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  • Martedì 29 maggio 2012

Gli Stati Uniti armeranno i droni italiani

Lo dice il Wall Street Journal: ci vorrà almeno un anno e potrebbe essere l'inizio di un utilizzo più esteso dei droni armati da parte di molti paesi

nella foto, un drone americano MQ-9 Reaper mentre sorvola il sud dell'Afghanistan (AP Photo/Lt. Col. Leslie Pratt, US Air Force)
nella foto, un drone americano MQ-9 Reaper mentre sorvola il sud dell'Afghanistan (AP Photo/Lt. Col. Leslie Pratt, US Air Force)

Gli Stati Uniti hanno accettato di armare sei droni (aerei senza pilota) Reaper dell’aviazione italiana e questo dovrebbe accadere in tempi relativamente rapidi. A scriverlo è il Wall Street Journal che cita diverse fonti ufficiali americane, ma anonime, secondo cui tra circa un anno gli USA avranno aggiornato la tecnologia dei 6 droni Reaper in possesso dell’Italia, armandoli con missili e altri sistemi. I Reaper sono aerei più grandi, avanzati e potenti dei droni Predators, un altro modello molto usato negli ultimi anni. In questo caso, l’Italia sarebbe il primo paese del mondo dopo il Regno Unito a possedere droni americani armati di missili e bombe a guida laser, dice il Wall Street Journal.

Le motivazioni dell’upgrade dei droni italiani sono varie. L’utilizzo mondiale dei droni è in generale in grande estensione e il mercato dovrebbe crescere intorno a 5,8 miliardi di dollari nel 2017 (nel 2013 diverse stime parlano di 4,3 miliardi). Ma il Wall Street Journal spiega anche che gli Stati Uniti vogliono affidare alcune missioni legate alla sicurezza internazionale anche ai loro alleati per condividere oneri e responsabilità.

Questo del resto era stato già accennato qualche giorno fa nel vertice NATO di Chicago, dove si era parlato del nuovo sistema di difesa AGS (Alliance Ground Survelliance) nella base aerea di Sigonella (Sicilia), che prevede l’acquisto di droni e altre tecnologie per un miliardo di euro da parte degli alleati nei prossimi anni. Inoltre, i costi del mantenimento della flotta dei droni dovrebbero essere ripartiti fra tutti i paesi membri della NATO. La piena operatività di questo progetto, tuttavia, arriverà probabilmente nel 2017.

Inoltre, come ha confermato una portavoce del Pentagono al Wall Street Journal, “il trasferimento di veicoli militari e armamenti all’Italia proteggerà non solo i militari italiani, ma anche quelli americani e di altri paesi alleati”. Il Pentagono si riferisce alle missioni militari nell’ambito della NATO in cui sono impegnati sia i soldati americani che quelli italiani, come accade in Afghanistan, per esempio.

Proprio l’Afghanistan sembra l’area più plausibile dove l’Italia potrebbe utilizzare i droni americani armati. Tuttavia, come fanno notare alcuni critici dell’accordo, il loro utilizzo non verrebbe ristretto solo in Afghanistan, visto che nel 2014 è previsto il ritiro delle truppe della NATO dal paese e l’Italia, nella migliore delle ipotesi, non avrà i sei droni aggiornati prima di un anno (dunque non prima della fine del 2013).

Gli stessi critici dell’accordo citati dal Wall Street Journal dicono che vendere i droni così potenti all’Italia creerebbe una sorta di precedente e dunque altri paesi, di questo passo, vorranno acquistare in futuro sempre più droni armati dall’America. L’amministrazione Obama, in passato, ha già detto che questo sarà possibile solo per alcuni paesi, ma molti cominciano già a temere conseguenze nefaste per minoranze e popoli separatisti contrastate da alcuni governi nazionali, come Cina e Russia. Anche la Turchia ha già chiesto droni armati agli Stati Uniti per combattere i ribelli curdi del PKK e gli USA, almeno in via preliminare, hanno già accettato.

Per quanto riguarda il caso italiano, invece, varie Commissioni di Difesa americane non si sono opposte all’armamento dei droni italiani, che ora potrebbe essere bloccato solo se passassero due mozioni contrarie al Congresso e al Senato americani entro due settimane, cosa che secondo il Wall Street Journal è decisamente improbabile. I droni italiani, come quelli britannici, dovrebbero essere equipaggiati con varie armi, come i missili Hellfire e le bombe a guida laser.

L’uso dei droni armati da parte degli Stati Uniti negli ultimi anni ha generato spesso polemiche per il numero di morti che provocano. Più volte gli attacchi dei droni americani hanno ucciso persone innocenti. Da diversi anni gli Stati Uniti, soprattutto durante la presidenza di Barack Obama, utilizzano i droni armati per uccidere terroristi (o presunti tali) principalmente in due aree del mondo: il sud dello Yemen e al confine tra Pakistan e Afghanistan. I droni americani hanno ucciso ultimamente molti leader dei gruppi terroristici islamici, come Anwar al-Awlaki in Yemen, lo scorso settembre.

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nella foto, un drone americano MQ-9 Reaper mentre sorvola il sud dell’Afghanistan (AP Photo/Lt. Col. Leslie Pratt, US Air Force)