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  • Giovedì 11 aprile 2013

Il Muro del Pianto e le donne

Cinque donne sono state arrestate stamattina a Gerusalemme perché pregavano come gli uomini, ed è una questione che va avanti da anni

di Giulia Siviero – @ glsiviero

An Ultra Orthodox Jewish woman peeks through a barrier separating prayer sections for men and women at the Western Wall as worshipers pray in Jerusalem's Old City on Sunday, Sept. 23, 2001. (AP Photo/Elizabeth Dalziel)
An Ultra Orthodox Jewish woman peeks through a barrier separating prayer sections for men and women at the Western Wall as worshipers pray in Jerusalem's Old City on Sunday, Sept. 23, 2001. (AP Photo/Elizabeth Dalziel)

Questa mattina cinque donne ebree sono state arrestate per aver pregato al Kotel, il luogo sacro per gli ebrei al Muro del Pianto, indossando indumenti rituali riservati agli uomini e vietati alle donne dalla legge israeliana. Le donne si trovavano nella sezione loro riservata – donne e uomini pregano separati – ed erano tutte militanti del movimento “Women of the Wall”, nato per chiedere che le donne possano avere gli stessi diritti religiosi accordati agli uomini. È stato arrestato anche un ebreo ultra-ortodosso che aveva tentato di dare fuoco a uno dei libri di preghiera utilizzato dalle donne.

Women of the Wall
Il gruppo “Women of the Wall” (WOW) è nato nel 1988 quando, la mattina del primo dicembre, circa 70 donne decisero di marciare al Kotel con in mano i rotoli della Torah e un tavolo dove appoggiarli. Indossavano il talled (scialle), i tefillin (astucci che si portano durante la preghiera) e la kippah (copricapo), tutti indumenti riservati agli uomini. Non appena iniziarono la lettura e la preghiera collettiva un’altra donna presente cominciò ad urlare richiamando gli uomini e scatenando i loro insulti e proteste.

Da allora, ogni Rosh Chodesh (che nel calendario ebraico corrisponde al primo giorno del mese) decine di donne religiose si ritrovano nella medesima preghiera di gruppo e ogni mese subiscono aggressioni o vengono arrestate. Sono dunque più di vent’anni che le militanti di WOW si ribellano contro il regolamento tradizionale e la legislazione israeliana, che prevede la divisione di genere al Muro del Pianto e stabilisce, all’interno della sezione femminile dedicata alla preghiera, una serie di severe restrizioni per le donne.

La legge
Nel 1997, quando gli scontri e le violenze presso il Muro raggiunsero il loro apice, le militanti del WOW decisero di rivolgersi alla Corte di Giustizia israeliana iniziando una lunga battaglia legale. Con una sentenza del 2002 la Corte stabilì in un primo momento che le donne potevano pregare in gruppo e leggere la Torah nella sezione femminile del Muro del Pianto, ma una dura reazione degli haredim, gli ebrei ultraortodossi, fece tornare i giudici sulla loro decisione.

Gli ebrei ortodossi fondamentalisti e tradizionalisti avevano proposto infatti un disegno di legge per punire le donne non rispettose con una pena fino a sette anni di carcere. I divieti prima regolamentati dalla tradizione, vennero quindi stabiliti per legge con una nuova sentenza del 2003. Per ragioni di ordine pubblico la Corte stabilì che alle donne era proibito leggere la Torah e vestire gli indumenti di preghiera tradizionali nell’area principale del Muro.

A dicembre
Negli anni le militanti di WOW hanno ricevuto il sostegno di molte comunità ebraiche nel mondo e delle femministe soprattutto statunitensi. La loro rivendicazione è diventata molto popolare dopo che, a febbraio, la comica Sarah Silverman ha scritto su Twitter che la sorella e la nipote erano state arrestate al Muro del Pianto per essersi comportate come gli uomini e dunque aver violato la legge.

La questione è stata finalmente presa in considerazione anche dal primo ministro Benjamin Netanyahu che, nel dicembre del 2012, si è rivolto al presidente dell’Agenzia ebraica Natan Sharansky per analizzare il problema e trovare una soluzione. Il portavoce di Netanyahu, in quell’occasione, aveva dichiarato: «Il primo ministro pensa che il Muro debba essere un sito che esprima l’unità del popolo ebraico».

Il nuovo progetto prevede che venga creata una terza sezione dedicata alle donne che vogliono pregare secondo le pratiche maschili. Ma questa soluzione è stata accolta con perplessità dalle leader del gruppo: «Sharansky promette che i lavori termineranno in un anno e mezzo. Il rischio è che ne passino almeno dieci per l’opposizione degli archeologi o dei musulmani. Stiamo parlando di intervenire nel sito religioso più delicato e spinoso al mondo. Verremo arrestate fino ad allora?».