Come nacque la scuola Holden

Lo racconta Alessandro Baricco su Repubblica, a partire da un foglio di carta, in vista della riapertura della scuola di scrittura

Alessandro Baricco racconta oggi su Repubblica com’è nata l’idea della scuola di narrazione Holden di Torino, vent’anni fa. La scuola riaprirà tra 150 giorni, spiega Baricco, e il lavoro che alla Holden stanno facendo è molto grande: tra le altre cose, uno degli obiettivi della scuola sarà quello di formare i ragazzi in modo che siano capaci di sgomitare tra tante storie fino a ritrovare i fatti, come è sempre più raro nel giornalismo di oggi.

Nell’attuale Scuola Holden, nella stanza della direzione, incorniciato e appeso a una parete, c`è un foglio, e su quel foglio, a matita, c`è lo schemino della didattica della scuola, quando per la prima volta l`abbiamo pensata, vent`anni fa. Sono solo poche righe. Una decina di insegnamenti e alcuni nomi che adesso sembrano scontati, ma allora non lo erano poi così tanto: Carlo Lucarelli, Gianni Ameno, Sandro Veronesi, Enrico Deaglio, Dario Voltolini. C`era una piccola rivoluzione, in quelle righe, ma alla fine era una rivoluzione che stava in un foglio. Quella che stiamo facendo ora, per la nuova scuola che aprirà tra 150 giorni, praticamente riempie tutto il mio taccuino: vedi cosa succede a fare un gesto artigianale, e rifarlo tutti i giorni per vent’anni, sbagliando molto e imparando molto, cambiando rotta sempre e ricordandoti le tue radici sempre: ti si spalanca un mondo, e alla fine il gesto che fai resta un gesto semplice – noi insegniamo a narrare -ma il modo in cui lo fai diventa qualcosa di estremamente sofisticato. Probabilmente continuerai a sbagliare – non sì fanno scuole se non sbagliando – ma sbagli da professionista, e con una sapienza che prima ti sognavi.

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