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  • Venerdì 26 ottobre 2012

Il New York Times oscurato in Cina

C'entra probabilmente un'inchiesta sulle grandi ricchezze della famiglia di Wen Jiabao, il primo ministro (ancora per poco)

China’s Premier Wen Jiabao raises his glass as he makes a toast during the 63rd National Day reception at the Great Hall of the People on September 29, 2012. China’s Premier Wen Jiabao called on September 29 for the Chinese to unite in support of the Communist Party and outgoing President Hu Jintao, ahead of a pivotal congress to usher in new leadership. AFP PHOTO / Ed Jones (Photo credit should read Ed Jones/AFP/GettyImages)

China’s Premier Wen Jiabao raises his glass as he makes a toast during the 63rd National Day reception at the Great Hall of the People on September 29, 2012. China’s Premier Wen Jiabao called on September 29 for the Chinese to unite in support of the Communist Party and outgoing President Hu Jintao, ahead of a pivotal congress to usher in new leadership. AFP PHOTO / Ed Jones (Photo credit should read Ed Jones/AFP/GettyImages)

Stamattina il governo cinese ha bloccato l’accesso al sito del New York Times, sia nella versione in cinese che in quella inglese. La decisione, secondo quanto riferisce lo stesso quotidiano, sarebbe una conseguenza dell’inchiesta sulla ricchezza del primo ministro cinese Wen Jiabao, pubblicata dal giornale nella mattina di ieri.

L’inchiesta sostiene che la famiglia del premier cinese ha accumulato nel corso dei dieci anni di mandato di Wen una ricchezza quantificabile in 2,7 miliardi di dollari. Wen Jiabao ha spesso sottolineato le proprie umili origini, guadagnandosi per questo un forte consenso popolare. Secondo il New York Times la madre di Wen, Yank Zhiyun, che oggi ha 90 anni ed è una semplice insegnante in pensione, avrebbe investimenti intestati a suo nome e fatti da una società cinese di servizi finanziari per quasi 120 milioni di dollari. La moglie di Wen, Zhang Beili, avrebbe invece fatto fortuna con i diamanti. Il giornale cita poi altri collegamenti con società finanziarie che coinvolgono parenti del primo ministro, coperti da nomi di amici, partner e colleghi di lavoro.

La Cina possiede un sofisticato sistema di censura su Internet, un apparato che vigila affinché non venga diffuso alcun tipo di notizia sgradito al governo centrale. A giugno c’era stato un caso simile quando il governo oscurò il sito di Bloomberg a causa di un articolo riguardante proprio le ricchezze del vicepresidente Xi Jinping.

L’inchiesta complica l’intenzione da parte dei leader cinesi, almeno apparente, di mettere al centro del prossimo congresso del partito la lotta alla corruzione, problema dilagante in tutto il paese. Il congresso, in programma il prossimo 8 novembre, sancirà il passaggio di potere dalla vecchia classe politica, col pensionamento del premier Wen Jiabao e del presidente Hu Jintao, a un nuovo gruppo dirigente e l’inizio di una delicata fase di transizione politica.