Che cosa succede nel centrodestra

Mentre il centrosinistra discute di primarie, chi governava fino a un anno fa pubblica manifesti politici e promuove referendum, in attesa di capire chi sarà il leader

di francesco marinelli

Ieri c’è stata l’Assemblea nazionale del Partito Democratico, che si è riunita per modificare lo statuto del partito e permettere la candidatura alle primarie di altri iscritti al PD, oltre al segretario: le nuove norme che regolano le primarie di coalizione per scegliere il candidato da presentare alle prossime elezioni politiche come presidente del Consiglio saranno definite dal segretario Pier Luigi Bersani insieme agli alleati. Ma cosa sta succedendo dall’altra parte dello schieramento, nel centrodestra?

Tremonti
Ieri e oggi l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti presenta a Riccione il manifesto del suo nuovo progetto politico. Martedì scorso, Tremonti ha annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni con una propria lista elettorale: il suo movimento si baserà sul “Manifesto 3L” (Lista lavoro e libertà) che è incentrato soprattutto su temi di politica economica. La sua sarà una lista civica, formata dai cittadini, che potrebbe allearsi con le forze politiche di tradizione socialista e cattolica.

Il manifesto, composto da più di quaranta pagine, si concentra sulla crisi finanziaria dell’Italia e sul motto “compra-Italia”: la seconda parte, suddivisa in cinque temi (economia, ricerca, ambiente, democrazia, società) è aperta a contributi esterni da compilare online. Per quanto riguarda alcune misure economico-finanziarie contenute nel programma di Tremonti, un ruolo centrale hanno i titoli di stato italiani: devono essere esentati da ogni tipo di imposta, c’è scritto nel testo. E la proposta di Tremonti è che il debito pubblico italiano debba essere, per la maggior parte possibile, nelle mani degli italiani. E quindi di mettere gli italiani in condizione di comprare i titoli di stato.

Tremonti propone anche la costituzione di una banca nazionale che faccia “Credito per l’Economia”, sul modello della Kredit fur Wirtschaft tedesca, e la separazione tra “credito produttivo” ed “attività speculativa”: le banche che raccolgono i risparmi dei cittadini, possono impiegare quei soldi soltanto per fare credito alle imprese e alle famiglie. E non per investire in strumenti finanziari. Per quanto riguarda le imprese poi, nel manifesto di Tremonti c’è scritto: «In ogni azienda, per ogni giovane assunto, si prevede la detassazione di un lavoratore anziano». Il progetto di detassazione si dovrebbe rifare alla “Legge Tremonti” del 1994 che stabiliva detassazioni per gli investimenti, le assunzioni e le quotazioni in borsa.

I “neoconservatori”
Sempre negli ultimi giorni è stato pubblicato un altro manifesto politico, questa volta all’interno della parte più “conservatrice” del centrodestra italiano: il “Manifesto per il bene comune della Nazione“. Si tratta di un documento promosso dal vicepresidente del gruppo PdL al Senato Gaetano Quagliarello insieme con l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, il governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni, l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

I temi del manifesto sono: la difesa della vita, della famiglia, della comunità, con una «rielaborazione delle idee liberali e comunitarie» per «i valori della nostra tradizione nazionale». Tutto si basa su una minore presenza dello Stato nelle politiche economiche. E per quanto riguarda i temi sociali, nel manifesto c’è scritto che bisogna «difendere» il concetto di «famiglia naturale» e della necessità di «rivedere» il concetto di «multiculturalismo», senza un’attribuzione «meccanica» dei diritti da parte dello Stato e dell’Unione Europea.

Per quanto riguarda le misure economiche, il manifesto dei “neoconservatori” – come li ha chiamati la stampa italiana, richiamandosi ai neocon statunitensi – raccomanda un «recupero», per l’Italia, «della propria sovranità»: bisogna abbattere il debito pubblico e puntare su una valorizzazione finanziaria (con le dismissioni, probabilmente) del patrimonio mobiliare e immobiliare dello Stato, abbinato a un abbassamento delle tasse. Si parla in generale di «economia sociale di mercato», accompagnata allo slogan «meno Stato» nella politica economica, diretta a valorizzare il federalismo fiscale. E facendo prevalere, per i contratti dei lavoratori, le contrattazioni locali a quelle nazionali collettive. A livello istituzionale, e quindi per quanto riguarda le riforme costituzionali, il manifesto «auspica» l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e una riforma della giustizia.

Che cosa fa la Lega Nord
Ma anche nella Lega, ora guidata da Roberto Maroni, sta succedendo qualcosa. Il partito ha proposto la settimana scorsa, in occasione degli “Stati generali del Nord”, un referendum per istituire la “macroregione del Nord”: si tratta di una «federazione di regioni che attraverso un referendum possa definire un proprio sistema fiscale autonomo», ha detto Maroni. La proposta della Lega Nord prevede che i tre quarti (il 75 per cento) del gettito fiscale pagato dai cittadini come tasse rimangano al Piemonte, alla Lombardia e al Veneto. Oggi, le quote sono del 34 per cento per il Veneto, del 36 per cento per la Lombardia e 38 per cento per il Piemonte.

Alle manifestazioni degli ultimi giorni, la Lega sta raccogliendo le firme – ne servono 500 mila – necessarie per una serie di referendum (oltre a quelli fiscali, ce ne sono alcuni che coinvolgono l’Europa) anche se sui quesiti ci sono fortissimi dubbi di costituzionalitàIn vista delle prossime elezioni, Roberto Maroni ha spiegato che a gennaio «sarà convocata l’assemblea federale per decidere eventuali alleanze». In un’altra intervista, Maroni ha detto anche di non essere certo della partecipazione della Lega alle prossime elezioni politiche e che il vero obiettivo sono le elezioni regionali del 2015.

#FormattiamoilPdl
Un gruppo di sindaci e amministratori locali del PdL hanno scritto un manifesto chiamato “Insieme per l’Italia”, che i cittadini possono sottoscrivere tramite una petizione: “L’Italia chiamò“. Questo gruppo di sindaci e amministratori locali è conosciuto su Twitter con l’hashtag #FormattiamoilPdl e tra i principali esponenti del movimento c’è Alessandro Cattaneo, il sindaco di Pavia. I punti principali del manifesto sono: l’azzeramento dei vertici del partito e l’istituzione delle primarie e l’abbattimento del debito pubblico come principale misura economica a breve termine.

Che cosa succede nel PdL
Queste sono le principali novità presentate dagli esponenti politici che facevano parte dell’ultimo governo di centrodestra, guidato da Silvio Berlusconi. Il quale, da parte, che non ha ancora annunciato ufficialmente se si candiderà come presidente del Consiglio e con quali partiti il PdL si alleerà. Dopo le inchieste e gli scandali, che hanno riguardato il PdL della regione Lazio, il partito non ha ancora reso pubblico se ci saranno cambiamenti nella sua organizzazione o se ci saranno novità per i dirigenti.

Foto: LaPresse