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  • Mercoledì 2 gennaio 2013

Niente aiuti per la ricostruzione dopo Sandy, per adesso

Dopo la trattativa sul fiscal cliff la Camera degli Stati Uniti ha fatto saltare il voto per stanziare 60 miliardi di dollari: occorrerà attendere il nuovo Congresso

Terminata la votazione sul cosiddetto “fiscal cliff”, che ha evitato i tagli mostruosi alla spesa pubblica e un aumento indiscriminato delle imposte, la Camera degli Stati Uniti ha annunciato che non saranno più effettuate nuove votazioni fino all’insediamento del nuovo Congresso, eletto lo scorso novembre. La notizia ha sorpreso osservatori politici e diversi deputati perché, di fatto, impedirà di approvare in tempi rapidi una serie di misure già approvate dal Senato per attivare i finanziamenti per la ricostruzione dopo il passaggio della tempesta Sandy negli stati lungo la costa nord-orientale.

Prima del voto sul “fiscal cliff”, diversi deputati delle zone devastate da Sandy avevano detto di essere ottimisti sulla possibilità di trovare un accordo, e di votarlo prima della chiusura dei lavori del Congresso. Dopo l’annuncio che non ci sarebbero state altre votazioni nella Camera a maggioranza repubblicana, vari rappresentanti di entrambi i partiti hanno protestato e contestato la decisione che porterà a ulteriori ritardi nello stanziamento dei fondi per la ricostruzione.

Il provvedimento era già stato approvato dal Senato ed era arrivato agli ultimi passaggi anche alla Camera. Durante il suo percorso al Congresso, la legge su Sandy aveva raccolto la ferma opposizione di alcuni politici repubblicani, secondo i quali conteneva una quantità eccessiva di voci di spesa superflue. La legge era sostenuta dai governatori dei due stati più colpiti, il democratico Andrew Cuomo di New York e il repubblicano Chris Christie del New Jersey, e aveva ricevuto sostegno anche dalla Casa Bianca.

La decisione finale di non mettere in votazione il provvedimento è stata assunta dal presidente della Camera, il repubblicano John Boehner. Un suo portavoce ha comunque confermato alla stampa che, compatibilmente con i tempi del rinnovo del Congresso, la legge sarà votata entro la fine del mese. Boehner è alla fine del proprio mandato ed è alla ricerca della rielezione, che non appare così scontata considerati i malumori all’interno del partito per la sua scelta di votare a favore della legge sul “fiscal cliff”.

La legge su Sandy era stata modificata negli ultimi giorni per trovare un compromesso convincente per i repubblicani più scettici, grazie alla mediazione di Eric Cantor, il capogruppo del partito alla Camera. Il finanziamento da 60,4 miliardi di dollari approvato dal Senato era stato diviso in due parti e nell’operazione erano stati rimossi circa 400 milioni di dollari destinati a spese ritenute non fondamentali. Una prima parte da 27 miliardi di dollari era per i primi interventi di emergenza, mentre altri 33 miliardi sarebbero stati erogati nel medio-lungo periodo per pianificare meglio la gestione degli eventi atmosferici estremi.

In seguito alla decisione della Camera il provvedimento dovrà essere ridiscusso dopo l’insediamento del 113esimo Congresso, che avverrà domani. Le due camere dovranno affrontare nuovamente il problema e determinare entità e modalità per lo stanziamento dei fondi. Sandy ha portato grandi devastazioni lungo la costa nord-orientale degli Stati Uniti nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2012, causando la morte di almeno 131 persone.