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  • Sabato 30 marzo 2013

Il testo del discorso di Napolitano

Ha detto che non si dimetterà e che un governo in carica c'è: due gruppi di persone elaboreranno delle proposte programmatiche per cercare l'appoggio dei partiti

Nel discorso fatto questa mattina al Quirinale sulla situazione politica, Giorgio Napolitano ha detto che non si dimetterà prima della scadenza del suo mandato (il 15 maggio), spiegando che affiderà a due gruppi di persone la formulazione di una serie di proposte programmatiche, su cui i partiti dovranno decidere se essere d’accordo o meno: i nomi dei componenti dei due gruppi saranno resi noti nel pomeriggio.

Intanto, ha detto Napolitano, un governo in carica c’è, ed è il governo di Mario Monti che rappresenta un elemento di “certezza”: anche se dimissionario, è ancora in carica, non essendo stato sfiduciato dal Parlamento. Questo governo, ha detto Napolitano, sta per adottare provvedimenti urgenti per l’economia in accordo con le istituzioni europee e sarà aiutato dal nuovo Parlamento e dalla Commissione speciale della Camera, presieduta dal deputato della Lega Nord Giancarlo Giorgetti.

Gli incontri svoltisi in Quirinale nella giornata di ieri con i rappresentanti delle forze politiche presenti in Parlamento mi hanno permesso di accertare la persistenza di posizioni nettamente diverse rispetto alle possibili soluzioni da dare al problema della formazione del nuovo governo. Ciò è d’altronde risultato chiaro pubblicamente attraverso le dichiarazioni rese al termine da ciascun gruppo.

Ritengo di dover ancora una volta sottolineare l’esigenza che da parte di tutti i soggetti politici si esprima piena consapevolezza della gravità e urgenza dei problemi del paese e quindi un accentuato senso di responsabilità al fine di rendere possibile la costituzione di un valido governo in tempi che non si prolunghino insostenibilmente, essendo ormai trascorso un mese dalle elezioni del nuovo Parlamento.

Tuttavia, non può sfuggire agli italiani e all’opinione internazionale che un elemento di concreta certezza nell’attuale situazione del nostro paese è rappresentato dalla operatività del governo tuttora in carica, benché dimissionario e peraltro non sfiduciato dal Parlamento : esso ha annunciato e sta per adottare provvedimenti urgenti per l’economia, d’intesa con le istituzioni europee e con l’essenziale contributo del nuovo Parlamento attraverso i lavori della Commissione speciale presieduta dall’on. Giorgetti.

Nella prospettiva ormai ravvicinata dell’elezione del nuovo Capo dello Stato – che mi auguro veda un’ampia intesa tra le forze politiche – sono giunto alla conclusione che, pur essendo ormai assai limitate le mie possibilità di ulteriore iniziativa sul tema della formazione del governo, posso fino all’ultimo giorno concorrere almeno a creare condizioni più favorevoli allo scopo di sbloccare una situazione politica irrigidita tra posizioni inconciliabili.

In questo senso mi accingo a chiedere a due gruppi ristretti di personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze di formulare – su essenziali temi di carattere istituzionale e di carattere economico-sociale ed europeo – precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche. Ciò potrà costituire comunque materiale utile : voglio dire anche per i compiti che spetteranno al nuovo Presidente della Repubblica nella pienezza dei suoi poteri.

Continuo dunque a esercitare fino all’ultimo giorno il mio mandato, come il senso dell’interesse nazionale mi suggerisce : non nascondendo al paese le difficoltà che sto ancora incontrando e ribadendo operosamente la mia fiducia nella possibilità di responsabile superamento del momento cruciale che l’Italia attraversa.

DOMANDA
Per il paese non sta diventando un accanimento terapeutico? Non è forse meglio mirare a elezioni a ottobre?

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
Questa questione non mi interessa. Io sono Presidente della Repubblica in pieno semestre bianco che è ritornato operante dopo la elezione del nuovo Parlamento. Quindi, non mi occupo di problemi che non posso risolvere oggi nelle mie funzioni.

Foto: Roberto Monaldo/LaPresse