Guida alle primarie parlamentari PD

Come, dove, quando, perché si vota e chi può essere eletto, spiegato per bene

Sabato 29 e domenica 30 dicembre si vota per le primarie dei parlamentari del Partito Democratico, in vista delle elezioni politiche che si dovrebbero tenere nei primi mesi del 2013. Il regolamento è stato pubblicato ieri, dopo la riunione della direzione del partito che si è tenuta a Roma lunedì 17 dicembre. Il PD ha scelto di fare le primarie, anche se i tempi sono stretti, in seguito alla mancata approvazione di una nuova legge elettorale che consenta agli elettori di scegliere direttamente i candidati. Il regolamento pubblicato ieri dovrebbe essere definitivo ma come hanno insegnato le recenti primarie per eleggere il capo della coalizione di centrosinistra, ci potrebbero essere modifiche e nuove delibere con aggiustamenti.

Quando si vota
Si vota sabato 29 dicembre o domenica 30 dicembre, a seconda delle regioni e delle decisioni che saranno assunte da ognuna di queste entro il 21 dicembre. Nel giorno delle primarie si vota dalle 8 alle 21 nei seggi messi a disposizione dal PD, che saranno collocati nei circoli del partito.

Come si vota
Ogni elettore può esprimere un massimo di due preferenze, se sceglie un uomo deve indicare come seconda scelta una donna e viceversa. Occhio a non votare due persone dello stesso genere, altrimenti la seconda preferenza viene considerata nulla.

Chi può votare
Votano tutte le persone che nel 2011 si sono iscritte al Partito Democratico e che hanno rinnovato la loro adesione entro il giorno del voto. Possono anche votare tutte le persone che sono state inserite nell’albo delle primarie del centrosinistra “Italia. Bene Comune”, quelle dove Pier Luigi Bersani ha vinto al secondo turno contro Matteo Renzi, per intenderci. Si vota sottoscrivendo un appello e versando almeno due euro per la campagna elettorale.

Chi si può candidare
Si possono candidare alle primarie per i parlamentari tutti gli iscritti al PD e chi si dichiara elettore del partito. È necessario avere i requisiti richiesti dalla legge, a partire dal diritto di voto, e quelli posti dal Codice etico del PD. Ogni candidato si può presentare in una sola “area territoriale” e per presentare la sua candidatura deve avere raccolto il 5 per cento delle firme degli iscritti al PD del 2011 in almeno tre circoli della zona in cui si propone. La presentazione delle firme deve essere effettuata entro le otto di sera del giorno prima della riunione della Direzione provinciale che si occuperà di valutare le candidature. Le singole direzioni hanno la possibilità di portare la percentuale di firme dal 5 al 3 per cento. Le firme devono comunque essere non meno di 50 e non più di 500. Chi è parlamentare ed è iscritto ai gruppi del PD di Camera o Senato non raccoglie le firme.

Elenchi
Le direzioni provinciali (o territoriali) hanno il compito di selezionare i candidati e di creare gli elenchi, che non potranno avere un numero di candidature superiore al doppio dei posti in lista per il corrispondente ambito provinciale (o territoriale). Compatibilmente ai candidati, dovrà essere rispettata la parità di genere. Gli elenchi saranno formalizzati il 22 o il 23 dicembre.

Impegno
Ogni candidato deve sottoscrivere un impegno a fare una campagna elettorale “con lealtà nei confronti degli altri candidati”, a non utilizzare alcun tipo di pubblicità a pagamento e a contribuire all’attività economica del PD se la sua candidatura sarà accettata per le politiche.

Incandidabili
Non possono partecipare alle primarie per i parlamentari del PD i parlamentari europei, i sindaci dei comuni con più di 5mila abitanti, i presidenti delle circoscrizioni metropolitane eletti direttamente, i presidenti di province e regioni, gli assessori e i consiglieri regionali in carica. Il Comitato nazionale valuterà eccezioni, che possono essere presentate solo fino al 19 dicembre.

15 anni di mandato
Come previsto dallo Statuto, durante la Direzione del 17 dicembre sono state accolte dieci deroghe per altrettanti parlamentari che hanno superato i 15 anni in Parlamento e che potranno cercare una nuova candidatura alle primarie.

Comitato elettorale nazionale
È indicato dalla Direzione nazionale del PD e ha il compito di verificare il regolare svolgimento della selezione delle candidature.

10 + 90
Circa una candidatura su dieci sarà indicata direttamente dalla Direzione nazionale del PD senza il meccanismo delle primarie. Il restante 90 per cento sarà invece selezionato con il sistema delle primarie. Le candidature indicate dal partito saranno presumibilmente collocate in posizioni di elezione sicura, anche se questo naturalmente non è scritto nel regolamento.

Suddivisione delle candidature alle politiche
La dirigenza regionale del partito, cioè le “Unioni regionali”, sentita la Direzione nazionale, ha il compito di assegnare il numero delle candidature che spetta a ogni coordinamento provinciale (o territoriale), sulla base delle elezioni politiche del 2008. Il numero delle candidature e dei posti disponibili nelle liste alla Camera e al Senato viene calcolato dividendo per 1, 3, 5, 7 e così via il totale dei voti ottenuti dal PD in ogni ambito provinciale (o territoriale). Il meccanismo riprende il metodo ideato dallo studioso belga Victor D’Hondt, che gli appassionati si possono studiare su Wikipedia. Sulla base dei risultati alle primarie le Unioni regionali inviano al Comitato elettorale nazionale le proposte e quest’ultimo ha il compito di integrarle con quelle della Direzione nazionale per il 10 per cento di sua competenza. Il meccanismo farà sì che l’8 gennaio 2013 la Direzione nazionale approvi in via definitiva le candidature.