla porta, è stato sviluppato da un centro di ricerca di Erlangen, in Germania, e registra i cambiamenti del campo magnetico intorno alla linea di porta per determinare se il pallone è entrato interamente in rete, effettuando la rilevazione in meno di un secondo.

Foto: CHRISTOPHE SIMON/AFP/Getty Images