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  • Lunedì 1 ottobre 2012

Vauro lascia il Manifesto e va al Fatto

E la direzione si dice sorpresa e amareggiata

Vauro, storico vignettista del Manifesto, ha annunciato la decisione di lasciare il quotidiano e passare al Fatto Quotidiano. La direzione del Manifesto ha pubblicato sul giornale di ieri un commento in cui si definisce sorpresa e amareggiata dalla notizia, ricordando che Vauro ha «contribuito a scrivere la storia del nostro giornale».

La lettera con cui Vauro lascia il Manifesto

Cari compagni sarò sempre in debito
Dire arrivederci è sempre un po’ penoso. Lo è ancora di più dopo aver vissuto insieme per quasi trent’anni la splendida e tormentata avventura che è stata ed è il Manifesto. Tanto penoso che sarei stato tentato di andarmene zitto zitto,quatto quatto. Ma non me lo sarei mai perdonato. Ed allora eccomi qua a cercare di mettere insieme poche parole per un saluto.Un saluto a tutti i compagni e le compagne del giornale. Un saluto ideale e commosso a quelli, come Luigi, che non sono più tra noi. Un saluto a chi ci legge ed anche( e sono troppi) a chi ha smesso di farlo. Sento di avere un enorme debito con gli uomini e con le donne del Manifesto. Il debito di una libertà mai “concessa” ma sempre scaturita dal confronto, dalla discussione anche aspra sulle idee e sul modo di scriverle o disegnarle.

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Il commento della direzione

La decisione di Vauro di lasciarci ci sorprende. E ci amareggia. Perché riguarda una persona che ha contribuito a scrivere la storia del nostro giornale. Il Manifesto sta attraversando il momento più difficile della sua esistenza quarantennale. La direzione, la redazione, i tecnici, tutte e tutti sanno di avere un futuro incerto, perché siamo “in liquidazione” e del doman non v’è certezza. Eppure tutte e tutti hanno capito che proprio la difficoltà del momento richiede uno sforzo più grande perché il Manifesto possa continuare il suo cammino di testata storica dell’informazione in Italia.

È vero che alcune firme, alcuni collaboratori, hanno preso altre strade (paghiamo poco o nulla). Eppure abbiamo sempre pensato che le idee, la libertà di opinione e di espressione, il confronto anche aspro ma sempre franco, la passione per la battaglia politica, fossero una garanzia per poter continuare a combattere. Forse ci siamo in parte illusi. L’uscita di Vauro, che va al Fatto Quotidiano, lo conferma. Gli facciamo tanti auguri (e che possa avere la stessa libertà di matita che ha acuto al Manifesto) e per salutarlo gli dedichiamo una sua vignetta d’archivio.

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