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  • Domenica 20 gennaio 2013

10 cose per impallinati sui giuramenti presidenziali americani

Perché Obama giurerà sia oggi che domani, perché diventerà il presidente ad aver giurato più volte insieme a Roosevelt (quattro) e altre cose interessanti da sapere

di Francesco Costa – @francescocosta

WASHINGTON, DC - JANUARY 19: A microphone stands over a podium on the west Capitol platform where President Barack Obama will take the oath of office during his second inauguration on January 19, 2013 in Washington, D.C. Preparations continued ahead of Monday's historic event, which is expected to draw more than half a million people. (Photo by John Moore/Getty Images)
WASHINGTON, DC - JANUARY 19: A microphone stands over a podium on the west Capitol platform where President Barack Obama will take the oath of office during his second inauguration on January 19, 2013 in Washington, D.C. Preparations continued ahead of Monday's historic event, which is expected to draw more than half a million people. (Photo by John Moore/Getty Images)

Barack Obama presterà oggi giuramento alla Casa Bianca, alle 17.55 ora italiana, e inizierà così formalmente il suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti. Ma lo farà in privato. Poi giurerà anche domani, in pubblico. E così avrà giurato quattro volte, dal 2009 a oggi, come solo Roosevelt nella storia. E avrà giurato su tre bibbie. Se non ci avete capito niente e volete capirci qualcosa, leggete di seguito.

Due giuramenti
Barack Obama giurerà oggi perché così prevede la Costituzione – ogni mandato presidenziale inizia il 20 gennaio a mezzogiorno – ma oggi è domenica, giorno festivo, e quindi per rendere tutto meno costoso e complicato la cerimonia pubblica si terrà domani: Obama giurerà di nuovo sulla terrazza di Capitol Hill, a Washington D.C., poi terrà il discorso d’insediamento. Meglio dire insediamento invece che inaugurazione: in inglese si dice inauguration ma in italiano noi inauguriamo musei e centri commerciali, non presidenti. Il giuramento di oggi si potrà vedere in streaming alle 17.55 ora italiana.

Il giuramento di Joe Biden
Giura anche il vicepresidente, non solo Obama, e lo farà anche lui due volte: oggi allo United Stated Naval Observatory, domani a Capitol Hill insieme a Obama. Joe Biden oggi ha giurato intorno alle 14 ora italiana, le 8 negli Stati Uniti, e lo ha fatto sulla Bibbia di famiglia, la stessa su cui ha sempre giurato dal 1973 a oggi in ogni cerimonia. Sia oggi che domani sarà il giudice capo della Corte Suprema, John Roberts, a far giurare Barack Obama, mentre sia oggi che domani Joe Biden giurerà con Sonia Sotomayor, primo giudice della Corte Suprema nominato dall’amministrazione Obama nonché il primo giudice ispanico della storia della Corte Suprema (e terza donna in assoluto).

Preti e poeti
La tradizione – e solo quella – vuole che durante la cerimonia venga impartita una benedizione religiosa. Stavolta doveva farla Louie Giglio, pastore battista noto soprattutto per le sue campagne contro il traffico di esseri umani, che però una settimana fa ha rinunciato dopo che sono venute fuori alcune sue frasi degli anni Novanta poco amichevoli, diciamo, nei confronti degli omosessuali. Al suo posto la benedizione sarà impartita dal reverendo Luis Leon, pastore di una chiesa battista di Washington D.C. poco distante dalla Casa Bianca. La cerimonia di insediamento prevede anche che ci sia un “poeta ufficiale”: quest’anno è Richard Blanco, che in un colpo solo è il primo immigrato, il primo ispanico e il primo gay a fare il “poeta ufficiale” di una cerimonia di insediamento. Qui ci sono un po’ di sue poesie lette da lui.

Il presidente che ha giurato di più
Anche nel 2009 Barack Obama aveva giurato due volte, ma per via di un errore. Durante la cerimonia d’insediamento, che si tenne regolarmente il 20 gennaio, sia lui che il giudice Roberts fecero diversi errori nel recitare la formula del giuramento: Obama interruppe il giudice, che a sua volta invertì l’ordine di alcune parole e tentò di correggersi sbagliandone però delle altre (e portando Obama a ripetere una formula sbagliata). Per evitare casini, ascoltati alcuni costituzionalisti, si decise di ripetere il giuramento poche ore dopo alla Casa Bianca. La cosa divertente è che in questo modo Barack Obama raggiungerà Franklin D. Roosevelt in testa alla classifica dei presidenti che hanno prestato giuramento più volte, quattro (Roosevelt però fu eletto quattro volte, prima che fosse introdotto un limite al numero di mandati presidenziali consecutivi).

Che c’entra la Bibbia?
Non c’è scritto da nessuna parte che si debba giurare sulla Bibbia, ogni presidente decide autonomamente: Theodore Roosevelt giurò senza alcun testo, John Quincy Adams giurò su un libro di giurisprudenza dicendo che così giurava sulla Costituzione, Lyndon B. Johnson giurò su un messale cattolico. Nel secondo giuramento di Obama nel 2009, riparatore agli errori del primo, formalmente quello valido dei due, non fu utilizzato alcun testo.

Non tutte le bibbie sono uguali
Nel 2009 Obama giurò in pubblico sulla Bibbia su cui giurò Abraham Lincoln nel 1861, che non era mai stata usata in una cerimonia di insediamento (quell’anno cadeva anche il 200esimo anniversario della nascita di Lincoln e il titolo della cerimonia d’insediamento fu “A New Birth of Freedom”, una frase dal famosissimo discorso di Lincoln a Gettysburg durante la guerra civile). Oggi Obama giurerà sulla Bibbia di famiglia di sua moglie, regalata dal padre alla madre di Michelle nel giorno della Festa della mamma del 1958. Domani, invece, Obama giurerà su due bibbie: una sarà di nuovo quella di Lincoln, l’altra sarà quella di Martin Luther King (domani negli Stati Uniti è il Martin Luther King Day, festa nazionale, e quest’anno cade il cinquantesimo anniversario dal discorso di “I Have a Dream”). Le bibbie saranno messe una sopra l’altra, ancora non è chiaro su quale Obama appoggerà la mano: probabilmente di nuovo su quella di Lincoln, perché quella di Martin Luther King è più grande e più appropriata a star sotto.

Quando e dove si giura
I presidenti degli Stati Uniti non hanno sempre giurato il 20 gennaio. Fino all’approvazione del ventesimo emendamento alla Costituzione, nel 1933, i presidenti giuravano il 4 marzo, anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione. Non c’è un format obbligatorio, previsto dalla legge: l’unica cosa necessaria è che il presidente reciti il giuramento. La prima cerimonia di insediamento a tenersi sulla terrazza ovest di Capitol Hill fu quella di Reagan nel 1981, prima si tenevano tutte nella terrazza est. Quattro anni dopo la seconda cerimonia di insediamento di Reagan si tenne al chiuso, a causa del maltempo.

Il discorso
La tradizione vuole che, dopo il giuramento, il presidente rivolga un discorso alla nazione. Fino al 1897 il discorso però veniva fatto prima del giuramento. E ci sono quattro presidenti che non hanno fatto alcun discorso dopo l’insediamento: Tyler, Fillmore, Andrew Johnson e Arthur, tutti e quattro subentrati a un presidente morto durante la sua amministrazione. Il discorso più breve lo fece Washington nel suo secondo insediamento, nel 1793; il più lungo lo fece William Harrison nel 1841. Tutti i testi di tutti i discorsi sono raccolti qui. Di seguito il discorso di insediamento di Obama nel 2009.

Attore non protagonista
Il giuramento non dev’essere per forza recitato alla presenza del capo della Corte Suprema, basta un membro del sistema giudiziario americano. L’unica donna ad amministrare il giuramento è stata Sarah T. Hughes, giudice distrettuale in Texas, che fu chiamata in fretta e in furia sull’Air Force One dopo la morte di Kennedy per far giurare Lyndon Johnson: la storia incredibile di quella giornata, raccontata dal punto di vista di Johnson, è in questo bellissimo articolo del New Yorker dello scorso aprile.

“I do solemny swear…”
La formula del giuramento dice:

“I do solemnly swear (or affirm) that I will faithfully execute the Office of President of the United States, and will to the best of my Ability, preserve, protect and defend the Constitution of the United States”

La Costituzione permette di scegliere tra swear e affirm per dare modo di prestare giuramento a chi, per ragioni personali o religiose, preferisce non “giurare” (pare che lo fece solo Pearce, nel 1853). Alla fine della formula siamo abituati a sentire la frase “so help me God”, che non è compresa nel testo ufficiale benché faccia parte di altre formule di giuramento non presidenziale. Non è ancora chiaro chi abbia cominciato a dirlo, forse lo stesso George Washington (ma c’è una sola testimonianza di una persona che all’epoca aveva sei anni) o forse Abraham Lincoln nel 1865.

foto: John Moore/Getty Images