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  • Domenica 11 novembre 2012

La decadenza di Birmingham

Perché la seconda città più popolosa d'Inghilterra è un posto difficile in cui vivere e quali sono i segnali che lasciano sperare in una ripresa, nel futuro

BIRMINGHAM, ENGLAND – NOVEMBER 15: Graffiti covers the walls of the canalside at Icknield Port Loop which was due to be rejuvenated by Advantage West Midlands but has been put on hold after the regeneration agency was scrapped by the government on on November 15, 2010 in Birmingham, England. Advantage West Midlands is one of nine regional development agencies across England to be scrapped by the government and will be replaced by Local Enterprise Partnerships. The 65 acre Icknield Port Loop canal basin was one of the many regeneration projects across England to be put on hold after government plans to cut the deficit. (Photo by Christopher Furlong/Getty Images)

BIRMINGHAM, ENGLAND – NOVEMBER 15: Graffiti covers the walls of the canalside at Icknield Port Loop which was due to be rejuvenated by Advantage West Midlands but has been put on hold after the regeneration agency was scrapped by the government on on November 15, 2010 in Birmingham, England. Advantage West Midlands is one of nine regional development agencies across England to be scrapped by the government and will be replaced by Local Enterprise Partnerships. The 65 acre Icknield Port Loop canal basin was one of the many regeneration projects across England to be put on hold after government plans to cut the deficit. (Photo by Christopher Furlong/Getty Images)

La città di Birmingham, la seconda città più popolosa dell’Inghilterra che si trova nella contea di West Midlands, rappresenta oggi un caso di studio per gli effetti negativi causati da una pessima gestione delle politiche locali, racconta l’Economist. A colpire in negativo è soprattutto lo stato di abbandono in molte aree della città, come per esempio la Curzon Street Station, l’edificio neoclassico inaugurato nel 1838 che fino a 55 anni fa rappresentava il capolinea della tratta Birmingham-Londra. Come per altri edifici della città costruiti nel diciannovesimo secolo, rimane abbandonato a se stesso in un deserto di asfalto ed erbacce.

Oltre al degrado urbano, uno degli aspetti peggiori per la popolazione di Birmingham è la disoccupazione, pari a circa il 14 per cento. Si tratta del livello più alto di disoccupazione cittadina tra tutte le grandi città del paese. Addirittura, in alcuni quartieri come Aston o Washwood Heath, la cifra è superiore al 30 per cento. Anche il tasso di mortalità infantile è molto alto, circa il 60 per cento in più rispetto alla media nazionale.

Oltre a una pessima politica di ricostruzione dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la città ha subito una fase di deindustrializzazione: dagli anni Settanta in poi, quella che era definita come “la città dei mille mestieri” è diventata esclusivamente un distretto di produzione dell’auto, un settore che impiegava decine di migliaia di lavoratori ma che non ha permesso di diversificare le attività economiche. E con il passare del tempo, la parte più militante del sindacato e una cattiva gestione degli imprenditori locali ha mandato in rovina anche l’unico settore che creava occupazione, così da colpire in maniera pesante tutta l’economia della città.

Birmingham ha provato a reinventarsi puntando sul turismo e il commercio, costruendo negli anni un centro congressi, un nuovo teatro e un grande centro commerciale. Tutto ciò ha reso la città più vivibile, senza però dare nuova spinta all’occupazione: tra il 1998 e il 2008 i posti di lavoro nel settore privato sono diventati 61mila in meno. A livello demografico sono in corso cambiamenti importanti: circa il 22 per cento della popolazione di Birmingham è al di sotto dei 15 anni.

Anche se questo può rappresentare un fattore positivo a lungo termine, rimane un peso sul presente, per la necessità di investire molto nei servizi pubblici aumentando così la spesa pubblica. Inoltre, soltanto il 25 per cento della popolazione in età lavorativa ha un buon livello d’istruzione, una cifra molto inferiore se comparata al 38 per cento della città di Manchester. La situazione è negativa soprattutto per le donne: soltanto il 49 per cento ha un’occupazione, contro il 65 per cento della media nazionale.

La maggior parte di questi problemi, sostiene l’Economist, è colpa delle politiche delle autorità locali nel corso degli ultimi dieci anni: a partire dalla gestione dei mezzi di trasporto locali, di scarso livello per una città grande come Birmingham. E anche le finanze locali ne hanno risentito. I lavori del Consiglio Comunale sono paralizzati dai problemi di budget, con tagli, quest’anno, pari a 755 milioni di euro. Qualche segnale positivo comunque c’è e riguarda la scuola, con la costruzione di istituti privati lontani dalla gestione pubblica – e qui si sente l’impostazione estremamente liberalista del settimanale britannico – che hanno aperto negli ultimi anni.

Un altro fattore positivo per rilanciare il turismo e il commercio è rappresentato dall’investimento che si sta portando avanti per rinnovare l’aeroporto, con un ampliamento delle piste che potrà offrire a breve voli diretti verso l’Asia, così da far aumentare il numero dei passeggeri annuo. E si spera che i progetti per costruire linee ad alta velocità per collegare Birmingham alle altre città dell’Inghilterra vadano a buon fine, in modo da aiutare la riqualificazione di tutta l’area est della città, in cui dovrebbe nascere anche un nuovo parco da una zona che oggi è praticamente deserta: è stata progettata la nascita di un nuovo quartiere e di una nuova area industriale per cui saranno previsti sgravi fiscali nella costruzione, per attirare investimenti.

La città di Birmingham cerca di ritornare ai fasti del passato, sia per quanto riguarda il commercio, sia per il settore industriale, ma il valore dei politici locali e soprattutto le risorse economiche sono di ben altro livello rispetto al passato, e in peggio. Per questo, secondo l’Economist, si tratta di un compito molto difficile.

Foto: Christopher Furlong/Getty Images